L’Ancora: n. 10 – ottobre 1975 – pag. n. 1-3
Il Centro Volontari della Sofferenza nella linea di conversione e riconciliazione dettata dall’impegno dell’Anno Santo, si è incontrato con il Santo Padre il 5 ottobre u.s.
L’incontro avvenne sul Colle Vaticano, colle che ha visto il martirio di S. Pietro e che custodisce le sue sante spoglie.
L’incontro da parte dei partecipanti ha detto fondamentalmente due cose:
a) fede e consapevolezza degli ammalati nella missione salvifica e santificante del dolore nelle possibilità di schiuse dal divin Redentore:
b) desiderio di mettere il proprio sacrificio nelle mani del Successore di pietro quale vero tesoro a disposizione della Chiesa: «siete stati redenti né con l’oro, né con l’argento, ma col Sangue preziosissimo di Cristo».
Da parte del Santo Padre l’incontro ha detto:
– sollecitudine ed amore profondo del Padre comune, verso i figli più deboli, nel desiderio di sostenerli nella prova: «Se il Padre vi porta è perché vi ama e vede le possibilità più vive e profonde che a voi dischiude», così la sintesi delle parole del Papa a questo riguardo;
– sollecitudine e comprensione di Pastore universale dei bisogni del nostro tempo, nella prospettiva di immettere nella compagine del Corpo Mistico di Cristo della sofferenza santificata dalla grazia per il pieno e totale rifiorimento della Chiesa;
– sollecitudine di riconoscenza in nome della Chiesa per quanto i sofferenti fanno a Suo sostegno ed incremento.
Il «grazie» del Papa a tutti i sofferenti del mondo significa per noi:
– doverosa presa di coscienza di quanto possiamo e dobbiamo compiere;
– revisione dei nostri programmi perché siano ben saldi nella linea del Magistero pontificio;
– studio di speciali iniziative per il nuovo anno affinché i vari centri costituiti nelle Chiese locali siano veri fari di luce che ripetono insegnamento del Cristo e riflettono il calore del Suo Cuore crocifisso nella continuità del Suo sacrificio per la salvezza di tanti fratelli.
Se nel cuore dell’Apostolo Paolo vibrava il Cuore di Cristo, possiamo pur dire che nel cuore di Paolo VI vibra tanto amore, tanta comprensione e fiducia nelle enormi possibilità di sostegno e trasformazione che gli ammalati, in unione a Cristo, detengono.
Approfondire e far vivere ovunque queste possibilità sia il compito di quest’anno di attività, che, per misericordia di Dio, si dischiude dinanzi a ciascuno di noi.
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