Edizioni CVS: A te giovane – 1979 – pag. 63-75

Nella vita del Centro Volontari della Sofferenza è necessario ed indispensabile creare un forte settore giovanile che viva la dinamica della carità, ardentemente richiamata dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima.
Se ne avverte la necessità, e sono pure quanto mai individuati i motivi per cui tanti giovani rifuggono da impegni precisi soprannaturali.
Il settore giovanile deve riunire ammalati e sani, i quali operino accanto agli Incaricati Diocesani:
– per un’autentica vitale dinamicità del Centro;
– per assicurare il suo futuro sviluppo;
– per la salvezza dell’umanità.

Chi deve adoperarsi a sostenere il settore “Giovani”?
Ogni iscritto al Centro è tenuto, sull’esempio della Vergine Santa, a presentare ai giovani ed agli adolescenti
le richieste da Lei formulate alla piccola Bernardetta ed al pastorelli di Aljustrel, cercando di farne comprendere la urgenza e la necessità ecclesiale e sociale, il vero rimedio al mali dilaganti.
È, infatti, una pianta sterile quell’Incaricato Diocesano o di settore, quel capo-gruppo, quell’iscritto al Centro, che non sa prepararsi un collaboratore giovane che lo affianchi e lo sostituisca poi nel lavoro.

A che cosa mira il settore “Giovani”
Il settore “Giovani” vuole mettere in comunione fraterna di aiuto e sostegno vicendevole, giovani sani ed ammalati, in piano umano e spirituale ed in piano apostolico, nella realtà:
– viva
– operante
– impegnante del Corpo Mistico.
Per un’efficace formazione del giovane al piano apostolico occorre tenere presente che – premesse o condizioni indispensabili sono:
a) – Il giovane deve arrivare alla piena realizzazione di se stesso, in piano umano ed in piano di fede, di santità e di apostolato, piano che conosce una gradualità di impegni e di passi successivi.
b) – Occorre rispettare i tempi di maturazione psicologica, morale ed ascetica delle singole persone, tenendo presenti gli ambienti in cui esse vivono. Non bisogna aver fretta. È necessano saper attendere.
La piena maturazione della persona è, infatti, azione di grazia e di personale corrispondenza.
Basti tenere presente gli influssi che esercitano, particolarmente sui giovani, i mass-media e quanta fatica devono essi fare per riordinare la propria fantasia per tenerla fissa in un programma, non soltanto di opposizione personale al male, ma costruttivo, di impegno di santità personale e di azione apostolica.

Qual’è la linea base, la costante formativa?
Per la vitalità del settore “Giovani” occorre partire da punti precisi:
– creare un forte dinamismo interno ed esterno;
– stabilire dei riferimenti di confronto.

Punto di confronto: l’Immacolata
L’Immacolata è il punto di partenza del nostro Centro, è la spinta che porta verso Gesù Cristo, alla scoperta della Sua vitalità reale nell’Eucarestia ed alla scoperta della Sua presenza nei fratelli, il Corpo Mistico.
Occorre quindi impostare il discorso sulla considerazione dell’Immacolata quale creatura prescelta, creata, voluta da Dio in vista del piano della salvezza e della missione che deve svolgere.
Madre del Cristo totale – il Cristo storico ed il Cristo mistico – Maria Santissima è Madre di Gesù, figlio Suo, e Madre spirituale di ciascuno di noi. Madre, quindi, che riunisce in Cristo i propri figli e li sostiene con l’aiuto della divina grazia.
Il Centro, partendo dalle richieste dell’Immacolata rivolte a Lourdes ed a Fatima, dispone la vita spirituale e le linee di apostolato secondo il programma spirituale presentato dalla Vergine stessa che totalmente si identifica nel Santo Vangelo e che va incontro alle storiche e precise esigenze del tempo che viviamo.
Considerando e meditando l’atteggiamento dell’Immacolata, noi troviamo argomenti
pedagogici e psicologici che chiaramente manifestano da parte Sua una conoscenza completa del cuore umano e del modo con cui dirigersi alle creature e, nello stesso tempo, indicano a noi una sicura via da seguire.
L’intelligenza, infatti, dell’Immacolata è una intelligenza viva, pronta, profonda, totale, illuminata, per di più, dalla pienezza dello Spirito Santo, per cui nella propria azione personale, con naturalezza, Ella segue criteri pedagogici e psicologici quanto mai adatti e convincenti per i propri figli. ~ una Madre che conosce i figli e, con profondo intuito, sa andare incontro ad essi.
L’Immacolata, presentata quale punto di confronto, va considerata come la creatura
– forte
– ricca di ideali altissimi
– lottatrice vittoriosa sul male
– condottiera di anime decise, sempre in lotta.
L’Immacolata, considerata sotto tali aspetti, può realmente entusiasmare il cuore di un giovane, perché tali punti indicano ciò che un giovane deve fare.

Come accostare il giovane

Premessa generale
Il giovane, tenendo sempre presente l’immagine dell’Immacolata con cui deve confrontarsi, va accostato attraverso un piano dinamico, ossia di impegno d’azione. La dinamicità è la nota fondamentale che dobbiamo suscitare, sostenere e sviluppare.
Un dinamismo che abbia evidentemente in sé un interesse vivo, che venga mantenuto costantemente, senza interruzioni; un dinamismo che tenga il giovane sempre impegnato, anche quando non è in diretta attività nel Centro, o con il Centro.
Il giovane, infatti, per sua natura, è costantemente in movimento; è, come si suol dire, una caldaia in continua ebollizione.
Il giovane vibra e si infiamma per molti motivi interiori, motivi che possono essere ordinati e spinti al bene, come, talvolta, possono anche essere disordinati e diretti al male.
Motivi disordinati possono essere, a volte, tare acquisite dalla malattia, tare congenite, influssi negativi esterni, mass-media, idee sociali che riflettono distorti orientamenti politici.
Tutti questi motivi si riflettono nell’animo del giovane e finiscono col fare di lui, che vorrebbe essere la creatura più libera, la creatura, invece, più condizionata, secondo atteggiamenti, scelte e strumentalizzazioni preordinate da terzi e secondo piani ben precisi.
Questa è la realtà di oggi.
È motivo invece che suscita positivo interesse ed entusiasmo tutto ciò che è buono, bello, onesto, generoso, puro, frutto di impegno tanto nei suoi riguardi quanto verso gli altri, come i bisognosi, gli emarginati, ecc.

Linee di azione costruttrice

Per portare il giovane alla piena libertà ed al dominio su se stesso, occorre stabilire un piano di amicizia e di aiuto fraterno che susciti l’interesse personale e sociale del giovane stesso, suddividendo l’azione di accostamento e di formazione in tre tappe:

retta osservanza della legge naturale;
vita spirituale in piano soprannaturale;
apostolato.
Prima tappa

Dinamismo interiore creato sul confronto del giovane col piano naturale, realizzato sulla base della sincerità.

Il giovane è fondamentalmente sincero: è bene, allora, fare leva sulla sincerità.
Il giovane dice con chiarezza e senza alcuna reticenza tanto il bene quanto il male. Egli dice quello che pensa.
Non siamo al tempo di una o due generazioni indietro, quando il giovane aveva vergogna di parlare dei propri problemi, sembrandogli di essere il caso unico, che avrebbe creato meraviglia qualora avesse detto il proprio stato d’animo.
Oggi, fin dal primo accostamento, la linea va condotta con delicata fiducia e sincerità.
Occorre, quindi, stabilire l’incontro sulla base dell’esame concreto della situazione personale che vive in un determinato ambiente, che può avere caratteristiche buone, indifferenti o cattive.
Dall’esame della situazione in cui il giovane si trova e dei problemi che gli interessano, non mancare di sottolineare con soddisfazione le cose buone che egli fa, esaminando, poi, alla luce della legge naturale, quanto di negativo o di indifferente ci può essere nel suo animo.
Il contatto dell’animo giovanile con la legge naturale è soltanto il punto di partenza, per arrivare poi, a poco a poco, con l’aiuto dello Spirito Santo e lo sforzo del giovane, alla legge della vera libertà, ossia alla vita del Cristo attraverso l’impegno di grazia che è il piano soprannaturale.
È opportuno stabilire allora un dialogo, ad esempio:
Come interiormente ti senti?
Sei totalmente soddisfatto?
Ti senti più maturo e sinceramente più uomo con tale comportamento?
Ti senti utile, in piano costruttivo ed ordinato, ai fratelli? Vivi per te stesso o per gli altri?
Dalle risposte del giovane cercare di arrivare ad un impegno minimo; è, questo, un passaggio importantissimo: è l’inizio del cammino.
Tale impegno, anche piccolo, va costantemente mantenuto, quale prova di forza, di onestà, di rispetto verso se stesso, stabilendo con precisione, poi, una meta da raggiungere, per sinceramente fare il resoconto sulla tappa stabilita.
Teniamo presente chela sincerità del giovane non deve creare nessuna meraviglia, per quanto egli può dire, nella persona che l’ascolta, perché anche la più piccola manifestazione di reazione a quanto manifesta, potrebbe chiudergli l’animo, forse anche per sempre.
Il colloquio deve camminare in dinamica costruttrice e fraterna, con preciso rapporto su quanto stabilito; come è andata, ad esempio, l’esperienza buona; come si è trovato interiormente e come si è sentito di fronte alla vittoria su se stesso; oppure che fatica ha fatto per eliminare determinati ed abituali occasioni; come si è interiormente sentito dopo l’insuccesso, ecc., ecc.
Occorre tenere d’occhio la sensibilità morale che a poco a poco deve affiorare in lui, vedere come l’afferma nel suo animo con l’eliminazione di motivi condizionanti, tenendo acceso sempre l’entusiasmo per una scoperta interiore sempre più profonda ed un desiderio sempre più vivo.
Soltanto in proporzione della sensibilità che aumenta contro il male e del desiderio di progredire nella via del bene, si potrà poi passare alla seconda tappa.
E se il giovane non ascolta?
Seminare allora il dubbio: seminare lo stimolo della ricerca, della necessità di escludere mezzi termini, della bellezza di una vita piena e sincera, del vero interesse costruttivo e porre, ad esempio, degli interrogativi come questi:
– Questo che stai facendo ti servirà anche in fin di vita?
– Con la mancanza di fede e col tuo sistema di vita, fino a questo momento che cosa hai costruito in te e negli altri?
– Sei intimamente convinto che Dio sia proprio una realtà che si possa negare? Dio esiste anche se tu non credi!
– Credi tu che l’inferno non esista e nemmeno il Paradiso, unicamente perché tu non ci credi?
Questione di tempo per accertarsene. Pensa però come ti troveresti di fronte a quella realtà.
Sono punti ben precisi e portanti. Se il giovane è sincero, deve rispondere con altrettanta sincerità e deve pure dire quello che ha costruito e ciò che veramente gli serve.
A questo punto occorre rispondere al giovane con la stessa chiarezza e quasi, oserei dire, con la stessa spregiudicatezza. È l’annuncio della verità fatta davanti a chi vuoi chiudere gli occhi, lasciando alla sua responsabilità ed all’azione dello Spirito Santo la parte del lavorio interiore per ricominciare e continuare il dialogo appena possibile.

Seconda tappa

Dal confronto naturale passare al confronto soprannaturale col Cristo e con l’Immacolata, per arrivare poi all’impegno della costruzione delle virtù mancanti.

Settore Giovani e Movimento giovanile

Per suscitare l’interesse del giovane al piano apostolico di adesione all’apostolato dei Volontari della Sofferenza, il medesimo Centro ha dato vita al “movimento giovanile”: “Accanto a chi soffre”.
Tale attività giovanile che viene svolta nelle varie Case dell’Associazione è una attività allargata verso coloro che non conoscono ancora l’apostolato del Centro sotto il diretto controllo dei “Silenziosi Operai della Croce”, responsabili giuridici, ecclesiastici e civili di quanto viene svolto dalle Consociazioni “ Volontari della Sofferenza”, “Fratelli degli Ammalati” e “Lega Sacerdotale Mariana”.
Per tale testimonianza, dal giovane che si affaccia alla vita del Centro Volontari della Sofferenza si esige soltanto l’impegno alla più stretta osservanza
– dell’educazione,
– del rispetto delle idee degli altri,
– dell’orario delle varie Case,
– dei servizi che dal capo-equipe vengono assegnati.
Il rispetto della volontà del giovane che si accosta ed il contatto con la dinamica viva dell’apostolato dei sofferenti, possono svolgere un salutare e benefico influsso sull’animo giovanile che viene a contatto di esperienze nuove, vivide di fede e di carità autentica.
Il servizio poi reso a chi soffre, anche se attraverso i lavori più umili, può predisporre il cuore all’azione della grazia e ad un futuro inserimento nell’Apostolato del Centro.
Il giovane, oltre alla sincerità, ama il sacrificio.
Questa è la costante, vera, sperimentata esperienza del Centro, tanto in piano “Volontari” e “Fratelli”, quanto in piano comunitario dei “Silenziosi Operai della Croce”.
Il giovane oggi ama ed esige un atteggiamento chiaro, sincero, fermo, intransigente, senza un comprensivismo condiscendente che faciliti le evasioni da impegni precisi, anche se, al momento, magari reagisce negativamente.
Far comprendere che è necessario camminare su quella linea, anche con sacrificio vero, se si vuole essere alla sequela dell’Immacolata e di Cristo Crocifisso.
La condiscendenza non faciliterà mai nè le vocazioni, nè l’apostolato.
È un’esperienza sicura, provata dalla nostra vita in piano di apostolato ed in piano vocazionale.
Soltanto una chiara ed una caritatevole fermezza verso il giovane è linea di sostegno che, del resto, si identifica con la linea del Cuore di Cristo, il quale, mentre ci addita il sentiero stretto e l’impegno di carità fino a sacrificarsi per i peccatori e a sostituirsi a loro, non dubita di parlarci di giudizio e di inferno se non si è fedeli ai propri impegni.
Arrivati a questa tappa costruttiva, soprannaturale, di confronto col Cuore di Cristo e col Cuore Immacolato di Maria, il giovane va realmente impegnato prima di tutto in piano interno col sacrificio costantemente mantenuto per arrivare ad una identificazione di animi: l’animo suo con quello del Cristo e con quello dell’Immacolata.
A questo punto della seconda tappa teniamo ben presente da che sponda arriva il giovane: l’attuale società.
Il giovane va perciò costantemente impegnato nel fiducioso ricorso all’aiuto della preghiera e dei Sacramenti, veri rigeneratori e sostenitori di vita. É questo un punto basilare per vincere qualsiasi vizio.
Quante volte allora la Confessione? Ogni volta che sei caduto!
E quando farla? Subito!
Domani forse è tardi, se non altro perché il vizio, con la sua radice, penetra maggiormente dentro di te e poi perché senza la vita della grazia tu sei un “a solo” di fronte all’universo, di fronte a Dio che ti ama, che ti attende e vuole servirsi di te.
Se i giovani vengono costantemente impegnati in piano costruttivo di perfezione e di bellezza totale, come si manifesta a noi nelle perfezioni di Dio; se vengono impegnati in piano di sacrificio che va condotto prima di tutto su se stessi per poi protendersi verso gli altri, non c’è dubbio che arriveranno, nonostante tante deficienze, a mete meravigliose.
A questo punto si può chiedere loro molto e va chiesto molto. Occorre tener presente che se non si chiede mille, non danno nemmeno cento. Se non si chiede cento, non danno nemmeno uno. Se per timore si chiede poco, non daranno proprio nulla.
Il dinamismo del confronto col Cuore di Cristo e col Cuore dell’Immacolata deve portare allo stesso desiderio di annuncio: “venga il Tuo Regno, venga a qualunque costo”.
Quando il giovane arriverà a comprendere che il Cristo è la realtà storica e convergente di tutta l’umanità e che realmente è presente nella Eucarestia, ben volentieri egli sosterà dinanzi a Lui e col Suo Cuore adorabile, sotto lo sguardo dell’Immacolata. incomincerà ad attuare i propri confronti ed incomincerà a mettersi a servizio dei fratelli perché in loro ritroverà il Cristo che adora nel Tabernacolo.
Per un processo di formazione più rapida, nulla vieta che, raggiunta la seconda tappa, il giovane sia immesso nell’attività interna del gruppo, dopo previa maturazione negli ideali del Centro e piena adesione ai metodi che si seguono per l’apostolato.

Terza tappa

Dinamismo esterno.

Il giovane che è convinto, il giovane che ha trovato in Cristo la propria completezza, deve essere, come l’Immacolata, un giovane che canta, un giovane che annuncia. Così ha fatto la Madonna, così deve fare ogni giovane che La segue.
Ed allora, che cosa annuncia?
Annuncia l’amore di Dio per l’umanità.
Annuncia la bellezza della grazia faticosamente conquistata.
Annuncia la possibilità di essere costruttori del Regno.
Annuncia la bontà dell’Immacolata che, richiamando alla preghiera ed alla penitenza, vuole la salvezza dell’umanità.
Annuncia la Parola di Dio, la Chiesa ed i Sacramenti:
i Sacramenti che sono segni sensibili della Grazia che prendono tutto l’uomo, dalla sua immaginazione alla sua sensibilità, dilatandone gli orizzonti e sostenendolo nella attività.
Da questa personale esperienza, il giovane parte per testimoniare la vera vita che egli ha scoperto e che è infinitamente superiore a quella che viveva.

Possiamo ancora sottolineare che la Chiesa, in tutta l’attività verso i fedeli e la richiesta della loro corrispondenza a Dio, è tutta una proposta di costante dinamismo:
il dinamismo dell’atto penitenziale; il dinamismo dell’adorazione; il dinamismo, come abbiamo detto, dell’accostamento fraterno nel metodo e nella linea del Cristo; il dinamismo dell’incontro coi fratelli sofferenti (come va fatto); il dinamismo della preghiera personale e comunitaria che intercede ed arriva ad impegnare l’individuo per il fratello: tutto è lavorio interiore ed apostolico lungo, sorprendente, largo, meraviglioso.
In questa terza tappa è necessario che ci sia una dinamica profonda, costante e viva, esteriore ed interiore, sempre ascendente verso Dio e discendente verso i fratelli.
Occorre cimentarsi nell’impresa con fermezza nelle linee del Cristo e dell’Immacolata; occorre vivere il programma che il Centro, in risposta alle richieste dell’Immacolata, presenta.
Le esperienze che si faranno, additeranno mete nuove. La gioia della scoperta inciterà il giovane a mete sempre più ardue, e siamo sulla via dell’eroismo, della completezza, della maturità totale in quel piano che il Padre aveva per ciascuno tracciato.

Conclusione

Seguendo fedelmente queste tappe c e speranza di poter stabilire un incontro con tutti i giovani che ci circondano, purché siano animati di sincera volontà di ricerca, di desiderio di donare un apporto concreto e valido alla società e di migliorare se stessi in tutti i piani di loro conoscenza, che vanno dal piano naturale al piano soprannaturale, fino all’espressione eroica della propria vita nella continuità della testimonianza del Cristo.