L’Ancora: n. 8/9 – agosto/settembre 1983 – pag. 1-5

Ritornando da Lourdes il 3 agosto u.s. con il cuore pieno di gioia sentivo che la stessa gioia vibrava nel cuore di tutti i partecipanti al Pellegrinaggio: sacerdoti malati, sacerdoti sani, vescovi, personale di assistenza e pellegrini.
Sovente mi veniva in mente il pensiero, se la carità produce in noi tale intima gioia; che sarà mai la carità che noi vivremo in Dio, quando al termine della nostra vita saremo tutti in Lui, Lui, che è carità piena, somma ed infinita, che unisce tutti in gaudio senza fine?
L’animo nostro vibrava di gioia unicamente perché eravamo rimasti qualche giorno in riflessione nella casa della Madre nostra spirituale, pensando con Lei alla bellezza e grandezza sovrumana della nostra vocazione sacerdotale.
Tanta gioia si avvertiva quasi con un certo timore, pensando al nostro quotidiano, alle preoccupazioni di ogni giorno ed al lavoro apostolico che avremmo dovuto Svolgere. Ci sembrava che tutto
ciò avrebbe potuto distoglierci dalla gioia che in quel momento possedevamo, ed avremmo voluto racchiudere tale filiale contentezza in un piccolo scrigno per garantircene il possesso.
Tale desiderio non è rimasto inappagato.
Il Papa, Pellegrino tra i pellegrini a Lourdes, dalla stessa Lourdes ha diretto una parola, nella continuità dell’insegnamento di Pietro, che dischiude ai nostri cuori non soltanto orizzonti di attività sicura ove la Croce, vissuta nel suo significato di morte e risurrezione, ma dischiude ad ogni uomo possibilità, che in Cristo, acquistano dimensioni incommensurabili.
Il Papa indica con ferma chiarezza:

1° – “Maria SS.ma testimone di Dio nel mistero della redenzione dell’uomo e del mondo”.
Il Santo Padre a questo proposito ci afferma:
“ Noi vogliamo vivere questo giubileo accanto a Maria; Lourdes è il luogo adatto per questo accostamento; qui altre volte, la “bella Signora” parlava con una giovane semplice di Lourdes, Bernardetta Soubirous, Ella recitava con lei la corona, Ella 1’ncaricava di alcuni messaggi. Venendo in pellegrinaggio a Lourdes, noi vogliamo nuovamente entrare nel quadro di questa grande straordinaria vicinanza, che qui non è mai venuta meno ma, al contrario si è consolidata.
“ Noi veniamo in pellegrinaggio a Lourdes per riaccostarci al mistero della Redenzione. Nessuno più di Maria è immerso nel seno della Redenzione, e nessuno più di Lei ci può accostare a questo mistero. Ella si trova nel cuore stesso del mistero, noi desideriamo che nell’Anno dello straordinario Giubileo batta più forte in noi il cuore stesso dei mistero della redenzione, è per questo che noi veniamo qui a Lourdes.

2° – Il Papa, con linee sicure circa la santificazione dei dolore a beneficio della chiesa, afferma che “la sofferenza cosciente, accettata con fede, e offerta ci rende cooperatori di Cristo “.
La fede unisce il dolore a quello del Redentore che si è come immerso nella miseria del mondo per essere solidale con lui, nella lotta, nella morte e nella resurrezione.
A questo punto particolare il Papa con tanta amabilità dice:
Cari ammalati, vorrei lasciare nel vostro ricordo e nel vostro cuore tre piccole luci che mi sembrano preziose.

Prima di tutto, qualunque, sia la vostra sofferenza, fisica o morale, personale o familiare, apostolica e perfino ecclesiale, è necessario che voi ne prendiate lucidamente coscienza, senza minimizzarla e senza esagerarla, con tutti i turbamenti che essa genera nella vostra sensibilità umana: scacco, inutilità della vita, ecc.

Poi, è indispensabile procedere sulla via dei l’accettazione. Sì, accettare che sia così non con rassegnazione più o meno cieca, ma perché la fede ci assicura che il Signore può e vuole ricavare il bene dal male. Quanti qui presenti potrebbero testimoniare che la prova, accettata con fede, ha fatto rinascere in essi la serenità e la speranza… Poiché vuole trarre il bene dal male, il Signore vi invita ad essere voi stessi attivi, per quanto vi è possibile, nonostante la malattia, e se siete handicappati a responsabilizzare voi stessi con le forze e i talenti che disponete, nonostante l’infermità. Coloro che vi assistono con il loro affetto e con il loro aiuto, ed anche le Associazioni di cui fate parte, come le Fraternità dei malati, cercano giustamente di farvi amare la vita e di svilupparla anche in voi, per quanto è possibile, come un dono di Dio.

Infine, rimane ancora da compiere il gesto più bello: l’oblazione. L’offerta, effettuata, per amore dei Signore e dei fratelli, permette di raggiungere un grado talvolta molto elevato di carità teologale, e cioè di abbandonarsi all’amore di Cristo e della SS. Trinità per l’umanità. Queste tre tappe vissute da ciascun sofferente secondo il suo ritmo e la sua grazia, gli recano una meravigliosa liberazione interiore. Non è questo il paradossale insegnamento riferito dagli evangelisti: “ … colui che perde la sua vita per causa mia, la troverà “ (Mt 16,25)? Non è questo l’atto evangelico di abbandono, provato così intimamente da Bernadette di Lourdes e da Teresa di Lisieux, malate per quasi tutta la loro vita? Cari Fratelli e Sorelle sofferenti, partite di qui fortificati e rinnovati per la vostra “ missione speciale “! Voi siete i preziosi cooperatori di Cristo, nell’applicazione nel tempo e nello spazio, della Redenzione, che Egli ha realizzato una volta per sempre e a beneficio dell’intera umanità con i misteri storici dell’incarnazione, della Passione e della Risurrezione. E Maria, sua e vostra Madre, sarà sempre a voi vicina!
Vivere questo programma accanto all’Immacolata nell’itinerario delle “ tre piccole luci “ che ci illuminano vuoi dire tenere viva nello scrigno dei nostro cuore la fragranza del nostro incontro con Maria SS.ma.
L’anno entrante dal 25 luglio al 1° agosto, noi potremo rivivere la stessa gioia di quest’anno presso la Grotta di Massabielle in una gioia accresciuta per un anno di fedeltà agli impegni che con l’Immacolata abbiamo presi.

Sac. Luigi Novarese