L’Ancora: n. 10 – ottobre 1964 – pag. n. 1-5
La maggior parte dell’umanità cerca con tecnica più raffinata e perfetta, tutto quello che appaga i propri comodi. La comodità, posta a ben più vasta portata di mano, grandemente contribuisce a far perdere il senso ed il desiderio della rinuncia e del sacrificio.
La privazione di uno spettacolo che entra in casa con la televisione diventa raro e quasi « inconcepibile »; privarsi della comodità del tram o di una macchina senza portare nocumento alla salute o alla puntualità nel lavoro si trova il detto che « chi non si serve delle comodità non trova nemmeno un confessore che l’assolva ». E così dicasi di seguito del sacrificio di una sigaretta, di un sorso d’acqua, che nulla aggiunge o toglie alla sete già soddisfatta.
Eppure il Vangelo parla di rinuncia, di sacrificio, di gioia nel tenere imbrigliati e domati i sensi che militano contro la vita dello spirito; il Vangelo parla di soggiogazione dei nostri vizi, di libertà vera nel ricercare senza impacci di creature o d’ambiente, il fine supremo di ogni uomo, Dio. La Vergine Santa a Lourdes usa lo stesso linguaggio di Gesù.
Ella parla di sacrifici, di penitenza volontaria per i peccatori e non paga delle affermazioni fa compiere alla piccola Bernardetta veri e numerosi sacrifici, anche eroici, che sono più delle sofferenze, provenienti dalla povertà e dall’ambiente in cui viveva o dalla malattia di cui continuamente fu afflitta.
La Madonna nel far compiere alla piccola Bernardetta certi atti di penitenza non solo si mostra maestra perfetta, che non viene a patti con l’io delle anime che deve formare, ma una madre incomparabilmente sapiente che non intende privare i figli dei meriti per la vita eterna, che devono conquistare proprio col superamento delle difficoltà. Uguale ed identico comportamento usa la Vergine Santa con i piccoli bambini di Fatima.
INSEGNAMENTO DI LOURDES
Nella terza apparizione, Maria Santissima invita la fanciulla a farLe « la grazia» di andare al suo appuntamento per 15 giorni. Alla risposta affermativa la Regina del Cielo e della Terra non promette tesori o felicità, che si esauriscono con la vita, bensì di « rendervi felice.., nell’altra ».
Tali parole per la fortunata figliola non sono che il tema, ossia, l’inizio di tutte le sofferenze che avrebbe dovuto affrontare, proprio per voler mantenere fede alla parola data a Maria Santissima.
Incredulità e durezza a scuola; maltrattamenti in famiglia. Interrogatori umilianti per Lei e la famiglia da parte della polizia; riserbo del proprio parroco e poi della folla, che voleva continuamente risentire sempre da capo i più minuti dettagli dell’apparizione, al punto che Bernardetta, pensando con nostalgia alla gioia che provava nel custodire nel proprio cuore i colloqui avuti con la Bianca Signora esclamava: mi hanno ridotto come uno scheletro; tutto mi hanno portato via. Nella settima apparizione, Bernardetta, durante l’estasi, sotto comando quindi di Maria Santissima alla presenza di alcune migliaia di fedeli, verso la fine dell’incontro con la apparizione si avanzò sulle ginocchia, dal luogo ove si trovava fin sotto la nicchia; ivi giunta, la fanciulla si raccolse come in un atto di grande venerazione, baciò la terra e ritornò al suo posto sempre camminando ginocchioni. In questa apparizione nulla sappiamo da Bernardetta del significato di tale atto di penitenza che, per la prima volta veniva compiuto alla Grotta di Massabielle. Anzi, proprio in questa circostanza la Vergine le confidò tre segreti, che, però, nessuno conobbe mai.
Nella ottava apparizione abbiamo il solenne invito alla « Penitenza ».
Nella nona, fin dall’inizio dell’apparizione, Bernardetta sotto la guida di Maria Santissima, compie alcuni atti di penitenza. Dal luogo solito, ove ella abitualmente si inginocchiava, a sinistra, guardando la nicchia della Madonna, sale ancora in ginocchio, ridiscende al suo posto di prima, sempre baciando la terra. Al termine di questo esercizio di penitenza, la Madonna le dice:
« Andate a bere alla fontana ed a lavarvi ». Alla fanciulla che stava dirigendosi verso il Gave, la Vergine fa segno che non era là che avrebbe dovuto andare a bere, bensì all’interno della Grotta.
Dietro l’invito della Madonna, Bernardetta, camminando ancora sulle ginocchia, si dirige all’interno della Grotta, scava con la mano sul suolo umido e scopre un gettito di sorgente.
Con l’acqua ancora melmosa, per esplicito comando di Maria Santissima, si lava il volto e beve. Mgr. Laurentin, lo storico di Lourdes, osserva che « l’acqua è così melmosa che Bernardetta soltanto al terzo sforzo è riuscita a berla » (Op. cit., Vol. I, pag. 170).
Ciò nonostante la Vergine benedetta non solo era venuta a patti con la naturale ripugnanza della ragazza, ma compiuto l’atto di penitenza, le dice:
« Andate a mangiare di quell’erba che è là ». E Bernardetta col viso, ancora sporco di melma andò a mangiare una specie di cicorione, che cresceva sul suolo umido della Grotta. « Gli spettatori sono atterriti » per le stranezze compiute dalla ragazza, osserva il Laurentin. Lo stesso Estrade afferma: « Io sono sconcertato. Non comprendo più nulla ». (Mgr. Laurentin, Op. cit., idem).
Il giornale « Lavedan”,. di Lourdes, uscito il primo marzo, parlando dei fatti accaduti il 25 febbraio, esplicitamente afferma che si tratta di stranezze dovute ad una « ragazza malata ».
Dall’esame dei fatti svoltosi fino a questo momento, abbiamo già tre modi di fare penitenza, tutti e tre suggeriti dalla Vergine Santa e che ancora largamente si attuano a Lourdes:
a) restare in ginocchio per terra anche delle ore, dinanzi alla Grotta, sia d’estate che d’inverno, di giorno o di notte, sotto il sole cocente o la pioggia sferzante;
b) baciare per terra senza scegliere il posto più adatto, ove sono passate migliaia di persone, indifferentemente se asciutto o bagnato;
c) andare alla fontana a bere e a lavarsi, ove si lava tanto il sano quanto il malato, l’infettivo come il purulento, il giovane come il vecchio, d’estate come d’inverno, cambiando l’acqua soltanto due volte al giorno, alle 11,30 al termine dei bagni della mattinata ed al pomeriggio alle 15,30 al termine di quelli avvenuti nel dopopranzo.
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