L’Ancora: n. 5 – maggio 1966 – pag. n. 6-8
Il Giubileo indetto dai Papa in quest’anno, è stato causa per noi dl numerosissimi Incontri con le diverse diocesi d’Italia.
Dobbiamo rendere atto di un generale risveglio di apostolato per questa occasione, e di numerosi contatti che sono stati ripresi magari a distanza di anni con tanti iscritti; questa occasione, come Il Corso dei capigruppo tenuto a Re daI 18 al 24 marzo, ci danno però motivo per fare il punto su alcune idee fondamentali.
VITALITÀ
Ogni movimento e organizzazione umana è necessariamente composto da persone vive e cioè, di per sè, per essere attuale deve essere pieno di vitalità.
Questa realtà con il Concilio Ecumenico è stata sottolineata dalla Chiesa. I Silenziosi Operai della Croce e quindi i Volontari della Sofferenza, i fratelli degli ammalati, la Lega sacerdotale Mariana che da essi dipendono hanno quindi il dovere di mettere in pratica quanto i documenti conciliari chiedono e l’apostolato prevede.
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Leggiamo insieme alcuni punti del decreto per l’apostolato dei laici e «quei laici che seguendo la propria particolare vocazione, sono iscritti a qualche associazione od istituto approvato dalla Chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la particolare impronta di spiritualità che è propria dei medesimi».
«Perciò i fedeli esercitino il loro apostolato in spirito di unità. Siano apostoli nelle proprie comunità familiari, quanto in quelle parrocchiali e diocesane, che già sono esse stesse espressione dell’indole comunitaria dell’apostolato, ed in quelle libere istituzioni nelle quali si vorranno unire “.
«Infatti le associazioni erette per una attività apostolica in comune, sono di sostegno ai propri membri e li formano all’apostolato, dispongono bene e guidano alla loro azione apostolica, così che possano sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente ».
FISIONOMIA DEL CENTRO
Il Centro Volontari della Sofferenza non può e non deve essere considerato come un’opera filantropica qualsiasi o una associazione a cui basta dare il nome senza avere precisi impegni susseguenti.
Il nostro è e deve essere un apostolato organizzato, dove ciascun individuo, ciascun centro zona e centro diocesano prendano la propria fisionomia che è una sola, ovunque l’apostolato si estenda.
I CENTRI REGIONALI che si stanno costituendo un po’ ovunque hanno proprio il compito di aiutare i Capi Gruppo, i centri zona, i centri diocesani a trovare la propria fisionomia.
Sono pertanto stati costituiti i seguenti Incaricati Regionali:
· UMBRIA
MARTINO ROCCO – Via Costanzi, 51 – Orvieto (Te)
· ROMAGNA
NANNI MARIA – CUSERCOLE VOLTRI (Forlì)
· PIEMONTE
MARGHERITA QUARANTA – Via A. Meucci, 3 – VERCELLI
· LOMBARDIA
LENA CATTANEO – Via A. Carugati, 22 – Saronno (Va)
· LIGURIA
PIRAS GIOVANNA – Via O. Pane, 1/54 – GENOVA
Ogni diocesi, pur valutando la situazione concreta nella quale si trova, deve cercare di realizzare nel modo più completo i piani di lavoro lanciati dalla direzione nazionale tanto per la struttura di lavoro come per la formazione delle diverse categorie di iscritti attraverso i singoli settori: Bambini, adolescenti, giovani, fratelli e sorelle degli ammalati, capigruppo ecc. ecc.
Altrimenti lo scopo del nostro lavoro, della nostra attività che è quello di formare dei soggetti impegnati ad essere apostoli, a tenere nella società il posto che compete loro come persone impegnate e responsabili nel vivere la propria vocazione, rischia di essere compromesso alla radice.
Sempre più chiara allora si presenta la necessità di un lavoro organico e coordinato, dove si utilizzano al massimo le forze a disposizione, dove si cerca di dare una formazione specifica a ciascuno, dove ogni occasione è sfruttata per quanto può dare, dove non si tende unicamente ad un lavoro di massa limitato al raduni e alle ore di adorazione ma si imposta anche un piano di amicizia e scambio personale, individuare il metodo insomma più sicuro per valorizzare al massimo le energie di ognuno.
La Direzione
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