L’Ancora: n. 1/2 – gennaio/febbraio 1973 – pag. n. 1-3

Carissimi,
il 1973 ci trova riuniti a Montichiari con tutti i membri della comunità accanto a Gesù Eucarestia per implorare forza e aiuto per dare nella Chiesa quella testimonianza che la Chiesa stessa, da ciascuno di noi, attende: l’affermazione del programma di preghiera e di penitenza maternamente ed accoratamente richiesto dalla Vergine Santa a Lourdes e a Fatima.
Dalla considerazione del vivo desiderio della Madre della Chiesa di voler salvi tutti i suoi figli, riscattati dal sangue redentore del Suo divin Figlio, viene spontaneo allargare lo sguardo su tutti i centri diocesani dell’Italia e dell’Estero e filialmente ringraziare per la sopravvivenza e l’unità del Centro alla bufera, che grandemente ha scosso e ancora gira nella, Chiesa, quella della contestazione
Gli ammalati e gli iscritti al nostro Centro che fermamente credono nell’azione Materna della Vergine Santa, per l’amore con cui a Lei si sentono legati. hanno continuato con amore a realizzare le Sue richieste.
Non di rado mi è capitato di sentire da sofferenti questa espressione.” ma se la Madre della Chiesa non ci avesse presentato un programma così chiaro e preciso mediante il quale noi ammalati ci sentiamo veramente responsabili della vita della società, chi mai ci avrebbe scossi con tanta fermezza per farci comprendere le stesse attese di Dio? “.
Ben pochi sono coloro che non desiderano apertamente parlare di programmi della Vergine Santa, sono essi in realtà una esigua minoranza che si sente travolta e ricoperta dall’entusiasmo di tutti gli altri fratelli.
Pensando però ad essi, all’inizio di quest’anno, con forze giovani ‘ed entusiaste della comunità dinanzi al SS.mo Sacramento dell’Altare, mi viene di chiedere per quale motivo vogliono essi offuscare con la loro azione il programma del Centro, così chiaro e così bello, così denso di attività per tante anime?
Non sentono essi la tremenda responsabilità di avere ritardato l’ora di Dio nella propria diocesi proprio con il ritardo della santificazione del dolore per il sostegno della diocesi stessa?
Ma come si può parlare di programma e di spiritualità quando non ci si riunisce con chiara scelta e fermezza attorno all’Immacolata, per avere da Lei il coraggio e la decisione della testimonianza come fecero gli Apostoli nel cenacolo?
Veramente noi non vogliamo “ conoscere alcuna scienza se non quella del Cristo e Cristo crocifisso “ e di questa scienza non vogliamo avere altri insegnanti al di fuori del Magistero della Chiesa e di Maria Santissima dolce e sicura Madre nostra spirituale.
Il 1973 deve riunire la nostra grande famiglia spirituale in programmi concreti d’azione apertamente e decisamente fondati sul programma dell’immacolata. Il 1973 deve segnare una unità tra gli iscritti:
— basta con le separazioni che finiscono con inaridire lo stesso apostolato!
— basta con le affermazioni che possono offendere « i giovani che — si dice — per natura più attivi degli adulti, fanno le loro iniziative ».
La dinamica dell’azione è frutto di santità e non di organizzazione a tavolino.
I giovani e i bimbi devono essere inseriti nella dinamica della vita del gruppo che deve riflettere la vita parrocchiale diocesana, dove il bambino, l’adolescente, il giovane, l’adulto e l’anziano maturano assieme la propria santità.
I ritiri spirituali attuati per settore, sulle linee programmatiche e nell0 spirito del Centro, mirano alla formazione caratteristica degli iscritti, riportandoli continuamente, però, nella vita condotta assieme della vitalità del gruppo.
Auguri a tutti cari confratelli e cari figli.
Conosco lo sforzo che fate per “ consolare il Cuore di Gesù ”, come diceva Francesco di Fatima, e per aiutare la nostra comune madre spirituale a salvare l’umanità.
Il Signore Vi benedica come di vero cuore vi benedico anch’io.

Sac. Luigi Novarese