L’Ancora: n. 5/6 – maggio/giugno 1977 – pag. n. 25-26

Sui giornali italiani viene lungamente riportata la polemica riguardante l’aberrazione delle trasmissioni televisive di Dario Fo sulla vita di Cristo, presentata con falsità, con profanazione, dissacrazione e scandalo.
Un contrasto che fa veramente soffrire e che spinge ad affermare con forza che il Cristo si è veramente incarnato, ha volontariamente sofferto per amore, si è addossato tutte le nostre colpe, con la Sua morte ci ha ridonato la vita e con la Sua risurrezione di ha incoraggiati a sperare in una eredità eterna da Lui acquistata con il Suo sangue, costituendoci figli di Dio, coeredi del Cielo.
A che cosa mira darci Dario Fo con le sue menzogne? Che risposta dà al dolore, alla morte il signor Fo? Pensa forse che morto lui la vita non continua? Non sa che Dio Creatore e Redentore esiste e attende anche se non lo si ammette? Sa Dario Fo computare i danni morali creati nell’animo di tanti innocenti o sprovveduti?
Che pensa fare per riparare a tanto male che è a lui chiaramente imputato?
Dice bene Pascal: “Cristo è in agonia fino alla fine del mondo”. La realtà della sofferenza dell’offesa di oggi completa infatti la sofferenza vissuta dal Cristo in quel terribile Venerdì Santo. Cristo vide, allora, tutte le sofferenze che nel tempo si sarebbero accumulate sul cammino di coloro che lo avrebbero seguito.
Vide il tradimento di coloro che, come Giuda, lo avrebbero venduto per un momento di passione, di superbia, di egoismo e di immoralità. E vide anche le vittime innocenti di questi serpenti velenosi che, in nome dell’arte e della evoluzione, avrebbero ferito a morte tante anime innocenti.
La derisione di oggi riguardo all’immolazione del Figlio di Dio offertosi per salvarci è la continuazione della derisione dei traditori di allora che sadicamente risero sui tormenti della Sua agonia e della Sua morte in croce.
Lo scherno brutale, triviale che oggi sugli schermi della nostra televisione, offende la Vergine Immacolata è la continuazione degli insulti che fecero soffrire la Madre del Salvatore lungo la via dolorosa e sul Calvario. E tutto questo dolore era presente a Gesù che consumava il Suo sacrificio sulla Croce e, senza dubbio, fu tra i più atroci tormenti che ferirono il Suo Cuore.
Gli sgherri, i pagani, i traditori, i falsi cristiani continuano a deridere la Croce ed i veri cristiani, con l’intento diabolico di “svuotarne il senso ed il valore” e di scoraggiarne i seguaci. La sofferenza, inoltre, di tanti cristiani di oggi non è altro che la sofferenza dei discepoli e delle pie donne di allora.
La lotta tra il bene ed il male continua. Le tenebre cercano di contendere alla luce il diritto di illuminare i passi delle creature, perché possano raggiungere il posto preparato dal loro Creatore. Chiamati a vigilare, a pregare ed a lottare sono tutti i cristiani di oggi come quelli di ieri. Se vi è però un impegno maggiore, questo riguarda i sofferenti. Coloro che sono chiamati a continuare la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo nel tempo sono anche chiamati ad intensificare la loro unione con Lui, mediante l’offerta santificata dalla Grazia e dall’amore per riparare ed impetrare.
Coloro che hanno scelto di camminare con l’Immacolata, per vivere ed aiutare a vivere il Suo programma, devono proseguire il loro cammino nonostante le derisioni, gli schemi, i maltrattamenti di coloro che vorrebbero infangare il Volto della Madre celeste per non far vedere le lacrime che versa a causa delle offese che continuamente si commettono contro il Suo Gesù ed il Suo Cuore Immacolato. Dobbiamo reagire contro questo fango dilagante in piano interno prima di tutto, e poi anche in piano esterno.
In piano interno: pregando, soffrendo ed offrendo, associandosi alla preghiera, alla sofferenza ed all’offerta di Gesù e di Maria Santissima. La sofferenza orante ed il lavoro santificato formano insieme la forza capace di asciugare le “paludi infette” in cui vive buona parte dell’attuale società.
In piano esterno: manifestare la nostra disapprovazione, dicendolo ad alta voce, scrivendo anche il proprio parere singolarmente e in forma associata a chi osa toccare questi punti fondamentali della fede. Nessuno oserebbe in India, o in Cina, o nel mondo islamico, toccare i cardini delle credenze religiose dei popoli, come nessuno in Italia si permetterebbe di infangare o deridere le correnti avverse alle proprie ideologie.
L’incredulità si affronta con argomenti di ragione e di fede, mai con quelli dello scherno e della dissacrazione. Questi atteggiamenti hanno un solo scopo, cercare di mettere a tappeto tutte le resistenze umane e soprannaturali per fare degli uomini una massa incosciente da manovrare.
È necessario che vengano gli scandali “ma guai” a chi li provoca.

La Direzione