L’Ancora: n. 11/12 – novembre/dicembre 1982 – pag. 1-6
É la parola d’ordine, l’impegno che, nel nome dell’Immacolata, presento a tutti gli iscritti per l’anno 1983.
Della necessità di impegnare tutti i Volontari della Sofferenza ed i Fratelli degli Ammalati all’attività apostolica attraverso l’azione di gruppo, già da alcuni anni se ne parla con vera insistenza e ancor più quest’anno a Re e a Valleluogo, durante i Corsi di Esercizi Spirituali.
La circolare sui Gruppi di Avanguardia inviata il mese scorso ha voluto ripresentare l’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza in tutta la sua intrinseca dinamicità che, partendo dall’impegno all’apostolato insito nel battesimo si propaga all’attività in piano associato. Lo scopo di tale dinamicità è di presentare ai sofferenti ed al sani la necessità e l’urgenza di accettare e vivere il programma dell’Immacolata affidato all’umanità a Lourdes ed a Fatima.
Il Gruppo di Avanguardia è come una cellula del nostro corpo, legata l’una all’altra, piena di vita, che si estende, una accanto all’altra, all’intero organismo. Se una cellula soffre tutte le altre accorrono a sostenerla per rimetterla in attività, oppure prendono il suo posto nell’organismo quando perde la propria funzione.
Il Gruppo d’Avanguardia ha due momenti chiari e precisi, legati tra di loro e interdipendenti:
1) le richieste della Vergine Santa formulate a Santa Bernardetta ed ai 3 pastorelli di Aljustrel, l’amore alle anime che spinge i componenti il Gruppo d’Avanguardia all’apostolato con dinamica ordinata, seguendo linee ben stabilite;
2) la dinamica dell’apostolato secondo linee stabilite che trovano riscontro nell’apostolato associato, nel Decreto dell’Apostolato dei laici.
Il motivo di questa impostazione è quello di poter raggiungere il maggior numero possibile di anime.
Gli iscritti adunque al nostro centro devono essere ben convinti che con la propria adesione tanto tra i “Volontari della Sofferenza” quanto tra i “Fratelli degli ammalati” intendono rispondere al preciso invito, dell’Immacolata, disposti ad usare i mezzi proposti dai due settori ed approvati dalla Santa Sede con il Breve Apostolico “Valde Probandae” del 1960.
É quindi condizione basilare per ogni iscritto essere intimamente convinto della validità del programma presentato dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima.
a) É l’Immacolata che l’ha presentato. Si tratta di un intervento della Madre della Chiesa nella vita stessa della Chiesa, diretto a richiamare punti vitali e portanti della nostra vita spirituale che sono
– la preghiera: incontro e colloquio dell’anima con Dio,
– la penitenza che è conversione, espiazione e propiziazione.
b) L’intervento della Madre della Chiesa e le sue richieste sono state accettate dalla Chiesa stessa, fin dalla loro origine da Pio IX ai nostri giorni.
L’intervento della Vergine Santa è perciò un normale e quanto mai legittimo esercizio della propria maternità spirituale, iniziata nel giorno dell’annunciazione e da Gesù Cristo stesso proclamata sul Calvario.
Paolo VI nella “Signum Magnum” addita il messaggio mariano d’invito alla preghiera, alla penitenza, al timor di Dio. Così egli scrive:
“ Un messaggio, poi, di somma utilità sembra oggi giungere ai fedeli da Colei che è l’Immacolata, la tutta santa, la cooperatrice del Figlio nell’opera di restaurazione della vita soprannaturale nelle anime. Contemplando, infatti, devotamente Maria, essi traggono da Lei incitamento alla preghiera fiduciosa, sprone alla pratica della penitenza, stimolo al timor santo di Dio. Ed è parimenti in questa elevazione mariana che essi odono più di sovente risuonare le parole con le quali Gesù Cristo, annunziando l’avvento del Regno dei Cieli diceva: “Fate penitenza e credete al Vangelo” (46); ed il suo severo ammonimento: “Se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo”.
“Spinti, perciò dall’amore e dal proposito di placare Dio per le offese recate alla sua santità e alla sua giustizia, ed insieme animati dalla fiducia nella sua infinita misericordia, dobbiamo sopportare le sofferenze dello spirito e del corpo, affinché espiamo i peccati nostri e del prossimo e così evitiamo la duplice pena: del danno e del senso, cioè la perdita di Dio, sommo Bene, e il fuoco eterno”.
Giovanni Paolo II, pellegrino a Fatima nel maggio u.s. con fermezza dice al mondo “la necessità e l’urgenza” di attuare il materno invito della nostra Madre spirituale per affrettare il ritorno a Dio dell’umanità e per risparmiare alla società castighi peggiori, dovuti ai tanti peccati che si commettono.
c) L’ascolto del Suo invito è per noi doveroso, essendo figli Suoi nel piano della grazia; figli che devono essere guidati e da Lei formati, tendenti al Cielo; figli che non possono disinteressarsi dei propri fratelli.
Per questo ci impegniamo di portare all’umanità le richieste formulate dalla Vergine Santa, che sono punti di salvezza che molti hanno abbandonato ed ora dimenticato, convinti che oggi più che mai è necessario l’intervento della nostra Madre spirituale.
d) Il mondo va salvato, ma la salvezza ci è venuta ed ancora continua a venire dalla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.
A questo punto occorre tener bene evidente la realtà viva ed attuale del Corpo Mistico: la nostra croce, portata con Nostro Signor Gesù Cristo, si identifica con la Sua e completa ciò che manca alla Sua passione. Alla passione del Cristo manca la mia offerta amorosa, frutto del Suo amore che si è a me comunicato attraverso la Sua immolazione, che fa del mio sacrificio unito al Suo un solo Sacrificio per la salvezza di tutti gli uomini.
Ecco perché i sofferenti sono i primi chiamati in causa nel piano penitenziale presentato dalla Vergine Santa.
“Senza effusione di sangue non c’è salvezza”: senza completamento della passione di Nostro Signor Gesù Cristo che bilancia i peccati dell’umanità non c’è ritorno a Dio.
Con il Profeta Daniele (10,12) possiamo ripetere “ Vera è la parola” che abbiamo udito dalla piccola Bernardetta e dai bambini di Fatima e la lotta è grande.
Si tratta di opporci al nemico delle anime nostre; è per questo che nella linea da Dio tracciata nel protovangelo “Una Donna ti schiaccerà la testa”, noi schierati con Maria Santissima – la Donna forte, terribile come un esercito schieratosi in battaglia – ci impegnamo ad annunciare il suo materno richiamo, sicuri di avere la vittoria sul male che dilaga.
“La nostra età può ben dirsi l’era mariana”, proprio perché è Maria che si è affacciata sul mondo, richiamandoci a sentimenti di preghiera e di penitenza per il nostro ritorno a Dio che cl ha creati e che ci ha redenti.
A chi mai potremo noi ricorrere in questo momento storico, così denso di pericoli, di timori e di dolore?
Chi l’umanità può invocare se non la Madre di tutte le genti, che in Cielo, accanto al Suo divin Figlio, in seno alla SS.ma Trinità ha il compito di attirare misericordia su tutti?
Ombre di morte pesano su tutte le nazioni, soltanto la luce di Dio può diradarle ed allontanarle e donare loro la vera pace.
Ma non comprendiamo l’insegnamento del Papa che si è fatto pellegrino di pace nel mondo, richiamando e responsabilizzando tutti i ceti della Società?
A noi, adunque, con la nostra preghiera e la nostra offerta diradare le tenebre e attirare grazie su tanti cuori traviati. Cuori illusi che vivono ignorando Dio, oppure come se la Redenzione non fosse un fatto che direttamente tocca la vita di ogni uomo, non considerando che Dio resta e tutti attende, al termine della propria esistenza.
Di queste realtà soprannaturali, noi nel nostro apostolato dobbiamo essere convinti.
Compito del Volontari della Sofferenza e del Fratelli degli Ammalati è di far sovrabbondare su ogni cuore, con la preghiera e la penitenza, le divine misericordie.
Non finiremo mai di approfondire e vivere la bontà somma di Dio, che attuando per mezzo del Suo divin Figlio la redenzione non si è limitato a concederci misericordia, ma ha chiamato ciascuno di noi ad uscire col proprio dolore dall’isolamento e diventare fonte positiva di bene.
Se i peccati sovrabbondano noi possiamo far sovrabbondare la divina misericordia. Per ciascuno di noi è l’invito paolino: “compio nella mia carne ciò che manca alla passione di Nostro Signor Gesù Cristo”; per ciascuno di noi, quindi, esiste la possibilità di bilanciare i tanti peccati che si commettono.
Possiamo, se vogliamo, essere con Cristo fonti di salvezza.
Questa è la ragione per cui è necessario portare a tutte le anime il messaggio della Vergine Santa affinché non soltanto noi, ma tutti sentendo il materno invito si inseriscano nel piano della misericordia e del perdono a beneficio dell’umanità.
Teniamo presente quanto afferma S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi (12,3-7) “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”.
I carismi della Bernardetta e dei bambini di Fatima sono per l’utilità di tutti e così lo dice anche l’analisi interna del Messaggio stesso della Vergine Santa.
E così dicasi anche del carisma della vocazione dell’ammalato che rendendo misticamente presente la passione di Nostro Signore Gesù Cristo è sprone ed invito all’azione apostolica presso i fratelli di dolore affinché tanta umana sofferenza non vada perduta.
Questa o la prima e fondamentale componente su cui si basa tutta l’attività dei “Volontari della Sofferenza” e dei “ Fratelli degli Ammalati “: essere personalmente convinti della necessità ed urgenza dell’attuazione delle richieste rivolte dall’Immacolata a Lourdes ed a Fatima.
Da qui parte l’impegno d’apostolato della volontaria valorizzazione dell’umano dolore, posto a disposizione della Vergine Santa per la conversione dei peccatori.
In proporzione dell’offerta spirituale e dell’impegno d’azione degli iscritti, aumenta o meno la speranza di salvezza per tante anime. Questo è il significato del lamento di Maria Santissima “molte, molte sono le anime che vanno all’inferno perché non c’è chi preghi e chi si sacrifichi per loro”.
La piccola Bernardetta diceva: “La Madonna è tanto bella che quando si è vista una volta si vorrebbe morire per vederla sempre!”
E noi possiamo concludere: l’invito dell’Immacolata è così bello e cosi persuasivo che quando si è compreso si vorrebbe che tutti lo ascoltassero e lo vivessero e così l’umanità sarebbe salva e per mezzo di Maria Santissima ritornerebbe a Gesù Cristo Salvatore nostro. E Dio finalmente sarebbe tutto in tutti e si avrebbe finalmente la pace.
L.N. (continua)
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