L’Ancora: n. 6 – giugno 1952 – pag. n. 2-4

« Sono venuto in questo mondo a portare il fuoco e che voglio se non che si accenda? ».
Quali riposanti attrattive ha per noi ammalati il Cuore di Gesù! Certamente perché noi, più degli altri, sentiamo il bisogno del calore, dell’amore. Si direbbe quasi una legge di natura: la malattia sembra isolare, strappare dagli affetti mentre il cuore, in contrapposto, sente la necessità di trovare un appoggio sicuro, fedele, costante.

Il Cuore di Gesù si presenta a noi proprio sotto l’aspetto del suo amore divino e umano, concretizzato simbolicamente come funzione del cuore. Il suo cuore vuole essere quindi per noi asilo sicuro, vuole che noi troviamo riposo in Lui. Gesù vuole che si attuino le sue parole: rimanete nel mio amore. Rimanete in me, perché il mio regno è dentro di voi.
L’amore delle creature tante volte viene meno, e, per noi, forse è venuto meno con l’affievolirsi della vita e della salute.
L’amore del Cuore di Gesù, mai invece viene meno.

« Se anche tuo padre e tua madre si dimenticassero di te, io invece, non mi scorderò ».
E Gesù continuando il pensiero della Sacra Scrittura, dice: « O voi tutti che siete in pena ed aggravati venite a me, io vi ristorerò ». «Il mio giogo è leggero e soave», perché basato sull’amore, perché portato non da solo ma con me.

L’uomo è creato per Iddio, a lui deve tendere con tutte le sue forze se non vuole essere un fallito nella vita. L’ammalato più di qualsiasi altro deve tendere a Dio, non solo come creatura ma perché associato, per, elezione, al piano redentivo di Gesù. Non siete voi che avete scelto me, ma Io che ho scelto voi, disse Gesù ai suoi apostoli. Parole che possiamo applicare anche agli ammalati, perché attraverso le cause seconde, una disfunzione, un incidente, siamo stati trasportati dal piano attivo fisico al piano dell’azione spirituale. In quest’ordine di azione, l’unione con Gesù è essenziale.

Talvolta, noi siamo peggio dei ciechi, che non vedono. Questa maniera di essere eletti, non la vediamo, non la comprendiamo, non la vogliamo. Eppure, è una posizione di privilegio: è quella destinata al Figlio di Dio. Portato in questa maniera, il giogo di Gesù non è pesante, ma leggero e soave, perché portato con Lui, il cui cuore pulsa vicino al nostro.
Il progresso della Società è in funzione di questa conoscenza e di questo amore. Il progresso della società sarà ancora in funzione della tua partecipazione alla vita divina del Cristo, per illuminarne attorno a te.
San Giovanni Evangelista, l’Apostolo dell’amore lasciò tutto, la propria rete, il proprio padre.
Anche tu fratello sofferente, ti sei appartato da tutto, ti sei ridotto a vivere in una stanzetta, isolato, o in ospedale per essere discepolo del Cuore che tanto ha amato gli uomini.

La Madonna a Fatima con tanta accorata tristezza ha esclamato: « Basta col peccato, che tanta offesa reca al Cuore del mio Gesù ed al mio Cuore Immacolato ».
Come se ciò non bastasse la Madonna ha pure richiesto la Santa Comunione nei primi sabati del mese per la riparazione dei peccati che offendono il Cuore del Suo Divin Figlio.
L’umanità è divisa, l’umanità è gelida ed avvolta nelle più dense nebbie perché il sole del Cuore di Gesù non brilla su di essa. Gli uomini hanno chiuso dinanzi a Lui le finestre delle anime loro ed hanno detto « vogliamo fare da soli, non vogliamo che Costui regni sopra di noi ».

Noi ammalati invece dobbiamo essere anime inondate dalla luce del Cuore di Gesù. Noi dobbiamo essere fari posti ai margini della società per illuminare quelli che tanto affannosamente corrono. La nostra fede può illuminare, la nostra carità può infine riscaldare. Bisogna. E’ l’onore e l’amore del Cuore di Gesù che lo esigono.
E’ assolutamente necessario estendere il messaggio della Madonna: preghiera e penitenza, basta col peccato.
Il messaggio della Vergine Santa che è per tutti un dolce comando, per noi, oggi è di grandissima attualità.
Il Papa, il Vicario visibile di nostro Signore Gesù Cristo, Si è degnato di precisare l’apostolato dei sofferenti nel Suo augusto messaggio fattoci avere tramite la Sua Segreteria di Stato: l’ammalato sia apostolo presso l’ammalato per moltiplicare così il bene attorno a sé.

Ma non è questa la tattica dell’apostolato dei Volontari della Sofferenza? Essere i propagatori del messaggio della Madonna ed essere i conduttori del calore del Cuore di Gesù in mezzo alla società è la nostra finalità.

L’invito all’apostolato, alla conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato deve essere per noi, proprio da oggi in avanti un comando. Non restiamo inerti. E’ il Papa che lo vuole e ce lo dice. La parola del Papa è luce e guida per le anime unite a Lui. La nostra vita vale in quanto noi abbiamo operato. Sappiamo che si può operare in tante maniere. Operare nel piano dello spirito vuol dire operare per l’eternità.
Se noi restiamo nel Cuore di Gesù le nostre opere riporteranno frutti duraturi che non si perderanno con la morte. E con Lui noi opereremo come ha operato Lui e faremo cose maggiori di quelle che Lui stesso ha operato nella Sua vita terrena, perché è sempre Lui che opera in noi. E’ sempre Maria SS.ma, nostra dolcissima Mamma, che supplendo alle nostre deficienze intercede per noi da Gesù tutto quello di cui noi abbiamo bisogno.

L. N.