L’Ancora: n. 11 – novembre 1959 – pag. n. 2-5
La nota caratteristica dei « Volontari della Sofferenza » è l’azione.
Alla luce della fede il dolore e un talento che va sfruttato a beneficio proprio e della Società.
L’ammalato nel « Centro Volontari della Sofferenza » viene considerato quale soggetto di azione, ossia, come egli realmente é nella sua funzione soprannaturale: continuatore della Passione di Nostro Signor Gesù Cristo. Soggetto di azione quindi per la santificazione propria, così come per tutte le creature cime devono tendere a Dio; soggetto di azione, utilizzando il proprio dolore a beneficio della società: soggetto di azione positivamente sacrificandosi per la salvezza dei fratelli; soggetto di azione arruolando tutti gli altri ammalati a vivere lo stesso ideale di conquista.
Santa Bernardetta, infatti, a Lourdes, per incarico della Vergine Santa, nella apparizione 8° si rivolta ai fedeli presenti alla Grotta e ripete per ben tre volte la grande parola, « penitenza – penitenza – penitenza ».
Il Santo Padre felicemente regnante a tale proposito ci dice che nell’invito alla « penitenza » dobbiamo prima di tutto intendere di santificare il lavoro e il dolore perché essi costituiscono appunto la prima penitenza imposta da Dio all’umanità.
In questo modo abbiamo un piano a sfondo sociale in virtù della legge soprannaturale del corpo mistico.
C’è però qualcosa di più che possiamo noi compiere ed è la penitenza volontaria dopo aver utilizzato « tutta » la penitenza cime tocca anime e corpi per mezzo delle cause seconde. La Vergine Santa, infatti, a Fatima si lamenta con i tre Pastorelli « perché non c’è chi voglia pregare e sacrificarsi per i peccatori ». Qui si parla di sacrificio volontario e di necessità di far conoscere il bisogno della preghiera e della Penitenza in tutte e due le forme per la salvezza dei fratelli.
In questa maniera esiste un vero programma di attività personale e di conquista.
L’attività dell’individuo è in proporzione della capacità specifica, dell’intelligenza e larghezza di vedute.
Tali principi vengono usati anche per il settore soprannaturale. Si diventa soggetto di azione in proporzione del grande concetto che si nutre del valore soprannaturale del dolore ed in proporzione della sensibilità che si nutre verso le necessità altrui.
Se l’iscritto al « Centro Volontari della Sofferenza » è convinto delle proprie idee ed è convinto di essersi posto al servizio della società mediante la valorizzazione del proprio dolore egli deve, in conseguenza, marciare alla conquista dei propri fratelli. Egli deve sentire il lamento della Madonna sulla dannazione di tanti figli per mancanza di interessamento da parte dei fratelli. Egli deve rivolgersi ai fratelli di dolore per porti tutti al servizio di Maria Santissima.
I sofferenti sono dei veri detentori di grandi ricchezze che essi potrebbero riversare sulla società, qualora comprendessero il valore soprannaturale del dolore.
Se ci sono tanti peccati, ci devono essere, per conseguenza, tanti ristabilitori di equilibrio.
Il Signore, sempre misericordioso nelle Sue disposizioni, unitamente al dono della libertà ci ha lasciato la possibilità della riparazione a nostra discrezione. Se vogliamo essere realmente utili alta società diamo alla società ciò di cui essa ha maggiormente bisogno. Il progresso tecnico fa il suo corso, ma non prosegue di pari passo il bilancio dei peccati cime si commettono, per cui molte anime vanno all’Inferno proprio per mancanza di questo equilibrio.
Allarghiamo i nostri orizzonti e non siamo gretti!
Pensiamo che ciò che viene abitualmente stimato « come un male» e, invece, in unione a Nostro Signor Gesù Cristo, un mezzo di prim’ordine per il riscatto delle anime.
Non arrestiamoci nella considerazione degli interessi personali ma consideriamo gli interessi della collettività.
Si commettono troppi peccati! Occorrono quindi che nemmeno uno della nostra categoria resti ai margini di questa attività riparatrice.
La vocazione alla sofferenza e una vocazione di immolazione e di conquista.
Il « Volontario della Sofferenza », il quale « volontariamente si pone a disposizione di Maria Santissima » si guardi attorno e ripeta, come Santa Bernardetta dinnanzi alla Grotta, « penitenza, penitenza, penitenza ».
Spieghi a tutti che la prima penitenza imposta da Dio è la santificazione del lavoro.
Sappia convincere il proprio fratello di dolore che il vero valore costruttivo à quello cime dura per l’eternità.
Parli dei veri interessi della collettività.
Superi se stesso, vinca la propria ritrosia, preghi per le anime se le vuole conquistare, affinché la « pacifica schiera dei sofferenti», come ha detto Pio XII di f. m. possa salvare la società.
I nemici nostri si organizzano per strappare le anime a Dio e noi non spenderemo nemmeno una parola per convincere chi vive vicino a noi a considerare le grandi e reali possibilità del dolore?
Non isoliamoci nel nostro male, ma superandolo serviamoci di esso per la conquista dei fratelli.
Non ci deve bastare servire noi da soli Maria Santissima e strappare anime al nemico delle anime nostre, ma dobbiamo agganciare al nostro ideale tutti i fratelli di dolore che sono a noi raggiungibili. Parliamo di queste grandi realtà costruttive e sappiamo organizzarci.
Gesù, sul Calvario, mediante la Sua morte ha stabilito i presupposti per la salvezza del genere umano.
L.N.
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