L’Ancora: n. 3 – marzo 1973 – pag. n. 1-5
Carissimi,
la Quaresima ed il prossimo nostro Pellegrinaggio in Terra Santa (27 marzo – 3 aprile) mi spingono a intrattenervi sulle finalità spirituali che abbiamo posto per questo viaggio e a dirvi, inoltre quanto ardente-mente desideri da ciascuno di Voi in piano di attività nel Centro Volontari della Sofferenza.
PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
1° Scopo: ringraziare, sul luogo dove avvenne la Redenzione, Nostro Signor Gesù Cristo, per il sacrificio offerto in nostra rappresentanza e pregare per comprendere sempre più l’impegno che abbiamo, di continuare il piano redentivo da Lui compiuto con gli stessi Suoi sentimenti e nel modo da Lui indicato.
2° Scopo: attuare, ancora in spirito di filiale riconoscente amore, un pellegrinaggio alla Casa, ove la nostra comune Madre spirituale visse e dove, ancora giovanetta, ricevette l’invito di Dio a partecipare al piano di salvezza.
Ripeteremo, tutti assieme, la nostra Consacrazione alla Vergine benedetta, Consacrazione che vuole unire ciascuno di Voi e quanti a noi nel tempo si uniranno, nel medesimo atto di totale donazione che dice amore, cessione di diritti, volontà di servizio.
3° Scopo: nell’Orto degli Ulivi e sul Calvario vogliamo dire al divin Redentore la nostra volontà di presenza ai piedi della Sua mistica croce, di cui ogni sofferente è trasparenza e soprannaturale realtà.
PROGRAMMA DI RINNOVAMENTO PERSONALE ED ASSOCIATIVO
Questa presenza ai piedi della Croce vuole impegnarci in un lavorio di rinnovamento spirituale personale ed associativo per metterci in quell’atteggiamento di preghiera e dl realizzazione penitenziale che la Madre della Chiesa ci ha richiamato a Lourdes e a Fatima e che noi ci siamo proposti di affermare, in piano personale, interno ed in piano esterno di attività, quale caratteristica distintiva della nostra Associazione.
Parecchi, ormai, sono gli anni di attività del nostro Centro e quantunque le caratteristiche del Centro le abbia richiamate in occasione del XXV di Apostolato, sento, tuttavia, il bisogno di ritornare su questo argomento per attirare l’attenzione di tutti.
Ecco i difetti che vi segnalo:
— In genere, si prega poco e, talvolta, tanto male.
— Alcuni soffrono nel sentire parlare di attività mariana; di attività apostolica richiamata dalla Vergine Santa a Lourdes e a Fatima.
— Altri, parlando di necessità di penitenza e di funzioni penitenziali comunitarie, temono di offendere la libertà individuale.
— Altri, poi, ed è una estrema minoranza, destinata a scomparire, parlano soltanto di sociologia, di libertà individuale, di promozioni, ecc. e intanto non vogliono lo Spirito e la fisionomia del Centro.
Contro le varie teorie che serpeggiano ancora nella vita della Chiesa e che vorrebbero entrare anche nel nostro Centro, così si esprime il Santo Padre:
Noi vogliamo credere che voi, ascoltate, voi, specialmente che avete ad onore di professarne la spirituale milizia della fede, sappiate comprendere quale figura di uomo risulti dalla disciplina dell’ascetica cristiana: risulta l’uomo vero, l’uomo forte, l’uomo libero, l’uomo seguace di Cristo, l’uomo operante in virtù del suo Spirito. Si dirà forse da alcuni, sedotti da certe correnti amorali dei nostri giorni, che questo non può essere programma del figlio del secolo nostro, a cui si propone, con le blandizie della liberazione, di ritrovare finalmente se stesso abbandonandosi alla vita larga e precipitosa della così detta moralità permissiva “; il che comporta una conversione a rovescio, per certi versi non meno ardua della conversione verso il fine connaturale del nostro essere; comporta estirpare dalle profonde radici della coscienza il senso del peccato, cioè della nostra responsabilità verso il Dio vivente e veggente; comporta umiliare nel nostro virile giudizio il senso del dovere e della legge giusta: comporta attutire nella nostra superiore sensibilità un altro senso, quello del bene e del male, e lasciare che il proprio essere sia in balia degli impulsi sensibili e degli istinti ciechi, anche se ciò sia evidentemente turpe e disonesto. Cotesta è bassezza; cotesta è viltà. Non libertà. Lo sanno gli atleti dello sport; lo dovranno dimenticare gli atleti dello spirito?
Ascoltiamo ciò che San Paolo scrive ai Romani: “ Gettiamo via l’opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce “ (13, 12). Non ci dispiaccia imporre a noi stessi qualche maggiore vigilanza, qualche astinenza da cose vane o tentatrici, qualche salutare e proficua severità in quelle piccole cose che rendono gli animi atti ad osare, all’occorrenza, cose grandi. Questa è la palestra della Quaresima, a tutti accessibile, all’insegna modesta della quotidiana pratica della abnegazione, alla luce folgorante della grande legge evangelica del morire per vivere, la legge del sacrificio, la legge della Croce. In perfetta linea con le direttive ricevuta dalla Chiesa con l’approvazione del nostro apostolato specifico, a noi piace, e questo riempie il nostro cuore di speranza e di gioia, ricordare sempre e a tutti che il nostro Apostolato è un Apostolato mariano e Cristocentrico: E’ mariano perché parte dagli interventi della Madre della Chiesa, fatti ai Suoi confidenti a Lourdes e a Fatima.
E’ mariano perché il nostro Centro si propone di realizzare il programma che la Vergine ha additato quale piano di salvezza per il nostro secolo. E’ Cristocentrico proprio perché mariano. Una spiritualità mariana isolata dal Cristo, non si regge. Maria SS.ma è tutta relativa al Cristo, al Cristo totale, che è il Cristo storico ed il Cristo Mistico.
Per queste ragioni gli interventi della Madre della Chiesa hanno tutti per base il Santo Vangelo. La devozione che si ha per Lei deve portarci:
— a meditare più intensamente la vita e l’insegnamento del suo Divin Figlio;
— ad adorare con profondo spirito di fede Gesù Eucarestia;
— ad avere sentimenti di solidarietà vera con tutti gli uomini, prendendo come il Cristo e con il Cristo le loro necessità spirituali sulle nostre spalle, pregando e facendo atti penitenziali per la loro salvezza;
— nutrire sentimenti di docilità e fedeltà verso il Papa, riconoscendo in Lui il Supremo Padre, che con responsabilità e sofferenza, ci guida con sicurezza in questi momenti così delicati e dubbiosi;
— ad inserirci nella Chiesa locale affinché Essa abbia tutto l’apporta del Cristo Mistico dolorante nelle persone dei sofferenti, per la Sua salvezza ed il Suo rigoglio spirituale.
Questi punti, fratelli carissimi, li dobbiamo affermare in noi e nella vita del nostro Centro con spirito:
— di docilità;
— di obbedienza;
— di fedeltà.
So che si teme parlare di obbedienza, di sottomissione, ma la nostra personalità matura, si afferma, acquista vera promozione soprannaturale, con dimensioni rinate e positive, soltanto attraverso l’obbedienza che si incontra con quella del Cristo e che realizza un unico Sacrificio: il Suo, più il nostro, per la salvezza dell’umanità.
L’unità associativa, la fisionomia dell’Associazione, le finalità programmatiche che ci siamo proposti hanno le loro esigenze e sono al di sopra e migliori dei programmi personalistici che urtano l’unità, il programma, lo spirito di cui siamo animati.
Se tutti nel Centro comprendessero questi concetti il nostro Apostolato sarebbe più vivido di luce, più profondo come interiorità, più ricco di frutti, più caro all’immacolata, più segno di vita per quanti ci guardano, più di conforto e di sostegno per il Papa, per i Vescovi, per i Sacerdoti.
L’ubbidienza ed il programma unitario non appiattiscono, non tolgono l’iniziativa individuale, la maturazione dei problemi, lo studio dei mezzi nuovi le esperienze meditate e controllate, affinché abbiano determinati frutti in un piano d’insieme.
Un programma così concepito e vissuto deve portare ad una ricchezza interiore che si riversa poi con sovrabbondanza su tutta la Chiesa. Ma, “ si riserva per sovrabbondanza “, vale a dire, dalla nostra pienezza personale, dopo che abbiamo imparato a riempire le lacune e ad abbassare quanto si oppone a Dio.
La nostra appartenenza al Centro ci deve portare a vivere così intensamente l’impegno di preghiera e di penitenza da renderci veri ed autentici testimoni di una verità, di una esigenza, di un programma come lo furono la piccola Bernadetta, I bambini di Fatima, Angiolino, Giunio Tinarelli, Fausto Gei, Leda Colaceci, Cristiano Pavan, Bruna Burba e tanti cari nostri iscritti che ci hanno preceduti nel cielo, dopo essere vissuti accanto a noi, vivendo ed affermando proprio quanto sopra indicato.
Sul Calvario e sulla Casa di Nazareth per tutti imploreremo amore che si dona nella disponibilità, con dolcezza, sottomissione, in spirito di obbedienza per essere con Maria SS.ma ed in Cristo sostegno e forza per l’intera Chiesa.
La Madonna vi benedica come di vero cuore vi benedico anch’io.
Nel Signore
Sac. Luigi Novarese
Scrivi un commento