L’Ancora: n. 10 – ottobre 1977 – pag. n. 23-27

Il Convegno Sacerdotale di Pompei ha dimostrato la piena validità del voto conclusivo del Congresso Internazionale di Paray-Le-Monial del 1974: la Lega Sacerdotale Mariana promovesse cioè ogni tre anni un simile incontro in cui i Vescovi diocesani, primi responsabili della pastorale, svolgessero, con sicurezza di dottrina ed in aperto dialogo con i sacerdoti, delle relazioni su argomenti relativi alla Pastorale in rapporto al culto del Cuore di Gesù.
Tema del Convegno è stato “ La Catechesi del Cuore di Cristo: Cor ad cor loquitur”.
Il Magistero della Chiesa, particolarmente in questo secolo da Leone XIII a Paolo VI, aveva presentato il culto al Cuore di Cristo quale espressione privilegiata dell’accoglienza dell’amore di Dio che si è rivelato a noi nel mistero di Cristo Redentore.
A Pompei, con l’ambito e prezioso telegramma del Santo Padre e con le relazioni tenute dai Vescovi, ricche di argomenti dogmatici e morali, sono state date per la catechesi direttive chiare e sicure che dicono l’impostazione da dare alla pastorale per poter risolvere la crisi di fede in cui oggi l’umanità si dibatte.

I – Attualità del culto al Sacro Cuore

Il Convegno ha constatato che nel momento attuale ci sono segni che indicano la via per la riscoperta dell’autentico culto al Cuore di Cristo, e che tale culto può aiutare i fedeli a vivere in modo integrale la loro fede, sia nella loro relazione con Dio sia nei rapporti con i fratelli e la società.
E’ stato rilevato anche che l’uomo di oggi è particolarmente sensibile al dono di sè, alla verità, alla autenticità, alla solidarietà, al senso della giustizia sociale, ad esperienze forti di preghiera e di servizio: valori positivi che lo rapportano al Cuore di Cristo non solo come all’ideale ispiratore, ma anche come a Colui che permette e facilita la loro realizzazione.
D’altra parte l’uomo di oggi è afflitto dall’angoscia esistenziale, dalla solitudine, dalla sete smodata del benessere, dalla indifferenza verso gli altri ed i loro problemi, dallo sfruttamento e sovente dall’evasione per mezzo dei mass-media e degli stupefacenti.
Il Cuore di Cristo con le parole “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò” (Mt. 11,28), “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv. 14,6) gli indica la vera soluzione alla gravità dei mali e dei problemi che lo affliggono.

II – Un’adeguata catechesi del Cuore di Cristo richiede quali temi essenziali la conoscenza:

● della Persona Divina di Gesù nella sua duplice natura divina ed umana, sulla base della Sacra Scrittura, della tradizione e del Magistero;
● del mistero della Redenzione nei suoi culminanti momenti dell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo;
● del mistero dell’Eucarestia, sacrificio di espiazione e nutrimento, culmine e sorgente della vita, della comunione ecclesiale e della sua missione nel mondo, punto privilegiato d’incontro fra l’uomo e l’amore palpitante di Cristo specialmente attraverso la Comunione e l’adorazione;
● della dottrina dello Spirito Santo (oggi particolarmente presente nel rinnovamento della chiesa), quale dono del Cuore di Cristo (Cfr. Enc. Haurietis Aquas, n. 50);
● della B.V. Maria, Madre di Dio, singolarmente venerata oggi, quale “ dono preziosissimo del Cuore Sacratissimo di Gesù” (Cfr. H.A. n. 46);
● della realtà del peccato: necessità di formarsene una coscienza viva e retta (in un momento di tanto permissivismo); urgenza della riparazione e la misericordia di Dio Padre che si rivela in Cristo;
● del ruolo della carità, quale virtù e comandamento, nel mistero della salvezza;
● del “ Cuore trafitto del Redentore” (Cfr. H.A. n. 58-59) presentato quale espressione più viva del suo amore e di tutta la sua vita interiore, quale somma e sorgente di tutte le virtù cristiane e quale modello supremo di ogni atteggiamento religioso ed umano, individuale e sociale.

III – Alcuni campi per i quali Il Convegno ha indicato come particolarmente valida la catechesi del Cuore di Cristo:

1) la formazione spirituale dei cristiani in genere ed in modo speciale dei sacerdoti e delle anime consacrate, in questo clima della spiritualità post-conciliare, presenta due caratteristiche:
a) prospetta a tutti la perfezione nella carità; ma un rapporto intimo col Cuore di Cristo, divenuto consapevole nella preghiera, offre a Lui lo spazio perché Egli stesso, nel singolo fedele, ami perfettamente il Padre e tutti gli uomini-fratelli, fino al sacrificio totale di sè;
b) sottolinea fortemente la partecipazione di tutti i fedeli, secondo la propria missione, all’unico Sacerdozio di Cristo; ma tanto il Sacerdozio come l’Eucarestia, secondo la Enciclica Haurietis Aquas (n. 45), sono doni del Sacratissimo Cuore di Gesù.

2) La religiosità popolare, oggi rivalutata, con il suo senso del concreto e del sensibile, trova nel Cuore di cristo la strada più facile e congeniale per arrivare all’amore del Padre. A sua volta questo culto è via sicura per la difesa e l’autenticità della religiosità popolare stessa.

3) La giustizia sociale. L’insegnamento originario di Cristo è compendiato nelle parole: “Chi ama Dio ami suo fratello” (1 Gv. 4). E fratello è l’individuo e la comunità. Gesù vuole la loro trasformazione, anche per migliorarne le condizioni di vita, non tanto cambiando le strutture, quanto cambiando la coscienza dell’uomo perché porti nelle strutture non già il suo egoismo, ma l’amore e la giustizia. Anche le strutture allora miglioreranno. La Chiesa annunciando il messaggio della salvezza diviene perciò avvocata di giustizia nella società terrena. Tutti i cristiani allora nell’amore del Cuore di Cristo sentiranno l’urgenza di testimoniare, di operare e di sacrificarsi per una società più giusta.

4) La famiglia, nucleo fondamentale della Chiesa, oggi in crisi, può ritrovare nel Cuore di Cristo il vincolo di unione nell’amore di donazione e di umile servizio e il valore del Sacramento (del matrimonio) che è simbolo dell’unione che esiste fra Cristo stesso e la Chiesa.

5) La gioventù che ha fame e sete per l’universale, il radicale, per l’autentico, ed anela alla generosità, alla solidarietà ed alla giustizia sociale, può trovare nel Cuore di Cristo l’appagamento di questi giusti desideri.

6) I sofferenti possono trovare nel Cuore di Cristo la grandezza della loro vocazione, la pace e la gioia inalterabile del loro spirito, infatti:
– il Cuore di Cristo rivela al sofferente la Sua speciale presenza di comunione, di comprensione e di aiuto ad aderire alla volontà del Padre in particolare nei tre momenti della cena (Gv. 13,25), dell’agonia )Lc. 22,42-43), e della croce (Gv. 19,25-34);
il Cuore di Cristo aiuta ogni fedele a vedere in chiave di amore tutte le sofferenze del mondo, a trasformare il dolore in fonte positiva di bene” (Paolo VI), quindi in apporto personale e vocazionale di riparazione al Padre, di dono di salvezza al mondo, di sostegno alla pastorale della Chiesa locale e ad ogni intrapresa di bene (Cfr. “Pio XII e l’umana sofferenza” – Ed. Paoline – Roma 1960. “I sofferenti nel magistero di Paolo VI” – Ed. C.V.S. – Roma 1973);
– il simbolo del Cuore, come è stato manifestato a S. Margherita Maria Alacoque, parla efficacemente al sofferente secondo quanto ci dice l’esperienza.
Il Convegno la rilevato in particolare come nella catechesi di oggi e nei nuovi catechismi non sia sufficientemente presentato il tema della sofferenza, ossia il personale, volontario e doveroso inserimento nel mistero della Croce quale preparazione ad affrontare il dolore e la morte e quale via necessaria per partecipare in modo pieno al mistero pasquale di Cristo. Pertanto il Convegno ha auspicato che almeno tutti i Vescovi e le Conferenze Episcopali presenti introducano adeguatamente tale tema nei nuovi catechismi per bambini, giovani ed adulti, nella luce vivificante del Cuore di Cristo e del magistero di Paolo VI.

IV – Indicazioni Pastorali

Il Convegno, attraverso le varie relazioni e i Gruppi di Studio suddivisi per lingua, ha dato anche indicazioni pastorali pratiche per la diffusione del culto al Cuore di Gesù ed ha suggerito di preparare pubblicazioni e sussidi idonei, servendosi della collaborazione di esperti e di teologi, che nella linea del Convegno stesso potranno rendere un ottimo sevizio all’attuazione della pastorale.

In particolare:
1) la testimonianza convinta del Sacerdote (e di ogni fedele soggetto di catechesi) che manifesti la sua piena comunione di vita con il Cuore di Cristo. Siano i primi testimoni i partecipanti al Convegno.
2) Metodologia di tale catechesi deve riflettere il modo con cui Cristo stesso, nella tenerezza del Suo amore, ha avvicinato ogni uomo accettandolo nella sua realtà esistenziale, per introdurlo, attraverso il dialogo della carità, nella comunione del Padre e della Spirito Santo.
3) Sia incentivato ed approfondito lo studio teologico della dottrina intorno al Sacro Cuore e sia favorita la devozione al Cuore di Gesù nei Seminari e nei Noviziati.
4) Pratiche di devozione:
● la pratica dei primi venerdì del mese;
● il mese del Sacro Cuore;
● la consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore;
● la recita del Rosario per penetrare con Maria SS.ma, nella meditazione dei misteri, l’amore infinito di Cristo e dare con lei la propria risposta d’amore;
● l’Ora Santa;
● l’Apostolato della Preghiera
● la rivalutazione degli elementi liturgici relativi al Sacro Cuore presenti nella Liturgia e la diffusione di un culto liturgico nella esatta osservanza delle rubriche che vengono però debitamente illustrate nella loro bellezza e nel loro valore di segno, quale espressione di rispetto verso la reale presenza di Cristo nell’azione liturgica e particolarmente nell’Eucarestia.
5) Gli atti del Convegno pubblicati in varie lingue, potranno costituire un valido sussidio per l’attuazione delle finalità del Convegno.

V- Continuare l’iniziativa

I partecipanti al Convegno 1977 di Pompei hanno chiesto alla Lega Sacerdotale Mariana di ripetere ogni tre anni (alcuni avrebbero voluto fra due) il Convegno sul culto al Cuore di Gesù.
La Lega Sacerdotale Mariana si propone, a Dio piacendo, di rispondere a queste aspettative rispettando la scadenza triennale decisa a Paray-Le-Monia nel 1974 migliorandone la programmazione in base agli elementi emersi dai due precedenti Convegni.

La Lega Sacerdotale Mariana
La Direzione