L’Ancora: n. 6 – giugno 1973 – circolare
Fratelli e figli carissimi, vi scrivo dalla Casa « S. Bernardo di Clairvaux » in Lourdes.
Con Sorella Myriam, don Remigio e Sorella Angela Cavallera, siamo venuti per la prima volta a visitare le due Sorelle — Sorella Maria Teresa Ceccato e Sorella Cecilia Mistrorigo — che da aprile si trovano qui a Lourdes per l’allestimento della Casa.
Ci pare un sogno poter affermare che anche a Lourdes, proprio sul luogo, ove la Vergine Santa, Madre della Chiesa è apparsa, abbiamo una base di apostolato per estendere il Suo programma in tutto il mondo: questo, infatti, è il preciso scopo della Casa aperta qui a Lourdes.
Questa affermazione che può sembrare tanto ardita, dopo l’incontro di Mariazell invece è tanto normale.
Ben 11 nazioni in quell’antico e magnifico santuario dell’Austria si sono riunite per sentire l’esperienza del Centro Volontari della Sofferenza, maturata sul programma dell’immacolata in 26 anni di Apostolato. Oggi, sulle basi del lavoro svolto, guardando il futuro, sentiamo viva la necessità di ripetere ovunque le rIchIeste della Madonna, convinti più che mai che esse sono la base di una vera maturazione psicologico-morale e personale dell’ammalato e di quanti vogliono vivere le linee sicure del Magistero Pontificio, indicate nei numerosi discorsi ed “Atti” del Santo Padre.
Tutto ciò che a Mariazell è stato affermato, tutto è frutto di meditazione e sperimentazione delle parole programmatiche, rivolte dalla Vergine Santa, qui a Lourdes, alla Sua piccola confidente Bernardetta Soubirous, povera, malandata in salute, lenta anche nell’apprendere le prime nozioni del Catechismo, indispensabili per essere ammessI alla prima Comunione.
Quanto sono vere le parole pronunciate duemila anni fa dalla Madre dl Dio e Madre nostra, “ tutte le genti mi chiameranno beata “; qui, a Lourdes, si tocca con mano la verità di questa profezia: moltitudini senza fine cantano le lodi della Vergine Benedetta, “ perché in Lei il Signore ha fatto grandi cose ».
Il canto di lode che a Lei sale dal cuore di innumerevoli Suoi figli che sentono in sé l’esperienza del Suo materno intervento, ancor più forte e più riconoscente deve salire dal Cuore di tanti sofferenti, i quali nei Suoi Messaggi hanno scoperto la loro attiva presenza nella vita della Chiesa, della famiglia e della società.
La nostra preghiera di lode, proprio perché dal Suo materno programma è scesa a noi tanta luce feconda d’azione, deve essere più sentita, più riconoscente, più aperta verso innumerevoli sofferenti di ogni razza e nazione allo scopo di riunirli nel vincolo del programma della Vergine Santa per la salvezza dell’umanità.
Non sono soltanto parole, fratelli e figli carissimi, quelle che vi affermo; come i canti ed il ritmico cadenzare delle ore dalla torre del Santuario dicono il reale passaggio delle folle senza nome e senza distinzioni che imploranti passano dinnanzi alla Grotta di Massabielle, così il nostro apostolato attesta che voi siete la realtà feconda di questo materno intervento della Madre della Chiesa, avvenuto qui a Lourdes. Le opere, infatti, che tutti assieme, dal lontano 17 maggio 1947 ad oggi, abbiamo realizzato dicono che l’immacolata ci ha benedetti e ci ha condotti attraverso gioie e sofferenze fino a quanto di positivo possiamo ammirare nell’ambito del nostro Centro.
Come qui a Lourdes tutto canta la infinita misericordia di Dio, così pure nella vita del Centro: anime che nell’invito dell’Immacolata hanno trovato dalla soluzione e risposta ai propri angosciosi “ perché “, all’inserimento personale nella dinamica azione apostolica.
Come sono belli i disegni di Dio; quanto sono essi pieni di ricchezze dottrinali densi di possibili realizzazioni se integralmente svolti e condotti secondo le sublimi indicazioni del Divin Redentore.
Oggi il Centro incomincia a vedere alcune realizzazioni del Suo programma. Oggi siamo a svolte meravigliose di attività che devono portare le richieste dell’immacolata ad un vero e sentito programma interno integralmente vissuto, denso di vitalità spirituale, e ad una azione esterna diretta a riunire tutti i sofferenti delle diverse nazioni nel medesimo piano di azione.
Ecco, allora, che da Lourdes ho la gioia di presentarvi alcuni punti di lavoro.
CAPPELLA E AULA MAGNA DI RE
La notizia che dal lunedì in Albis u.s. i lavori per la costruzione dell’Aula Magna e della Cappella di Re sono iniziati, ha già percorso tutte le regioni d’Italia. La Rivista l’Ancora già ha riportato le prime fotografie delle fasi di costruzione.
Numerose Diocesi recatesi a Re per gli Esercizi Spirituali hanno constatato la ripresa febbrile dei lavori.
La Cappella, nelle strutture delle fondamenta, è già completa, si incomincia a vedere il luogo dell’Abside e dell’Altare centrale.
I pilastri portanti il tetto anch’essi si stanno profilando mentre parallelamente viene condotta avanti anche l’Aula Magna.
Il lungo arresto è stato superato, l’impresa di costruzione si è impegnata con contratto di terminare entro settembre ca. le strutture grezze, approfittando poi dell’inverno per le rifiniture.
Le aspirazioni di tutto il Centro stanno per essere appagate.
Quante preghiere, quanti sacrifici da parte di ciascuno di noi! Quante parole di commiserazione e di critica sono state dette sul programma di Re, che nel profilarsi poteva sembrare pretenzioso, mentre in realtà, il tempo ha dimostrato che esso andava incontro ad una precisa e categorica esigenza. Oggi, per gli incontri dei nostri iscritti, la Casa « Cuore Immacolato di Maria » non basta più. Da aprile ad ottobre gli ammalati si avvicendano per incontri spirituali.
Chi poi osasse muovere critica alla Chiesa sulla validità, sempre attuale, degli Esercizi Spirituali, svolti sulle verità di massima, vada a Re e ben presto si convincerà che proprio gli Esercizi Spirituali, svolti sulle linee sicure e fondamentali dei novissimi, sono stati i validi ed insostituibili strumenti per la maturazione psicologica spirituale degli iscritti fino a intimamente responsabilizzarli sulla azione ecclesiale e sociale che essi possono e devono svolgere.
Se tanto è stato fatto a Re in tredici anni di vita, tra disagi non indifferenti, per la mancanza della Cappella e dell’Aula Magna, che cosa sarà mai, domani, quando la vita che si potrà svolgere in casa sarà suddivisa tra salone, Aula Magna e Cappella, ove il SS.mo Sacramento sarà sempre esposto?
Soltanto allora si potrà comprendere a fondo l’idea della Casa, perché nella sua quadruplice articolazione si vedrà la funzionalità e convergenza di ogni luogo per un comune ideale che in tutti deve affermarsi mediante un tranquillo incontro con Nostro Signore Gesù Cristo.
Scopriranno orizzonti nuovi quanti colà continueranno ad andare, mentre vicino al Cuore di Gesù, solennemente esposto, ciascuno dei partecipanti, sani ed ammalati, si abituerà a fare con Lui un sincero confronto per vivere gli incommensurabili orizzonti della carità vera, costruttiva, sentita, fatta di fraterna partecipazione e non soltanto di parole.
A CHI IL MERITO Dl OUESTA SICURA RIPRESA DEI LAVORI
Il merito di questa ripresa di lavori va alla carità di una nostra iscritta, Tilde Quarati di Vigevano, la quale aveva dato la sua adesione al Centro fin dal 1948 ed aveva incominciato a collaborare alla pubblicazione della nostra rivista “ L’Ancora “, inviando il materiale per la pagina della Serenità.
In fin di vita, Tilde ha voluto lasciare la sua sostanza al Centro « Volontari della Sofferenza » e quanto da essa lasciato, tutto è stato devoluto per la Casa di Re. Domando molto se a tutti chiedo suffragio per la nostra sorella defunta?
Quanto essa ha lasciato corrisponde quasi alla metà dell’importo preventivato per la costruzione, 110 milioni.
Ora bisogna, con vera gara di generosità, e nel tempo più breve possibile trovare anche il resto per poter celermente camminare con l’impresa ed avere la gioia di avere funzionante entro il mese di maggio 1974 Cappella ed Aula Magna.
Dobbiamo ora trovare esattamente 60 milioni, con i quali si chiudono i lavori per la costruzione della Casa di Re, che, da tempo, cammina senza più alcuna pendenza.
COME FARE?
Se ogni iscritto, siamo 65.000, con un invio mensIle di n. 47.000 copie de « L’Ancora », facesse pervenire al Centro lire 1.000 entro il mese di dicembre, noi potremmo essere sicuri di inaugurare la Cappella e l’Aula Magna per il maggio 1974. Sarà possibile ciò?
Sull’esperienza del passato, tuttavia, so che ogni iscritto può anche non essere in grado di inviare sia pure soltanto L. 1.000 nel giro di sei mesi. Ecco allora l’invito rivolto ad ogni diocesi, anche a quelle impegnate a voler costruire qualcosa per il Centro in vista dell’attività regionale:
1) Gli Incaricati Diocesani degli ammalati e dei Fratelli degli Ammalati, aiutati dal proprio Assistente Diocesano, con vero senso di responsabilità, che ha fondamento nella propria adesione al Centro ed impegno di seguirne le direttive, vedano quali iniziative poter svolgere affinché ad ogni iscritto della propria diocesi possa corrispondere un apporto pari a quanto indicato.
2) L’esperienza comune odierna ben dice che L. 1.000 in sei mesi, non sono una cifra impegnativa; basti pensare quanto costano i quotidiani, le riviste, le sigarette ed il biglietto di un cinema, per convincersi che tale somma è alla portata di quasi tutti i nostri iscritti.
3) Se tale somma, tuttavia, dovesse costituire un vero sacrificio non esiterei ugualmente a proporla, proprio perché il nostro apostolato non è un’attività di beneficenza all’ammalato, ma un apostolato di categoria e anche la categoria dei sofferenti deve aver la gioia di poter attuare i propri programmi come le altre categorie di apostolato.
4) E’ un’idea totalmente fuori luogo e sorpassata il senso di paternalismo e pietismo che spesso si riversa su chi soffre, considerandolo un eterno bambino, bisognoso di compassione e protezione, creatura che non può avere iniziative e che va unicamente sempre aiutata.
L’aiuto, la comprensione, la fraternità sono sentimenti che con piacere ed onore stanno accanto a chi soffre, pietismo, però, no; quello avvilisce e fa doppiamente sentire il proprio dolore.
5) Nella consapevolezza della validità di queste idee con metodo completamente nuovo, per l’iniziativa della Cappella e dell’Aula Magna, oso stendere la mano ai più bisognosi ed ai più malati del nostro Centro, chiedendo il loro personale aiuto, sicuro di essere da loro ascoltato e di non trovare in essi alcuna difficoltà.
6) Come ai tempi della costruzione della Casa “Cuore Immacolato di Maria” avevamo stabilito gli zelatori per la Casa di Re, altrettanto ora stabiliamo “gli zelatori per la Cappella e l’Aula Magna”. Agli zelatori invieremo ancora liste per sottoscrizioni a favore della predetta iniziativa.
7) Ogni Capogruppo dovrebbe immediatamente essere uno zelatore ed i capogruppo sono oltre 2.500.
Se ogni Capogruppo convincesse i membri del proprio gruppo a diventare, a loro volta, “zelatori” del programma annunciato presso i propri conoscenti ed amici, molto prima della fine del corrente anno la gara di generosità potrebbe essere terminata.
Ai più sofferenti, agli immobili, ai più poveri, ai più amanti del programma dell’Immacolata, fiduciosamente affido l’iniziativa.
INCENTIVI ALLA CARITÀ
per dimostrare riconoscenza a quanti aiuteranno l’iniziativa:
a quanti faranno pervenire anche il più piccolo aiuto sarà inviata una testimonianza di gratitudine da parte della Direzione, che sia sussidio per estendere sempre di più l’apostolato.
A quanti offriranno almeno £. 3.000 la Direzione invierà in omaggio il disco con l’Inno dei Volontari della Sofferenza e la preghiera dell’accettazione della volontà di Dio, composta da Papa Innocenzo IV.
Agli zelatori che nelle liste di sottoscrizione raggiungeranno la somma di almeno £. 20.000 saranno inviati i due dischi dei Discorsi di Sua Santità Paolo VI agli ammalati, oppure, a loro richiesta, il grande volume – nuova edizione del Centro – che riunisce tutti i Discorsi di Sua Santità Paolo VI, diretti agli ammalati e pubblicati in occasione del primo decennio del Suo Pontificato.
Qualunque cosa la Direzione faccia per dire riconoscenza a quanto vorranno essere presenti nella Gara di Generosità, so che è sempre poco, consapevole che quanto arriverà sarà frutto di amore, di attaccamento al programma dell’Immacolata e di sacrificio.
Alla Madonna di Lourdes, apparsa qui accanto alla Grotta di Massabielle, affido quanto ho scritto.
Sia la Vergine Santa la Madre buona che continua a parlare al cuore di ogni iscritto, per renderlo vivo ed attivo nel Suo programma d’amore e di riconciliazione.
Si degni la Madonna di scegliere nelle file del nostro Centro tanti collaboratori che l’aiutino ad attuare i Suoi Messaggi, affidati alla piccola Bernardetta ed ai tre pastorelli di Aljustrel.
Attendo, ora, di vedere l’impianto e l’avvio del vostro lavoro con le relative risposte per la Cappella e l’Aula Magna.
VOCAZIONI
Altro problema su cui desidero con Sorella Myriam attirare la vostra attenzione è quello delle vocazioni.
A scanso di equivoci diciamo subito che il nostro Centro in confronto dei grandi perturbamenti che si riscontrano un po’ dappertutto, ha avuto realmente ben pochi tentennamenti e quei pochi, tutti sull’argomento ubbidienza.
Le vocazioni di vita comunitaria tra i « Silenziosi Operai della Croce “ per l’andamento apostolico odierno delle Comunità aperte, e sono 10, sono sufficienti.
Se guardiamo le prospettive della dinamica interna dell’apostolato in continua espansione o in necessità di affermazione, le vocazioni maschili, femminili e sacerdotali sono quanto mai insufficienti.
DA DOVE VENGONO, IN GENERE, LE NOSTRE VOCAZIONI
Le nostre vocazioni tutte provengono dai nostri ambienti di apostolato; dal servizio prestato durante gli Esercizi Spirituali; dalla partecipazione alla vita apostolica diocesana; dall’attività degli Iscritti, diretta a scoprire nuovi elementi.
Un fatto degno dl nota nella storia delle nostre vocazioni è che nella vita comunitaria parecchie sono le vocazioni che raggruppano due o tre sorelle della stessa famiglia.
Sovente all’ingresso di una figliola, a breve scadenza segue l’altro membro familiare, se addirittura non entrano assieme.
Ciò è indice non soltanto della vitalità d’apostolato, ma anche dell’entusiasmo che crea tra quanti lo vivono nell’interno della comunità.
CARATTERISTICHE DELLA VITA COMUNITARIA
a) vita essenzialmente mariana che porta a vivere una vita intimamente cristocentrica attraverso la consacrazione totale a Maria Santissima;
b) dedizione ai fratelli sofferenti nelle Case dell’Opera: Esercizi Spirituali, direzione di apostolato, Scuole di Addestramento Professionale, Case di Lavoro, Case di Ricupero Motorio, assistenza ai Sacerdoti anziani ed ammalati;
c) continuità della Passione del Cristo a beneficio della Chiesa attraverso il proprio personale sacrificio, che è la morte del proprio io, vivendo una vita di totale e sincera obbedienza sull’esempio del Cristo fino all’annientamento del proprio « io ».
NELLA NECESSITA’ Dl AVERE VOCAZIONI A CHI SI RIVOLGE INVITO A NON ADERIRE
— a quanti sono amanti del proprio “io” e delle proprie comodità;
— a quanti sono affetti dal senso di critica più o meno congenito, che li rende sempre scontenti e antipatici ai vicini e ai lontani;
— a quanti sono allergici ai concetti dell’ubbidienza, della Madonna, del Sacro Cuore e della SS.ma Eucarestia, facendosi un cristianesimo a proprio uso e consumo;
— a quanti cercano sempre umane comprensioni, anime gemelle su cui rovesciare i propri sentimentalismi, dimentichi che i sofferenti desiderano accanto alla propria croce dei cuori sensibili, delicati e fermi come quello della Vergine Santa, ma non dei sentimentali e sdolcinati.
A tutte quelle anime affette dai mali sopraindicati, un sentito e cordiale invito a non avanzare richiesta.
A CHI SI RIVOLGE APPELLO
· a quanti amano l’immacolata al punto dì offrirLe la propria esistenza per aiutarLa ad attuare il Suo programma manifestato a Lourdes ed a Fatima;
· a quanti amano stare accanto al Cristo Crocifisso per aiutarlo e sostenerlo lungo il suo mistico calvario attraverso i sofferenti;
· a quanti vogliono aiutare chi soffre e permanentemente sostenerli con la propria attività a scoprire il valore della sofferenza e a renderlo, per quanto possibile, autosufficiente con programmi possibili, realizzabili, validi, dignitosi, che affermano e sublimano la persona in piano umano e soprannaturale;
· a quanti desiderano, in quest’epoca di contestazioni fare della propria vita un sacrificio vero attraverso l’ubbidienza, intesa nel senso più vero e più pieno della sua parola, nella consapevolezza che soltanto nell’ubbidienza vissuta col Cristo si ha la vera spirituale libertà;
· a quanti desiderano sull’esempio delle antiche istituzioni della Chiesa vivere una vita di lavoro e di preghiera che va dai lavori manuali anche nei campi, alle ore di adorazione, alle pratiche di pietà, attuate con metodi attivi e nel silenzio della contemplazione.
DOVE REPERIRE TALI ANIME
· Attorno a noi, nei nostri ambienti, nelle nostre Associazioni, nei nostri incontri.
· E’ la famiglia spirituale dei “Silenziosi Operai della Croce” con le Consociazioni «Volontari della Sofferenza », « Fratelli degli Ammalati » e «Lega Sacerdotale Mariana » che deve preoccuparsi di scoprire vocazioni valide tra i giovani, i bambini, le bambine, gli studenti, i professionisti ed i laureati.
Non è vero che i bambini non siano in grado di avere vocazioni vere e proprie. Nell’esperienza della nostra vita comunitaria abbiamo testimonianze di vocazioni vere, sbocciate a 9, o a 11 anni di età; vocazioni che hanno trovato in Associazione un’ambientazione vera e propria, con apertura agli ideali associativi umani e soprannaturali e che confermano la validità dei metodi formativi. Vocazioni che hanno, nella nostra vita comunitaria, la normale ambientazione per il proprio sviluppo e maturazione; ciò che poteva essere tranquillo possesso a 9 anni, è evidentemente diventato ragionato e custodito possesso a 14 anni, a 19 e a 20 anni di età.
Aiutare ogni anima che aderisce, qualunque sia la sua provenienza, a vivere e sviluppare le note umane, e soprannaturali vocazioni è compito dell’Associazione.
L’Associazione nel rivolgere appello a tutti gli iscritti a darsi da fare per scoprire vocazioni per la continuità ed estensione dell’apostolato, con gioia mette in evidenza ancora un criterio riscontrato valido in questi anni: chi entra in Associazione ha il diritto di entrare con il bagaglio di tutti i propri difetti, purché sia animato di buona volontà di migliorarsi e di santificarsi in tutto, dandosi da fare per imitare la Vergine Immacolata, modello sicuro e perfetto di ogni virtù.
COME OTTENERE NUOVE E SANTE VOCAZIONI
Il Cristo in tutto ci è modello ed anche nella metodologia per ottenere nuove e sante vocazioni. Per l’affermazione delle caratteristiche della Redenzione, Nostro Signore Gesù Cristo ben 5 conflitti avevano avuto con i farisei e soltanto quando questi “ tennero consiglio contro di Lui col fine di farlo morire “ (Mt. XII, 14) diede mano al disegno della chiamata dei 12 apostoli per l’istituzione e continuità della Chiesa.
“In quel tempo — ossia dopo il primo disegno di mettere a morte Gesù (cfr. Lagrange – Sinossi 54) — Egli salì alla montagna per pregare e vi passò la notte a pregare Dio”.
“ E quando si fece giorno chiamò i suoi discepoli e tra essi ne scelse 12, ai quali diede il nome di apostoli”.
Da questo brano emergono chiari alcuni punti:
1) di fronte ad un disegno particolare, prima di procedere alla fondazione della Chiesa, Egli da solo sale su di una montagna e consacra una notte alla preghiera.
2) La vocazione è una libera chiamata.
3) L’ambiente da cui scegliere le vocazioni, i discepoli.
4) La chiamata vera e propria.
Nella necessità immediata di avere vocazioni, il consiglio del Cristo ci viene incontro e ci rimanda il suo esempio:
« Pregate il Padrone della Messe perché mandi operai nella sua messe ».
RICOPIAMO L’ESEMPIO DEL CRISTO
Tutti siamo chiamati a compiere una determinata funzione nella vitalità del Corpo Mistico a beneficio e a sostegno degli altri membri.
Allo scopo però di avere nuove e sante vocazioni che si dedichino alla direzione e al sostegno dell’apostolato dei sofferenti, sull’esempio del Cristo, oso indire nell’ambito del nostro Centro preghiere straordinarie, proprio per ottenere doni straordinari.
Al Padrone della messe, tocca pensare ai tanti ammalati che devono essere illuminati e sostenuti nell’offerta delle loro sofferenze e nel conseguimento di una sana indipendenza personale, dirigendoci soggetti adatti al nostro apostolato.
Il Padrone della messe, però, deve vedere nell’apostolato vera « messe » e deve sentirsi sollecitato dall’Amore che ha in sé a mandare operai, nella suprema finalità della Sua gloria, che non può essere ceduta a nessuno.
Il che significa: il Datore di ogni bene deve riscontrare un fine ed un ambiente sano, un fine che, inserito nei piani divini sollecita il divino intervento; un ambiente sano, ossia, un ambiente, ove si può ragionevolmente presumere che gli operai dediti alla messe si potranno, a parte la libera corrispondenza, sviluppare secondo una caratteristica ben precisa da Lui suscitata e voluta per il bene della Messe stessa.
A noi tocca quindi con preghiera più intensa attirare questo dono da parte dello Spirito Santo.
E’ interesse del Centro che le vocazioni aumentino ed è tra le file del Centro che dobbiamo, prima che altrove, ricercare nuove vocazioni.
Da parte di tutti adunque, si elevi una supplica ardente affinché il Signore, non guardando le nostre manchevolezze, mandi vocazioni, secondo il Suo piano di misericordia.
A ciascuno di voi, come e stato fatto nel primo punto quando si parlava di ricercare i mezzi per la Cappella, stendiamo le mani perché preghiate e preghiate di più, per questa intenzione.
Pregare di più significa dare maggiore tempo ed intensità alla preghiera.
Anche se qualcuno può sorridere per questa richiesta, non sorride però Nostro Signore, il Quale, spinto dalle cause seconde a dare forma stabile al programma di evangelizzare, ci chiede il preciso esempio di ricorrere a preghiere straordinarie.
Non mi pare inoltre che sia il caso di stabilire una forma di preghiera uguale per tutti. Ciascuno di voi è infatti così vario l’uno dall’altro, sia per la malattia, sia per il tempo disponibile e sia anche per il desiderio di darsi alla preghiera.
La corona del Santo Rosario ed il Veni Creator recitati a tale scopo, certamente sono, tra le preghiere, le più belle e le più efficaci, se elevate con cuore contrito e fiducioso.
La preghiera ardente dell’Immacolata certamente ha affrettato l’ora dei miracoli di Nostro Signore Gesù Cristo alle Nozze di Cana.
La nostra preghiera, spinta dal desiderio di attuare il richiamo della Madre Chiesa, può affrettare l’ora di Dio anche nei nostri riguardi.
Alla preghiera occorre poi far seguire l’invito, ricercando vocazioni giovanili nell’ambiente stesso del Cristo: esistono tanti giovani buoni, desiderosi di dare testimonianze precise.
E’ vero che c’è molto sbandamento tra la gioventù, ma è pure altrettanto vero che i giovani amano la sincerità, l’impegno, spinto fino alle ultime conseguenze della testimonianza.
Il programma dell’Associazione è impegnativo e duro: si tratta di affermare punti basilari della vita cristiana in momenti estremamente penosi. Ma appunto per questa ragione facciamo assegnamento sulla generosità dei giovani volendo presentare ad un mondo corrotto la freschezza delle linee della Redenzione, integralmente vissute da cuori candidi, generosi, ardenti di altruismo e di carità viva.
A voi, fratelli e sorelle, sciogliere con la preghiera e la ricerca anche questa difficoltà.
CENTRO PSICOPEDAGOGICO PER LA VALORIZZAZIONE DELLA SOFFERENZA
Dopo vari tentativi di stabilire un Centro Studi per il nostro apostolato ed avere anche cercato di abbozzare statuti, la forma definitiva è sorta: abbiamo dato vita al Centro Psicopedagogico Etico Spirituale per la Valorizzazione della Sofferenza.
Eccone il fine:
Il Centro Psico-Pedagogico-Etico-Spirituale per la Valorizzazione della sofferenza si propone le seguenti finalità:
a) promuovere e facilitare, con tutti i mezzi a disposizione, la formazione psicologica, umana e spirituale del sofferente qualunque sia la categoria a cui appartiene;
b) studio ed approfondimento dei problemi teologici, morali, pedagogici e sociali, che investono, sia in generale, i sofferenti, che tutti quelli che dedicano la propria attività a sostegno degli stessi anche con iniziative, opere, ecc.;
c) studio ed elaborazione di tutti i problemi di qualsiasi natura che interessano i sofferenti e preparazione, con la partecipazione degli ammalati, dei questionari interessanti i sofferenti;
d) edizione, cura e pubblicazione di ogni e qualsiasi studio che tratti argomenti che riguardano anche indirettamente la generale categoria dei sofferenti;
e) preparazione di sussidi integrativi e formativi;
f) espletamento di attività e corsi formativi per coloro che s’interessano ai problemi ed attività dei sofferenti;
g) assistenza sotto qualsiasi forma ed in qualsiasi luogo dei sofferenti.
Il Centro è retto da un Consiglio di Presidenza e da un Comitato Direttivo di programmazione e di studio al quale potranno essere chiamati a far parte Sacerdoti e laici, anche non iscritti alle Consociazioni Apostoliche dei « Silenziosi Operai della Croce », purché di provata moralità, trasparente vita cristiana e specifica competenza scientifica.
Quest’anno abbiamo realizzato l’incontro Internazionale a Mariazell e non è stato possibile programmare altro. Con l’anno entrante, invece, avremo programmi precisi, preparati dal nostro Centro Psicopedagogico.
Avremo docenti presi da diverse parti, ma accanto ad essi dobbiamo poter presentare docenti presi anche dal di dentro delle nostre file, affinché il Centro Psicopedagogico rifletta le linee programmatiche spirituali senza nessun timore di compromesso o di apparire troppo cattolico.
Molta ambiguità questo che abbiamo non vuole avere altri dei principi luminosi Magistero del Papa e circola attorno a noi ed è proprio per dato vita anche a questo settore che pregi di attualità se non l’applicazione e costruttivi della morale vera e del dei Vescovi in comunione con Lui.
INCONTRO DELLE COMMISSIONI DEL CENTRO
Da circa un anno le Commissioni non sono più state chiamate a dare il loro prezioso contributo.
I MOTIVI SONO:
1) desiderio di dare una più efficiente strutturazione.
Le Commissioni, infatti, devono trovare il loro naturale posto di sviluppo e di applicazione nel Centro Psicopedagogico e poi nelle file dell’apostolato del Centro stesso;
2) mancanza di tempo per motivi sostanziali di lavoro apostolico che, nostro malgrado, ci hanno imposto una scelta di priorità di lavori.
Non si sono sottovalutati gli apporti delle Commissioni, ma di fronte ad essi è stato necessario dare la precedenza ad altre incombenze, le cui felici realizzazioni hanno posto l’apostolato su un cammino tranquillo.
Per questi motivi stabiliremo un calendario minimo di partenza per le Commissioni:
— dei giovani;
— dei bambini;
— della attività sociale.
Il mese di novembre sarà il mese degli incontri delle Commissioni.
Tali incontri avranno luogo a Montichiari, sede del Centro Psicopedagogico.
Le Comissioni riprenderanno il loro lavoro dalla considerazione di quanto fatto negli ultimi due anni per stabilire un programma minimo, ma sufficiente per portare avanti le idee d’apostolato in maniera sempre più larga e più aderente alle linee strutturali soprannaturali del nostro Centro.
L’attività che si vuole svolgere deve condurre, prima di tutto, ad una maturazione interna, omogenea, precisa, lenta se volete, ma costantemente ascensionale, che, natura sua, porta ad un allargamento di orizzonti.
Non e diminuendo l’impronta e l’essenza spirituale del Centro che il Centro acquista valore ed ampiezza.
Quella, infatti, e la precisa ragione per cui abbiamo deciso di tenere fermo che nelle Commissioni del Centro possano partecipare soltanto ed unicamente veri iscritti.
Un apporto che non parta da un cuore convinto e deciso di portare avanti determinate strutture non può dare frutti precisi e in linea ascensionale con quanto già da decenni avviato.
L’apporto in Commissione di un contributo da parte di chi non è aderente alle linee fondamentali del nostro Centro abbiamo constatato che:
— fa perdere tempo a chi, con diritto, ha desiderio di camminare speditamente in una data fisionomia ecclesiale;
— porta il pericolo di sminuire l’attività già in corso o di affermare punti al di fuori del nostro programma.
Alcuni contributi, non dati da persone intimamente con-vinte, stavano portando in determinate Commissioni un’ondata di naturalismo che poneva il pericolo di sminuire la nostra impronta decisamente soprannaturale.
Per un vero apporto nelle Commissioni non basta la capacità, oppure l’essere naturalmente portati a determinati argomenti, ma occorre anche una soda formazione spirituale e l’accettazione piena e totale del programma in cui si desidera un inserimento.
Non si sottolinea mai abbastanza questa necessità. Sia sufficiente l’osservare che le Commissioni nazionali sono il vertice delle Commissioni diocesane e regionali.
Con quale tranquillità di spirito gli iscritti delle varie zone trasmetterebbero al Centro Nazionale le loro esperienze e le loro conclusioni, qualora risultasse che al vertice ci possono essere individui naturalmente buoni, magari anche buoni cristiani, ma che non condividono pienamente il programma del Centro?
E’ tutto questione di logica linearità, in cui il Centro intende tirare avanti.
CONCLUSIONE
Alla Vergine Immacolata, sotto il cui sguardo, qui accanto alla Grotta di Massabielle, ho tracciato queste linee, affido il programma così importante di questa circolare…
Vorrei conoscere i nomi di tutti gli iscritti per pregare in questo momento per ciascuno in particolare.
All’Immacolata affido ciascuno di voi; Ella vi vede, vi è vicina e vi benedice.
Ci ottenga, la Vergine Santa, che la nostra vita sia un continuo canto, anche se talvolta modulata da un cuore stretto dalla morsa del dolore. In Paradiso vedremo il frutto delle nostre sofferenze.
Con Sorella Myriam Vi saluto e Vi chiedo la carità di un’Ave.
Vostro affezionatissimo nel Signore
L.N.
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