L’Ancora: supplemento al n. 8/9 – agosto/settembre 1960
Roma 30 ottobre 1960, festa di Cristo Re
Permettetemi, sorelle e fratelli carissimi, che in luogo della rivista venga, per questa volta, con una lettera, diretta a ciascuno di Voi in particolare.
Troppo grandi sono gli avvenimenti maturati in questi mesi; non si può ridurli ad una fredda relazione di cronaca. La Casa di Re è terminata e gli ammalati ne hanno preso possesso!
I figli, dopo anni di sofferenza e di lotte sono entrati nella casa della Madre col desiderio di voler restare sempre presso di Lei, col proposito di apprendere dal Suo cuore materno come lavorare sotto le Sue direttive per il trionfo del regno di Dio: direttive della Madonna sono le Sue richieste rivolte a Lourdes ed a Fatima.
Risuonava il “ Magnificat “ ad ogni pellegrinaggio che giungeva nella Casa della Madonna, come una nuova ondata di riconoscenza che si spingeva fino al Suo trono celeste in seno alla Santissima Trinità.
La Casa di Re è ormai una realtà! Gli ammalati, meravigliati per tanta generosità e commossi, ben hanno compreso che non ad essi ma alla Madonna unicamente va il merito del felice esito dell’impresa. Una sorella, Incaricata di Zona, che col suo non piccolo gruppo di ammalati chiudeva il ciclo dei turni di Esercizi Spirituali, nella giornata di studio ha aperto la discussione con un cordiale e commosso ringraziamento alla Vergine Santa per aver procurato tale Casa a conforto ed ammaestramento di tanti sofferenti.
La Casa di Re è realmente, prima di tutto, opera della Divina Provvidenza.
“ Non nobis, Domine, non nobis sed nomini Tuo da gloriam “ dal più profondo del cuore, poiché “ nisi Dominus aedificaverit domum in vanum laboraverunt qui aedificant eam “. E come sento in me questi sentimenti, quando osservo la mole della costruzione e le sue vaste capacità di sfruttamento e di rendimento!
Sentimenti analoghi provano gli ammalati quando, con gli occhi umidi di commozione, passano negli ampi e luminosi corridoi, oppure sostano nelle ampissime sale di riunione. Soggiogati dalla grandiosità dell’edificio i sofferenti ammutoliscono ed immediatamente risalgono a Colei che tutto ha fatto, che tutti ha sostenuto, che a tutti ha voluto dire colla Sua fedeltà materna quanto il Suo Cuore di Madre li amasse.
ALLA VERGINE SANTA QUINDI IL NOSTRO PIU’ VIVO E PROFONDO RINGRAZIAMENTO CON UN DESIDERIO SOLO, CHE TUTTA LA NOSTRA VITA SIA UN PERENNE RINGRAZIAMENTO PER I MOLTEPLICI DONI DEL CIELO.
A vostro conforto, inoltre, cari ammalati, considerate come il Signore non abbia deluso le vostre aspettative e come si sia servito di Voi, deboli e povere creature, per realizzare un’opera che è completamente superiore alle nostre quanto mai inadeguate forze.
Veramente possiamo con la nostra Madre Celeste, vicino al Suo Cuore Immacolato, ripetere con profonda intima gioia “ fecit mihi magna qui potens est, et sanctum Nomen Eius “!
FINALITÀ DELLA CASA “CUORE IMMACOLATO DI MARIA”:
La Casa “ Cuore Immacolato di Maria “ è sorta per essere fucina di formazione spirituale degli ammalati, provenienti da qualsiasi parte del mondo, allo scopo di renderli strumenti efficienti nelle mani dell’Immacolata.
FINE ULTIMO DELLA COSTRUZIONE DELLA CASA:
la maggior gloria di Dio, ottenuta nella santificazione personale del dolore e nella continuazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
FINE IMMEDIATO:
rendere gli infermi sempre maggiormente consapevoli della urgente necessità di attuare le richieste di preghiera e di penitenza, rivolte da Maria Santissima a Lourdes ed a Fatima.
LA CASA DI RE ha dunque uno scopo essenzialmente mariano, vuole essere una emanazione di Lourdes e di Fatima, una palestra ove gli ammalati si recano per meglio apprendere ad essere strumenti sempre più efficienti nelle mani della Madonna, un cantiere di formazione e specializzazione per i sofferenti, affinché siano dei “ buoni “ continuatori della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
LA CASA DI RE vuole essere una generosa risposta da parte dei figli sofferenti, che hanno compreso che per l’attuazione della domanda di penitenza si richiede, prima di qualsiasi altra cosa, la santificazione del proprio dolore, essendo questo la prima penitenza imposta da Dio all’umanità
BENEDIZIONE DELLA CASA E VISITA
DELL’ECCELLENTISSIMO ARCIVESCOVO DI NOVARA
Il 23 maggio, vigilia della bella festa di Maria Ausiliatrice, poco prima dell’Ave Maria, si è proceduto alla benedizione della Casa, in forma quanto mai privata. L’Eccellentissimo Arcivescovo di Novara aveva voluto che la cerimonia della benedizione fosse intima e silenziosa, come silenzioso è stato il nostro diuturno lavoro per la costruzione della Casa.
Il 23 pomeriggio ho privatamente portato il Santissimo Sacramento nella nuova Casa; il 24 mattina dinanzi alla piccola comunità di Re ho celebrato nella Cappella interna la prima Messa.
Inutile dire e descrivere la gioia di quell’ingresso in Casa; cose queste che ben si comprendono.
Ciò però è stato ancora ben poco di fronte alla gioia grande, provata il 7 settembre quando, alle 15,30 in punto giunse l’Eccellentissimo Arcivescovo di Novara, Sua Eccellenza Mons. Gilla Vincenzo Gremighi, l’Arcivescovo che aveva benedetto la posa della Statua della Madonna sul luogo ove si intendeva elevare la costruzione.
L’accompagnava in quella Sua prima e solenne visita per benedire la grande Statua marmorea dell’Immacolata, posta sul piccolo piazzale, il carissimo Vescovo Ausiliare, Sua Eccellenza Mons. Ugo Poletti.
Sua Eccellenza Mons. Gilla Vincenzo Gremigni fu accolto al canto dell’Ave di Lourdes mentre una giovane ammalata, residente nella comunità di Re, trasportata su una carrozzella, gli offriva con le sue mani rattrappite un grande mazzo di fiori rossi, simbolo della sofferenza degli infermi.
Non appena pronunciato un doveroso indirizzo di ringraziamento e di benvenuto al veneratissimo Presule, due fratelli degli ammalati, due barellieri, hanno scoperto la statua dell’Immacolata.
Quindi è seguita la parola calda, convincente e tanto paterna di Sua Eccellenza Mons. Gremigni.
“ QUI C’E’ IL DITO DI DIO “ esordì Sua Eccellenza, e poi parlò come soltanto il cuore di un Vescovo grandemente preoccupato della salute delle anime, può parlare. Riuniti attorno a Lui, commossi l’ascoltavamo: era la parola del Vescovo della Diocesi, la parola quindi di Dio.
La Casa era lì nella sua mole; nella sua realtà, noi di fronte ad essa ci sentivamo tanto piccini, ben consapevoli che non la nostra valentia l’aveva costruita, ma la misericordia della Madre, che aveva piegato il Cuore misericordioso del Suo Divin Figlio.
Sua Eccellenza si intrattenne a lungo e volle rendersi conto di tutto.
Sul piazzale del Santuario benedisse gli ammalati come si usa benedirli a Lourdes, ammalati di Milano, di Forlì, di Ancona, di Fermo, di Roma: Re si avvia a divenire, sia pure in piccolo, come Lourdes.
LA CASA È FUNZIONALE
E questo lo ha dimostrato la vita degli Esercizi già svolti.
La sua vastità dà modo di poter trascorrere in casa anche una intera settimana in caso di maltempo, senza sentire il peso dell’ambiente, tanti sono i locali posti a disposizione. Il grande salone, ove si tengono attualmente le meditazioni, in mancanza della grande Cappella, è una vera affermazione tecnica di costruzione: oltre 400 partecipanti anche in barelle e carrozzelle possono essere riuniti in esso, senza sentire la pesantezza della saturità d’ambiente. Nei refettori, divisi per sani e per ammalati, c’è la capienza di 600 persone a sedere. I posti letto, per ora sono 260, tutti donati dalla FIAT di Torino, come del resto tutto l’arredamento della Casa è stato donato dalla medesima grande Azienda Italiana.
I posti letto durante gli Esercizi spirituali di Milano e Bologna sono saliti a 300, con 40 letti presi a prestito. In primavera i posti saranno 320, donando la FIAT altri 60 letti del medesimo tipo dei precedenti, in alluminio inossidabile, con materassi, coperte, ecc.
NECESSITÀ DEGLI INCONTRI DEGLI AMMALATI
Non parlo della necessità degli Esercizi Spirituali, perché a tutti evidente.
Se il sano ha bisogno degli Esercizi Spirituali, l’ammalato ne ha bisogno doppiamente. La necessità di partecipare agli Esercizi è in proporzione all’impedimento dell’infermo.
Ma anche soltanto per l’apostolato del Centro, quanto si sono dimostrati utili e necessari gli incontri con i sofferenti!
Si è toccato con mano la necessità di tali riunioni allo scopo di chiarire le idee base d’apostolato, le difficoltà ed i mezzi d’azione.
Facilmente chi soffre, e vive nell’isolamento, si ripiega su se stesso e non resta sempre all’altezza della propria vocazione, si sforza di attuare la caratteristica dell’apostolato del Centro, la conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato.
Molti nostri iscritti credono ancora di avere esaurito il proprio dovere ed il programma dei “ Volontari della Sofferenza “ dando soltanto un’adesione nominale.
Il nostro impegno, come più volte detto, è duplice:
a) intensamente vivere il proprio apostolato, con i mezzi proposti;
b) agire nel proprio ambiente, quindi quello degli ammalati per la conquista ideale di tutti gli ammalati alle richieste della Vergine Santa.
Quanta polvere era discesa, in questi anni, su tanti nostri cari iscritti e quanti errori compiuti con tanta buona fede, ostacolavano e paralizzavano la vita del Centro!
Vi cito gli errori perché non si ricada in essi.
In alcune zone, per esempio, veniva trascurata l’azione di aiuto che il sano può e deve dare: erano gli ammalati che si tenevano uniti tra di loro; ma siccome trascuravano la conquista ed il funzionamento dei “ Fratelli degli Ammalati “ si verificava uno squilibrio: l’impossibilità dell’attuazione di tutti i punti dei programmi, per mancanza dell’aiuto del fratello sano.
In altre zone invece, si poneva, in prima linea l’azione del fratello sano, che andava alla conquista dell’ammalato, facendogli visite dl conforto e portando magari generi di aiuto.
Da questo errore di impostazione veniva trascurata l’azione propria e caratteristica dell’ammalato il quale É LUI CHE DEVE AGIRE, sostenuto dall’aiuto dei fratelli sani, i quali INTEGRANO, nell’azione, l’ammalato in ciò che egli da solo non può svolgere.
Altri invece, avevano difficoltà sulla impostazione dello apostolato: paure, diffidenze; non si usciva dal proprio guscio.
L’apostolato allora era fiacco, non si estendeva con quella forza e ricchezza di penetrazione che è dovuta.
Ottimo risultato dà inoltre lo scambio di conoscenze e di idee che avviene tra gli ammalati delle diverse zone. Sono orizzonti che si allargano, esperienze che si comunicano; è l’isolamento che si sfascia per chi vive tra quattro pareti, è la vita che fiorisce, che si afferma anche tra coloro che sono abitualmente bisognosi di tutto.
Ecco il totale dei partecipanti agli esercizi:
Novara 80
Torino 100
Veneto 80
Silenziosi Operai Della C.-Roma 250
Milano, Forlì, Ancona, Fermo 290
Brescia, Bologna, Piacenza, Todi, Foligno 250
Ciechi 20
Casale Monferrato, Ariano Irpino 85
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Totale 1.155
I Turni di Esercizi Spirituali programmati per l’anno entrante sono 20 !
I LAVORI DEL CANTIENE SONO FERMI
Tanto è stato fatto per la Casa di Re e con quanti sacrifici. Ciò nonostante i lavori del cantiere sono fermi.
È molto avere la Casa perché si ha la possibilità di funzionare, ma fintanto che manca il cuore, la Cappella esterna ove si terranno le meditazioni, la Casa non si può considerare ultimata. Si è cercato di supplire alla mancanza della Cappella grande, ma la deficienza si è sentita.
PER L’ANNO PROSSIMO LA CHIESA DEVE ESSERE COSTRUITA.
É QUESTA, INFATTI, LA PIU’ GRANDE ED URGENTE NECESSITÀ.
Soltanto quando potremo solennemente incoronare la Madonna nella Cappella. appositamente costruita, faremo l’inaugurazione della Casa.
La seconda necessità, e che per noi, data la nostra povertà, è grave, è quella della mancanza di lenzuola.
Per poter far fronte a 20 turni di Esercizi è necessario avere il cambio della biancheria, altrimenti siamo costretti agli intervalli, senza poter accontentare tutti i numerosi ammalati richiedenti.
La campagna per il dono di un lenzuolo va continuata ed è urgente.
Dobbiamo trovare almeno 700 lenzuola.
Se per le feste natalizie si ponesse in programma di donare un lenzuolo oppure un asciugamano per la Casa, il problema sarebbe risolto.
Sulla Rivista “ L’ANCORA “ daremo inizio alla pubblicazione dell’elenco degli offerenti di un lenzuolo o di un asciugamano per la Casa “ Cuore Immacolato di Maria “.
La terza necessità, quanto mai impegnativa, è il lento ma continuo pagamento degli impegni finanziari contratti per la costruzione, capitale ed interessi.
Ho visto, amici carissimi, la vostra sofferenza allorché vi dicevo gli enormi debiti che ancora gravano su di noi. Ho visto la vostra commiserazione di fronte a tanti sani che non aiutano nonostante le vostre richieste ed ho visto soprattutto il vostro disappunto verso tanti iscritti che invece di prendere parte viva ed attiva all’apostolato restano spettatori di quanto si sta facendo.
Di tutto voi avete apertamente parlato nei vostri incontri, su ogni punto avete dato una risposta affinché il lavoro potesse proseguire snello, rapido, fecondo.
MOLTO É STATO FATTO, MA MOLTO RESTA ANCORA DA FARE.
Di questo noi dobbiamo renderci conto. Le diverse Imprese partecipanti alla costruzione hanno dimostrato buona volontà e fiducia nell’apprestarci, sia pure con vero loro sacrificio, la Casa.
Noi quest’anno siamo stati in grado di entrarvi e svolgere i primi turni di Esercizi. Ma considerate che accanto ai vostri sacrifici ci sono pure i sacrifici, non piccoli, di queste benemerite Imprese e Ditte che non hanno avuto il coraggio di interrompere il lavoro. Esse hanno avuto fiducia di noi e QUANTO NOI DOVREMO ANCORA LAVORARE PER LA COMPLETA INDIPENDENZA DELLA CASA.
Mi conforta e sostiene il pensiero che se tanto avete fatto per Re, quando ancora nulla avevate visto, che cosa non farete oggi che vi siete resi conto di ciò che è stato fatto?
La vostra attenta considerazione portata a tutti i diversi settori del “VOSTRO” apostolato mi dice che avete compreso ciò che per noi è sostanziale:
SE QUESTO É IL NOSTRO APOSTOLATO, NE CONSEGUE CHE NOI SOSTERREMO LE “NOSTRE” INIZIATIVE.
CONCLUSIONI E PROGRAMMA 1961
Le giornate di studio condotte con metodo unico, uguale per tutti, hanno avuto tutte le proprie conclusioni a seconda delle diverse zone. Alcuni punti però, sono conclusivi per tutti. Dalle conclusioni dei partecipanti, è stabilito il programma per il 1961, ammalati e sani
CONSAPEVOLEZZA DEGLI IMPEGNI
RENDERE SEMPRE PIU’ CONSAPEVOLI GLI ISCRITTI DELL’IDEALE DEI “ VOLONTARI DELLA SOFFERENZA “.
A questo scopo è stato stabilito che nel 1961 si parlerà di più dell’apostolato dei “Volontari della Sofferenza” sia alla Radio Vaticana, durante la trasmissione agli infermi, sia sulla Rivista e sui giornali che possono informare l’opinione pubblica. Appositi volantini verranno preparati per coloro che si iscrivono al Centro e per chi desidera propagandarne le idee.
TATTICA DI APOSTOLATO
ESTENDERE GLI IDEALI DEI “ VOLONTARI DELLA SOFFERENZA “ USANDO LA TATTICA D’APOSTOLATO FINORA ADOPERATA, CHE SI É DIMOSTRATA BUONA.
Per meglio estendere l’apostolato si è insistito che il nuovo anno sia diretto a stabilire diversi gruppi di avanguardia due ammalati che si pongono alla conquista di altri otto fratelli di sofferenza, impegnandoli allo stesso programma, per scindere poi il gruppo, non appena ha raggiunto il numero di 10 per formarne un secondo e così fino ad irretire la propria zona.
I gruppi di avanguardia possono riunire ammalati che non sono delle stesse zone. Questo è particolarmente necessario all’inizio, nella fase di penetrazione in una data zona.
Molto efficienti sono i “ CENTRI ZONA “, composti da un ammalato, un sano ed un Sacerdote. Questi tre elementi sostengono e dirigono l’azione dei Capi Gruppo e sono le pedine di punta per l’estensione dell’Apostolato.
Ove esiste l’Assistente Diocesano, che polarizza tutta l’azione dell’Apostolato, le iscrizioni, anziché essere inviate direttamente al Centro, devono essere spedite all’Assistente, il quale prende nota dell’iscrizione avvenuta, allo scopo di far seguire poi gli ammalati nel proprio ambiente.
MEZZI D’APOSTOLATO
Usare e rendere efficienti e vivi i mezzi d’apostolato, specialmente la Radio, i Raduni per l’incontro degli ammalati e lo studio dei loro programmi. I sani affianchino tali iniziative.
Perché l’apostolato viva dove essere svolto realmente “DAGLI“ ammalati, “AFFIANCATI”, beninteso, dai fratelli sani.
In alcune zone si è riscontrato che l’apostolato è piuttosto fiacco perché non si radunano periodicamente gli ammalati in vista di studiare i programmi ed i mezzi di azione. Per un buon svolgimento dell’apostolato è necessario usare bene i propri mezzi.
RADIO
Fare conoscere la trasmissione Radio Vaticana e vedere realmente quali sono le zone che sono assolutamente vuote, prive di ricezione della trasmissione. Ove possibile l’audizione, stabilire subito i «CORRISPONDENTI RADIO».
E’ compito del «CORRISPONDENTE RADIO» seguire le singole trasmissioni, scrivere le critiche, i desideri, esporre quesiti, chiedere quanto può essere d’interesse per gli uditori.
Se manca l’azione dei «CORRISPONDENTI RADIO» è chiaro che la trasmissione resta priva di interesse.
Il «CORRISPONDENTE RADIO» non si limita a inviare auguri per gli amici. Ci vogliono anche gli auguri, ma in modo particolare bisogna proporre quesiti, far conoscere il numero approssimativo delle persone che ascoltano la trasmissione, domandare radioscene di particolari soggetti, proporre gare, ecc.
Per iscriversi tra i «CORRISPONDENTI RADIO» è sufficiente scrivere a «Quarto d’ora della Serenità» – Radio Vaticana – Città del Vaticano.
Ai «CORRISPONDENTI RADIO» vengono inviati i moduli già pronti, per le relazioni mensili.
RADUNI
I Raduni degli ammalati sono efficacissimi e sono giovevoli ai sani ed agli ammalati stessi.
Molte volte Vescovi e Parroci mi hanno detto che i Raduni ben preparati e ben condotti hanno il buon esito di una Missione. E’ compito dei «Centri Zona» attuare Raduni di ammalati di tutta la zona, curando di non portare soltanto gli ammalati che sono iscritti al Centro, ma anche quelli che non lo sono allo scopo di fare conoscere le idealità.
Nel 1961 ove già esistono i «Centri Zona» si curi di fare almeno due Raduni di ammalati.
Opportuni soprattutto sono i RADUNI RISTRETTI DI AMMALATI CHE SEGUONO L’APOSTOLATO DEL CENTRO CON RESPONSABILITA’ DI AZIONE.
Se l’apostolato è degli ammalati essi devono avere la possibilità di incontrarsi almeno mensilmente, per esaminare quanto è stato fatto e quanto resta da fare.
A tale riunione di cinque o sei ammalati è bene che partecipino anche i fratelli sani che, ugualmente seguono l’apostolato con responsabilità. A tali riunioni “É BENE” che sia sempre presente il Sacerdote, o l’Incaricato Diocesano, o l’Incaricato del Centro Zona, o un Sacerdote che segue con oculata simpatia il movimento del Centro.
In molte Diocesi il lavoro impostato in questa forma, si è esteso molto. Più forte, infatti, è il Centro propulsore e più vasto è il raggio di azione.
Nei piccoli e nei grandi Centri se si vuole dare vita alle apostolato è necessario riunire il gruppo ristretto di ammalati e di sani, che sotto la guida del Sacerdote responsabile o simpatizzante, studia le possibilità d’azione e i programmi.
I SANI AFFIANCHINO GLI AMMALATI
In questo nuovo anno di attività è bene tenere presente ciò che si è sempre affermato, il Centro non vuole stabilire circoli chiusi. Tutti possono partecipare all’azione d’aiuto dell’ammalato, che vuole valorizzare la propria sofferenza.
Non si è mai guardato né mai si guarderà a quale organizzazione cattolica appartiene il fratello sano. Purché il fratello sano si impegni a vivere in “ grazia di Dio “, a lavorare “ CON “ l’ammalato per attuare i desideri di preghiera e di penitenza, manifestati dalla Madonna, può essere iscritto nel settore “ Fratelli degli Ammalati “.
L’azione del sano non può e non deve essere sottovalutata. Se si vuole svolgere una vera azione di apostolato “dell’ammalato” è necessario che ci siano anche i fratelli sani. Questi però, devono stare attenti a non prendere il sopravvento sugli ammalati, altrimenti cessa la finalità del Centro; non è più l’azione “DELL’AMMALATO PER L’AMMALATO” ma si cade in un bis di organizzazioni già esistenti.
ATTUARE UNA INIZIATIVA PER LA CASA DI RE
Molti ammalati sono rimasti quanto mai perplessi dinanzi all’apatia di tanti fratelli iscritti.
Sembra inconcepibile il plauso e il disinteresse nello stesso tempo per la medesima iniziativa. Se la caratteristica del Centro è l’apostolato della categoria ammalati, ne consegue che gli ammalati stessi, nel limite del possibile, sostengano le iniziative che promuovono e che intendono attuare.
Eppure in realtà soltanto un terzo circa risponde con prontezza e sacrificio al lancio delle iniziative a favore della Casa di Re.
LA DIOCESI DI BRESCIA ha sostenuto ed ha voluto che venisse proposta l’iniziativa della ricerca, nell’anno 1960-1961, di lire 1.000 per la Casa di Re da parte di ogni iscritto.
Altre zone sono andate oltre alla proposta lanciata da Brescia hanno suggerito di fare uno schedario di tutti coloro che si impegnano a versare, o trovare, neI corso dell’anno lire 1.000 per la Casa di Re, mentre il Centro dovrebbe segnare su schedine i nominativi di chi risponde onde poter stabilire un confronto.
All’obiezione che non tutti sono in grado di impegnarsi, specialmente coloro che sono in ricoveri o case di carità, a trovare la somma indicata, fu fatto presente ciò che io stesso più volte ho scritto e detto: che ci sia da parte di chi non può versare o trovare una somma qualsiasi, un impegno di preghiera e di offerta di sofferenza per la riuscita dell’iniziativa.
Si è quindi stabilito di unire le schede di coloro che si impegnano nella preghiera e nell’offerta della sofferenza con le schede di coloro che vogliono essere contribuenti per la Casa di Re.
Ed è giusto che sia così, poiché l’apostolato spirituale non è certamente di meno dell’azione materiale, né l’iniziativa materiale potrebbe avere un buon esito qualora venisse a mancare il sostegno della preghiera e della sofferenza.
Su richiesta degli ammalati stessi è stato stabilito di lasciare libere le zone di attuare il sistema delle buste o del foglio di sottoscrizione, secondo le diverse possibilità ambientali, o di trovare anche un altro modo.
La diocesi di Brescia ha suggerito ancora di lanciare tale iniziativa in occasione delle feste natalizie, essendo quella una solennità in cui molti potrebbero aiutare di più. É però essenziale che una volta lanciata l’iniziativa la attui con vera serietà impegnandosi a fondo, domandando aiuto a tutte le organizzazioni perché sostengano nell’attuazione dell’iniziativa stessa. É evidente che qualsiasi iniziativa costa sacrificio spirituale e materiale. Ma è pure altrettanto certo che in proporzione della preghiera e del sacrificio si ha l’esito.
PER ATTUARE L’INIZIATIVA PER RE OCCORRE preparare l’ambiente, trovare un gruppo di persone che siano disposte a sostenerla, per cui:
1 – trovare queste poche persone che siano disposte a sostenere l’iniziativa. Per trovarle è bene rivolgersi all’aiuto del proprio Assistente spirituale, del Sacerdote incaricato della zona, del proprio Parroco o del proprio Direttore spirituale.
2 – Trovate le persone, lumeggiare le grandi finalità dei Centro e la necessità che pure gli ammalati hanno di incontrarsi tra di loro per sostenere ed affrontare i loro problemi, per avere, sia pure breve, un periodo di riposo spirituale, ecc.
3 – Trovate le persone e lumeggiati i fini prima di dare inizio alla ricerca della campagna delle mille lire impegnarle per un triduo di preghiere alla Madonna ed ai Santi Patroni, in modo che la Grazia spiani la strada.
4 – Porsi all’azione. L’impegno deve essere un impegno a fondo, non per un minuto.
Se ci disarmiamo non possiamo pretendere di realizzare qualcosa.
L’impegno deve essere costante nonostante le umiliazioni: chiedere l’elemosina costa a tutti, a me e a voi.
Ma si tratta della nostra iniziativa! La casa ormai c’è; tutti possono vedere e ammirare sia la sua vastità che l’adeguamento ai più moderni sistemi di ricevimento degli infermi. Sia a tutti di sostegno il pensiero per Chi si lavora!
La Madonna non si lascia mai battere in generosità, né mai ha lasciato delusi coloro che si appoggiano unicamente di Lei. Appoggiamoci adunque su Maria Santissima per questo Apostolato che vuole essere tutto suo e non disarmiamo.
I frutti saranno tali da far sorridere di compiacenza la Vergine Santa.
E’ Lei che ci ha chiamati a Lourdes ed a Fatima. Rispondiamo dunque alla sua richiesta. La nostra risposta sarà un atto di fede e di amore.
DIAMO IL VIA ALLA NOSTRA INIZIATIVA
1. – Lanciare tra gli amici l’iniziativa della ricerca di lire 1.000, INCOMINCIANDO CON LA FESTA DELL’IMMACOLATA.
2. – Far pervenire al Centro, TRA LA FESTA DELLA IMMACOLATA ED IL SANTO NATALE, i nominativi di coloro che si impegnano all’iniziativa, sia nel piano della ricerca dei mezzi che in quello dell’offerta delle preghiere, onde procedere alla formazione dello schedario.
3. – Chiedere al Centro in tempo utile il materiale di propaganda.
L’INIZIATIVA DURA FINO ALLA FESTA DELL’IMMACOLATA 1961!
CORAGGIO, ALL’AZIONE!
In Paradiso vedremo le anime che avremo salvato con la nostra offerta di preghiera e di sofferenza! Siano a noi sprone e sostegno le parole della Vergine Santa: molte sono le anime che vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e chi si sacrifichi per esse Che cos’è ciò che noi soffriamo? E poi… quanto dura? In Paradiso ci riposeremo e benediremo tutti i nostri dolori, il nostro isolamento, l’aridità, le umiliazioni. Ora è tempo di lavoro! Coraggio, dunque, e avanti sempre! Il merito sarà proporzionato allo sforzo ed all’annientamento del nostro “io“. Siamo fuochi travolgenti e non fuochi di paglia!
La Madonna è con noi; l’apostolato è suo; ricordiamoglielo nelle nostre preghiere; umilmente invochiamoLa e nutriamo fiducia che la nostra azione sarà accetta. La Vergine Immacolata vi benedica in questo nuovo anno di attività, come di vero cuore vi benedico anch’io.
nel Signore
L.N.
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