L’Ancora: n. 3 – luglio/agosto 1950 – pag. n. 1-2
Il Santo Padre dalla villa di Castel Gandolfo, posta come osservatorio sul mondo, ha parlato, chiamando tutti i fedeli a pregare e fare penitenza per allontanare dalle nazioni il pericolo di una nuova guerra.
Ecco la Sua venerata parola:
«… Se pertanto la guerra, soprattutto oggi, si presenta ad ogni osservatore onesto come qualcosa di terrificante e letale, è da sperare che mediante lo sforzo di tutti e in special modo dei reggitori dei popoli – siano allontanate le oscure e minacciose nubi, che sono tuttora causa di trepidazione, e risplenda alfine tra le genti la vera pace. … Sarà cura del vostro zelo pastorale – dice l’Augusto Pontefice ai Vescovi – non solo quella di esortare le anime a voi affidate ad elevare a Dio ferventi preghiere, ma altresì ad incitarle a pie opere di penitenza e di espiazione, con cui possa essere placata la maestà del Signore offesa da tanti gravi delitti pubblici e privati ».
Se tutti i fedeli sono invitati a pregare e a soffrire, che dire di voi ammalati, destinati per un disegno particolare di amore di Dio a cooperare con Lui, pregando e soffrendo per l’umanità?
Se l’appello del Santo Padre è rivolto a tutti perché tutti hanno l’obbligo di pregare e soffrire, nel limite voluto da Dio, in modo particolare è diretto a voi, cari amici ammalati. Sono dirette a voi le belle parole dell’augusto radio-messaggio del 21 novembre scorso: « la missione che voi avete, noi con la nostra pienezza apostolica ve la confermiamo e benediciamo ».
Qualcuno ha avuto il coraggio di affermare che la malattia è un male ed un peso inutile per la società. Niente di più falso: la malattia, soprannaturalmente parlando è un bene quanto mai utile alla società.
Il Signore sempre sapiente nei suoi disegni ha mutato il castigo in tesoro; per cui mentre il male e la morte avrebbero potuto essere fonti di disperazione, con la passione di Gesù sono invece fonti di ricchezza per sé e per gli altri, sono fonti di gioia che donano a tutti la possibilità di dare, riparare, attirare misericordia su tutti quelli che si ama. Nulla è più fecondo del dolore, nulla più necessario e più potente.
É per questo che il Signore ha seminato in questo burrascoso dopoguerra il dolore a piene mani: tutti devono cooperare a ricostruire la società.
La Madonna a Fatima ha chiesto preghiera e sacrificio; uguale domanda ci rivolge il Vicario di Cristo a metà di questo Anno Santo.
Ma mentre le nazioni corrono all’armamento, Voi, ammalati invece siete già armati. Voi siete tutti mobilitati; voi siete dei volontari della sofferenza; voi avete delle forze più potenti della stessa energia atomica: voi possedete il dolore, con cui potete assottigliare e disperdere le nubi foriere di tempesta.
Non tutti comprenderanno che siete stati voi a dissipare questo immane pericolo. Che importa?
E’ così bello essere come il fiore della montagna che sboccia e vive solo per Gesù!
Dovete darvi da fare amici carissimi, perché ogni ammalato sia coscienziosamente al suo posto. Un soldato in trincea che non faccia il suo dovere è un disertore: un ammalato che non soffra come vuole Gesù e come vuole il Papa è ugualmente un disertore della società.
Illuminate tutti i vostri fratelli di sofferenza. Dite loro che restino tutti al loro posto di dolore, che vivano in grazia di Dio se non vogliono che cumuli di energie spirituali vadano disperse e se non vogliono essere dei disertori. Quale grave responsabilità per quegli ammalati che non vogliono comprendere la loro funzione sociale.
A nulla varrebbero i sospiri e le ricerche di compatimento; non cerca compatimento l’operaio che torna alla sera stanco dal suo lavoro, non cerca compatimento il soldato che combatte al fronte, non dovete cercare compatimento voi, consapevoli della vostra alta ed importante missione.
Rendete vivo il vostro dono, offrendo il vostro penare con parole vostre che sgorgano dal vostro cuore.
Chiamate la Madonna presso di voi affinché sappia essa valorizzare tutto il vostro corredo di meriti. La Madonna sarà vicino al vostro letto, sarà la vostra alleata che dirigerà tutti i vostri meriti al Cuore del suo amatissimo Figlio per dissipare il pericolo di una guerra.
Che nessun ammalato abbia il rimorso di essere stato un disertore e di non avere fatto del tutto per stabilire nel mondo la vera pace.
Ogni soffrente sia adunque al suo posto con Gesù Cristo per mezzo di Maria.
L. N.
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