L’Ancora: n. 5 – maggio 1969 – pag. n. 1-6

Considerando la volontà dei Verbo che “si annienta” e si mette nelle mani della Vergine Santa, in vista del piano redentivo, cerchiamo di comprendere e vivere la nostra offerta all’apostolato, mediante la quale sull’esempio dei Cristo ci poniamo nelle mani di Maria Santissima per attuare un programma ben preciso di evangelizzazione richiamato, in tempi a noi recenti, a Lourdes ed a Fatima. Proponendoci di vivere in chiara impostazione di vita spirituale la mentalità, idee ed opere, dei capo dei Corpo Mistico nel tempo storico che viviamo, epoca di ricerca e di contestazione, dobbiamo, se desideriamo avere la “sua” mentalità, vivere una vita di umiltà e di ubbidienza. Umiltà ed ubbidienza nostra personale, unita all’umiltà ed all’ubbidienza del Cristo che costituiscono dell’uomo la sua grandezza e la gloria perenne. Nell’impostazione di tale programma, sempre vivo ed attuale, perché inerente allo stato della nostra caduta a causa dei peccato, cerchiamo di cogliere anche due note caratteristiche che fioriscono nella virtù dell’obbedienza, la fiducia e l’abbandono. Il Verbo Eterno si è fidato di Maria Santissima ed è quasi rimasto nell’anticamera della Madonna, attendendo il Suo “sì” per compiere attraverso l’accettazione dell’Immacolata il Suo primo atto di ubbidienza con la donazione di se stesso. “Ecco la serva dei Signore”, ed ecco il Figlio di Dio che si fa uomo, che diventa carne, che si pone in uno “stato permanente di bisogno, di umiltà, di ubbidienza” essere rivestito di umanità significa essere incatenato nell’ubbidienza. La carità aveva spinto il Figlio di Dio all’ubbidienza che ripara e come la prima disubbidienza aveva avuto inizio da una donna dimentica della carità di Dio, così, l’ubbidienza che risolleva ha Inizio da un atto di ubbidienza della nuova Eva che, in, quel momento rappresentando l’umanità, accettava nel proprio seno, reso santo e fecondo dall’azione dello Spirito Santo, il vero frutto di salvezza che redime e santifica. Fissiamo il nostro sguardo su Gesù Bambino e vediamo la Sua totale fiducia nell’Immacolata. E’ a Lei che si abbandona, è di Lei, quindi, che si fida. Anche la santificazione dei Battista avviene attraverso l’ubbidienza dell’immacolata all’azione dello Spirito Santo. Il Figlio di Dio, fattosi figlio di Maria Santissima fiduciosamente attende lo svolgersi degli eventi per dare inizio al l’adempimento delle Scritture. Non ci sia strano vedere come il Figlio di Dio, l’Uomo Dio, si sia in tutto sottomesso ad una creatura, ad una donna. Come una donna aveva rovinato l’umanità, cosi una donna, unita all’Uomo-Dio, incominciava a donare la salvezza. Il Battista è il primo membro che viene unito ai Capo per mezzo dell’ubbidienza della Vergine Santa. Ma ammiriamo ancora più l’ubbidienza dei Figlio che attende l’acquiescenza della volontà della Madre alle cause seconde per inserirsi nel piano profetico della Redenzione. il Figlio di Dio prima ancora di venire alla luce ha voluto sperimentare per mezzo della Madre la umiliazione e l’ubbidienza, “Per loro non c’era posto”: è il primo diniego che il Cristo sente attraverso l’ascolto della Madre; è la prima ripulsa dei superbi, di chi sta bene, che non vuole comprendere i bisogni altrui. Il Figlio di Dio si fida della propria Madre e attraverso la scelta da lei fatta vediamo il gusto dei Creatore: meglio nascere in una capanna povera, squallida, imbrattata magari dal passaggio delle bestie, ma pura, che nascere a contatto dell’ipocrisia, dell’egoismo e della sporcizia morale. Le mani pulite o meno non dicono la purezza dei cuore, avrebbe un giorno insegnato Gesù e così, fin dalla Sua nascita, Incomincia ad operare per subito dimostrarci la Sua mentalità. La mentalità dei Cristo che si è manifestata attraverso l’azione di Maria Santissima ci dice l’ubbidienza totale della Vergine allo Spirito Santo. Ma lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio e non parla da solo: “Lo Spirito Santo ripete tutto quello che ascolta da me” ed allora lo Spirito Santo operava nel cuore di Maria Santissima perché il Verbo Eterno voleva che la propria Madre avesse questa lineare impronta d’umiltà e d’ubbidienza, desiderando attraverso di Lei, già dalla Sua Concezione e dal momento della Sua nascita, sperimentare e insegnare l’umiltà e l’ubbidienza.

La Chiesa ha diritto alla nostra ubbidienza

In questo momento storico della Chiesa in cui tanti membri di essa sono in subbuglio per spirito di insubordinazione, di critica, di individualismo, di affermazione della propria personalità, dobbiamo più che mai cogliere la mente dei Divin Salvatore.
La vera personalità umana è quella che nella umiltà e nell’ubbidienza riannoda, con l’aiuto della grazia, i vincoli tra lei e Dio e tiene la concupiscenza in stato di totale sotto missione.
Ogni cristiano è tenuto a fare della propria vita una testimonianza viva, vera, costante dei Cristo. Questo è quanto vuole la Chiesa. Anche noi “Volontari della Sofferenza”, “Fratelli e Sorelle degli ammalati”, appartenenti alla “Lega Sacerdotale Mariana” siamo chiamati a fare della nostra vita una testimonianza viva, vera, costante dei Cristo e aderente alle necessità dei momento che viviamo. Questa testimonianza deve essere adesione totale al Cristo, con una testimonianza di ubbidienza pari alla Sua, non potendo esserci un cristiano che non nutra nel proprio cuore gli stessi sentimenti di ubbidienza dei Cristo. Non ci può essere un cristiano che dissenta dal proprio Capo come un membro dei corpo non può dissentire dalla volontà della persona. Ma non basta essere uniti al Capo dei Corpo Mistico, la Chiesa è una società perfetta e visibile, per cui dobbiamo, con la medesima intensità essere uniti coi Capo della Chiesa, Il Vicario di Nostro Signor Gesù Cristo, il Santo Padre. Il Papa ha diritto alla nostra totale ubbidienza, alla nostra sottomissione, alla nostra fiducia, al nostro completo abbandono alle sue direttive; e quando vediamo che ci sono creature che si ribellano e che ripetono il loro “no”, come un giorno in cielo gli spiriti superbi, dobbiamo immediatamente stringerci attorno al Cuore di Cristo e attorno al Cuore dei Papa per ripetere all’Uno ed all’altro che noi vogliamo essere una sola cosa con loro. Dobbiamo con la nostra personalità cristiana dare quella testimonianza che il mondo attende, ed è la testimonianza della ubbidienza incondizionata, più profonda; la testimonianza dell’ubbidienza che si fida, che si abbandona, che si identifica con il Capo che è in cielo e con il Capo visibile che è in terra. Tale fiducia e tale abbandono saranno in diretta proporzione dei nostro spirito di fede. Dobbiamo animarci del più profondo spirito di fede, perché l’autorità del Papa arriva a noi attraverso i legittimi Superiori, e noi sappiamo che nei Superiori non dobbiamo ricercare le doti umane, intelligenza, grandezza di vedute, persona gradevole o meno, bensì dobbiamo vedere il rappresentante di Dio. Questa è la testimonianza che logicamente scaturisce dalla nostra consacrazione alla Madonna. Questa è la testimonianza che dobbiamo dare, che i segni dei tempi esigono, che la Chiesa attende. Questa è la fisionomia spirituale uniforme, cioè uguale a tutti, che il Centro auspica e vuole da ogni iscritto.
Dei resto aderire ad un apostolato dalla Chiesa approvato, significa totalmente aderire alla spiritualità che impegna e vuole da ogni !scritto, e la spiritualità dei Centro è:
1) l’imitazione incondizionata dell’immacolata e dei Cristo attraverso l’umiltà e l’ubbidienza;
2) l’attaccamento incondizionato alla persona ed all’insegnamento dei Vicario di Cristo. E’ troppo richiamare ed esigere quanto sopra da tutti gli iscritti? Non mi pare. Si tratta di un serio impegno di santità che non può avere altri mezzi che quelli presentati, vissuti e raccomandati dal Cristo.

L.N.