L’Ancora: n. 6/7 – giugno/luglio 1960 – pag. n. 25-29
Il titolo è attraente, perché avvertiamo in noi una sete inestinguibile di cercare sempre qualcosa di nuovo per andare incontro alle esigenze delle anime.
Si è quindi presi dal desiderio di provare mezzi nuovi, vedere nuove possibilità per risvegliare nei cuori il desiderio di Dio, il desiderio della santità.
Il movente di questa ricerca è certamente nobile e santo, ma nasconde i suoi pericoli. Non che si voglia accennare anche alla più piccola perplessità dinnanzi a tante anime, che vogliono scoprire orizzonti nuovi, ma sta di fatto che esiste il pericolo di vedere anime buone, che nella ricerca di nuovi mezzi e nei continui esperimenti passano il loro tempo, facendo progetti e provando nuove esperienze, che se da una parte danno il senso dell’azione, dall’altra, invece, finiscono con l’inaridire l’anima assetata di Dio.
Nell’ambito poi della conquista della vita interiore ci sono dei mezzi che non sono e non saranno mai sostituiti: la preghiera, la predicazione, il raccoglimento, gli esercizi spirituali, senza menomamente parlare della necessità assoluta e basilare dei Santi Sacramenti. Se i mezzi di apostolato non conducono ad una vita più intensa di grazia in noi, ad una vita più raccolta e più appoggiata in Dio, essi non sono buoni mezzi di apostolato.
Nel settore degli ammalati (prendiamo particolarmente in considerazione quegli elementi che non essendo affetti da forme acute non hanno una speranza di rapida guarigione, indifferentemente se vivono a domicilio o in luoghi di cura o di ricovero) i mezzi di apostolato che mirano ad una formazione intensa di vita interiore possono essere aggiornati col progresso della tecnica moderna, come lo è stato fatto in tanti settori anche per i fedeli.
Che significa ciò? Si vuole forse dire che i mezzi finora usati non corrispondono più alle moderne necessità di conquista e di formazione dell’ammalato?
Nemmeno per idea!
Basti considerare a fondo l’azione caritativa ed assistenziale di San Giovanni di Dio, di S. Camillo de Lellis, di S. Vincenzo de Paoli con le sue Figlie della Carità, di Sant’Antida Thouret con le sue Suore della carità, di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, di Don Guanella e di tanti altri, che hanno svolto e svolgono ancora oggi per gli infermi, per immediatamente concludere che nella Chiesa santa di Dio gli ammalati sono stati sempre al centro di tutti i problemi.
Se noi però consideriamo che l’opinione pubblica è sotto il fuoco continuo della Stampa-Radio-Cine, come non cercare di servirci anche di tali mezzi, come pure di tutti gli altri mezzi che la tecnica moderna pone a disposizione per far comprendere all’ammalato che egli non è un menomato, un a solo, un relitto, ma che in realtà egli ha delle grandi possibilità costruttive nella cristiana società?
Il Centro Volontari della Sofferenza, guardando con fede all’esempio di tali grandi e luminosi fari della Chiesa, facendo suo anche il settore caritativo che loro hanno insegnato; in modo particolare mira a portare a contatto degli ammalati, mediante l’uso della tecnica moderna, tutti quei mezzi di formazione spirituale, che l’esperienza secolare della Chiesa ha già provato, collaudato ed assicurato.
I mezzi di apostolato DEVONO indurre nel soggetto una più intensa vita di unione con Dio, altrimenti essi lasciano il tempo che trovano. I mezzi moderni posti poi a nostra disposizione, devono essere usati come strumenti, di cui ce ne serviamo per arrivare con più facilità ed in più vasto raggio alle anime.
Tra i mezzi di formazione spirituale che mai saranno sorpassati bisogna porre gli Esercizi Spirituali e tra i diversi metodi, quello di Sant’Ignazio da Loyola, Patrono e Maestro dei Santi Esercizi.
La tecnica odierna a tale proposito, per quanto riguarda gli ammalati, non sta nel pensare di fare un corso mitigato degli Esercizi di Sant’Ignazio, ma nel porre tutti gli ammalati, anche barellati nella possibilità di uscire dal proprio ambiente e poter essere trasportati in luoghi tecnicamente preparati per poter seguire gli Esercizi Spirituali come fanno i sani. Il metodo degli Esercizi che il Centro Volontari della Sofferenza propone è quello di San Ignazio, silenzio compreso. Dal 1952 sono stati iniziati tali Corsi di Esercizi Spirituali per sofferenti anche immobili e la esperienza avuta con migliaia di ammalati largamente conferma tale opportunità.
Per convincersi di tale necessità, sia sufficiente considerare che gli ammalati, specialmente quelli che non possono muoversi, non hanno la possibilità di confessarsi, quando e da chi vogliono. Anche in Case tanto benemerite per gli ammalati, ove gli ammalati sono ottimamente assistiti, ben sovente accade che per quanto riguarda la vita dell’anima, gli infermi sono costretti a ricorrere, “ per anni “, sempre alla stessa persona, senza la possibilità di avere altri Sacerdoti esterni che diano loro la libertà di coscienza! E ciò non per noncuranza o per partito preso, ma unicamente perché si pensa che l’ammalato è buono per natura, che ha bisogno di assistenza, di comprensione e di conforto e niente più.
All’infermo incombe, come ad ogni cristiano, l’imperativo di raggiungere la santità ed anche egli ha “ diritto” come i sani di usare di tutti i mezzi per raggiungerla con piena libertà di coscienza.
L’ammalato ha il suo settore di attività e questo è unicamente il campo soprannaturale, ha i suoi problemi, le sue difficoltà, le sue sconfitte, il peso di una malattia che può anche in tanti casi influire sullo spirito, ha, in una parola, sue esigenze, come per lo meno le hanno i sani.
È bene portare gli ammalati nei Santuari Mariani perché grandissimo è il vantaggio che essi ne ricevono, ma è pure necessario portare i sofferenti a fare gli Esercizi Spirituali.
Non è forse la Vergine Santa che a Fatima ha fatto fare ai tre pastorelli la meditazione sull’inferno, facendo vedere ad essi lo stato dei dannati?
Come allora si reggono le obiezioni di coloro che dicono che non bisogna affliggere i sofferenti, già tanto afflitti, con meditazioni sulla morte, sul giudizio e sull’inferno?
È per tutti sempre valida l’affermazione: “ ricordati i novissimi e non peccherai giammai “.
Agli Esercizi Spirituali seguono immediatamente almeno due giornate di studio sulla valorizzazione della sofferenza.
Il compito delle giornate di studio è di stendere un programma d’azione e di conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato, per porlo a servizio di Maria Santissima, in vista di attuare le Sue richieste rivolte a Lourdes ed a Fatima. Le giornate di studio sono giornate di chiarificazione, di perfezionamento affinché ognuno, conscio della propria responsabilità, sia un elemento di punta tra i fratelli doloranti. Se negli esercizi Spirituali si sono posti a fuoco i problemi vitali dell’anima, nelle giornate di studio si vedono i primi risultati. In esse si stabiliscono le grandi conclusioni che dovranno poi essere attuate durante un anno di attività.
Accanto al mezzo regale degli Esercizi Spirituali e delle giornate dì studio, il Centro Volontari della Sofferenza porta agli ammalati la tecnica moderna della Radio, della Stampa, dei Raduni, dei laboratori per ex ammalati rimasti impediti.
Con quanta delicatezza tali mezzi debbano essere usati, ognuno lo comprende.
La voce della Radio che entra nella camera di un ammalato non deve distrarre, non deve creare i1 senso della ribellione, non deve nemmeno risvegliare tendenze latenti. Non tutta la musica è adatta agli infermi, ma ciò non perché ci siano più o meno riferimenti a malattie o morti, ma perché è per lo meno antiumano suscitare passioni in persone che talvolta non hanno nemmeno l’equilibrio dell’organismo per opporre una adeguata resistenza al male.
La Radio per ammalati deve corrispondere alle esigenze della categoria a cui si dirige, deve saper impostare e risolvere il grande “ perché della sofferenza “.
E cosi dicasi della Stampa e di tutti gli altri mezzi.
Occorre curare i corpi ed esercitare la magnifica assistenza corporale e spirituale ai sofferenti, ma occorre altresì prendere tutta la tecnica moderna e porla a disposizione di questo grande settore, che tra tutti è quello che può dare maggiori frutti di grazia per la ricostruzione della cristiana Società.
Novarese
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