Edizioni CVS: Gesù amico divino – 1979 – pag. 7-10
Presentare le Meditazioni tenute a Lourdes da Sua Eccellenza Mons. Paolo Carta, Arcivescovo di Sassari, a Sacerdoti e anime consacrate è per me un piacere, sicuro di offrire un valido contributo non soltanto ai fortunati uditori di quegli Esercizi, ma anche a quanti desiderano vivere con responsabilità cristiana il momento storico che stiamo attraversando, denso di reciproche responsabilità.
Sono Meditazioni sul Cuore di Cristo che mirano a farcelo conoscere, amare e testimoniare, trovando in Lui la propria identità di anime consacrate, — e tutti siamo dei consacrati per lo meno attraverso il Battesimo e le successive tappe a noi indicate dallo Spirito — secondo l’eterno disegno del Padre Celeste.Il clima di Lourdes è il più adatto per cogliere il senso soprannaturale della nostra vita destinata al Cielo e per incontrarci con il Divin Figlio dell’Immacolata, che ogni giorno, con amore traboccante di grazie, passa in mezzo a tanti ammalati, come usava fare a Cafarnao, a chiusura di estenuanti giornate di lavoro apostolico.La più gran parte dei pellegrini che si recano alla Grotta di Massa bielle, ammalati e sani, sacerdoti e laici, ritornano da quel luogo benedetto con il cuore risanato, sollevato, aperto agli interrogativi della fede: è la grazia di Lourdes che viene concessa alle anime di buona volontà.
Il Cuore di Cristo, durante tale XXVII corso di Esercizi Spirituali indetto dalla Lega Sacerdotale Mariana, Lo abbiamo incontrato accanto alla propria Madre ed ancora una volta ha parlato alle anime nostre, interiorizzandoci sempre più in proporzione dell’identificazione che siamo riusciti ad attuare con Lui.Questo è precisamente lo scopo delle bellissime e profonde meditazioni di Sua Eccellenza Mons. Carta:
conoscere sempre di più il Cuore di Cristo, “ Vero amico divino”, trovando in Lui la propria identificazione vocazionale.Mons. Carta, con sguardo fisso sull’Immacolata, ha parlato seguendo, con chiarezza apostolica, la Sacra Scrittura, il Magistero Pontificio e l’insegnamento dei Santi.Egli è partito da un presupposto: per realmente essere di Cristo bisogna conoscerLo bene, bisogna incontrarsi con Lui e rimanere vicino a Lui alla Sua scuola, come con Lui si è incontrata l’Immacolata nel giorno della Sua annunciazione, rimanendoGli poi sempre accanto nella casa di Nazareth e seguendoLo fino al Calvario, facendo della propria vita con quella del Suo Divin Figlio un solo sacrificio.Per arrivare a tale inscindibile unità, Sua Eccellenza Mons. Carta ci ha suggerito un mezzo sicuro: fare e vivere la propria consacrazione al Cuore di Cristo.
Per essere Suoi testimoni una còndizione va pur realizzata, rimanere in Lui.
Ed accanto all’Immacolata, alla Grotta di Lourdes, con tanti sacerdoti ammalati e sani possiamo dire di essere stati maggiormente vicini al Cuore del Nostro Divin Redentore.Le verità eterne, in quel grandioso cenacolo di Massabielle, venivano incontro come luce viva, che illuminava, riscaldava, confortava, spingeva.
Non è poesia: è stata una gioiosa soprannaturale realtà.
Meditare le stesse verità nel silenzio della nostra camera, o, per i sofferenti, nel monotono e diuturno silenzio che la malattia impone, ponendoci accanto e sotto lo sguardo dell’Immacolata; vuol dire vivere sotto il medesimo sguardo di candore della nostra Madre spirituale, meditare vicino a Lei, la quale in Dio certamente ci vede e ci segue ovunque, desiderosa di trovarci uniti al Cristo in una inscindibile reale unità attuata dal Corpo Mistico del Suo Divin Figliolo. E’ questa la via migliore per approfondire le belle e profonde meditazioni di Sua Eccellenza Mons. Carta.
Tali riflessioni sono adatte non soltanto ai sacerdoti ed alle anime consacrate, ma a tutte le anime impegnate e decise a vivere il proprio regale sacerdozio per “evangelicamente ” e con ferma decisione annunziare il Cristo fra i fratelli.In questa Pentecoste di luce e di grazia che Papa Giovanni Paolo Il sta suscitando con il Suo apostolico viaggio a Puebla, queste meditazioni ci vengono
incontro come un contributo alla verità per dare, secondo il richiamo del Papa, dimensioni verticali ed ascendenti alla dinamica della nostra attività cristiana, considerando l’uomo nel suo destino ultraterreno, nelle sue necessità umane e sociali non con visioni ristrette e anguste, secondo la sola natura umana, ma nella visione integrale, aperta alla realtà ultraterrena ridonatagli da Gesù Cristo col piano della Redenzione. I soli orizzontalismi non considerano l’uomo nelle sue totali dimensioni e a lungo andare diventano parabole discendenti.“ Non ti prometto di renderti felice in questo mondo, bensì nell’altro”, così la Madonna a Santa Bernardetta e così deve essere l’attesa per ogni seguace del Cuore di Cristo, salvezza del mondo.
Roma, 31.1.1979
Sac. Luigi Novarese
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