L’Ancora: n. 8/9 – agosto/settembre 1961 – pag. n. 3-6

Siamo andati incontro ai decimo pellegrinaggio sacerdotale con un po’ di apprensione, avremmo voluto dare un’impronta del tutto particolare, che dicesse il nostro amore verso Maria Santissima ed i Sacerdoti ammalati.
Avevamo già organizzato le funzioni e, come al solito, tutte erano già state precedentemente stabilite con il veneratissimo Rettore del Santuario di Lourdes, Mons. Viscaro. Le iscrizioni dei sacerdoti sofferenti erano giunte con tanta facilità.
Ma quale sarebbe stato il tono caratteristico del decennio di questa sacerdotale iniziativa? Ogni anno il pellegrinaggio ha la sua caratteristica, viene comunemente affermato.
E la caratteristica di quest’anno, a voce comune ed universale dei partecipanti, è stato il grande e profondo senso di famiglia che tutto il pellegrinaggio ha avuto.
Dall’Eminentissimo Cardinale Presidente, Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Ferretto, all’ultimo barelliere, tutti si sono adoperati nell’edificazione della carità.
Il merito di questo tono di unità e di famiglia, che in modo così spiccato si è manifestato quest’anno, va, come hanno affermato i nostri carissimi Vescovi partecipanti e lo stesso Vescovo di Lourdes, all’Eminentissimo nostro Presidente. La partecipazione di un Cardinale dice sempre l’amore da parte del Santo Padre e la stima delle più alte gerarchie della Chiesa per l’iniziativa.
La partecipazione di Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Ferretto ha decisamente creato tale clima di famiglia, che ha immediatamente tolto qualsiasi distanza e tutti si sono sentiti fratelli.
Lungo il viaggio: il saluto commosso dalle popolazioni al passaggio del pellegrinaggio dei Sacerdoti ammalati.
Lourdes: Verso la Sala Notre Dame per la meditazione.
In luogo di affermazioni, citiamo pochi fatti:
Sua Eminenza, primo tra tutti, ultimo a rincasare la sera, quando al termine della processione “ aux flambeaux “ si attardava sull’esplanade con i dirigenti del pellegrinaggio, ricapitolando i fatti della giornata ed interessandosi dei Sacerdoti più bisognosi e più ammalati.
Sollecito ed umile nel domandare come avrebbe potuto maggiormente far piacere ai sacerdoti sofferenti, pronto a restare col pellegrinaggio e rinunciare al piacere. di rientrare in Roma, quando giunse la dolorosissima notizia della morte dell’Eminentissimo Segretario di Stato, il Card. Tardini, con il quale era egli legato da affettuosissima e lunga amicizia.
Sempre presente a tutte le manifestazioni, sollecito ad intervenire, con parola facile e profonda, in tutte le circostanze, vedendo e prevenendo i momenti, in cui avrebbe fatto piacere e sarebbe stato appropriato l’intervento di un Principe della Chiesa, Fratello con i Confratelli d’Episcopato, sempre proteso in atto di vera carità nel prendere con tanta naturalezza le barelle e le carrozzelle dei Sacerdoti, per trasportarli ai diversi atti comuni.
Gli Eccelentissimi Vescovi partecipanti, Mons. Allorio – instancabile ed amatissimo da dieci anni Vice Presidente di questa iniziativa sacerdotale -, Mons. Venezia – che sempre si occupa del personale, dettando, ogni mattina, alle 5,30, alla Grotta la meditazione -, Mons. Bartoletti – predicatore tanto gradito ed accetto ai Sacerdoti ammalati -, Mons. Cecchi – che per la prima volta ha partecipato con tanto affetto al pellegrinaggio -, Mons. Camagni – Cancelliere dei Brevi Apostolici – P. Mondrone s.j. – scrittore della Civiltà Cattolica -, P. Martegani s.j. – Assistente della Compagnia di Gesù in Italia -, la carissima Hospitalité di Lourdes ed il corpo sanitario del pellegrinaggio sono stati degli artefici di questo grande senso di unione tra i Sacerdoti.
Altro basilare cooperatore per la buona riuscita del pellegrinaggio sacerdotale è l’Eccellentissimo Vescovo di Lourdes, Mons. Pietro Maria Théas.
Sua Eccellenza Mons. Théas non si limita a dire che il pellegrinaggio è tra i più belli che si attuano a Lourdes e non resta spettatore entusiasta della nostra manifestazione di fede, bensì spalanca il cuore e le porte a questi figli prediletti della Chiesa e nulla tralascia pur di aumentare la carità tra i sacerdoti: dal benvenuto che ogni anno dona al pellegrinaggio al suo arrivo alle innumerevoli volte che egli viene all’Asile per accertarsi del perfetto andamento è tutto un prodigarsi instancabile.
E quali api industriose vanno ricordate le buone suore di Nevers, sorelle di Santa Bernardetta, che sotto la guida della “ Chere Mère “, di nome anch’essa “Bernardetta“,si prodigano senza misura per i nostri cari e reverendissimi infermi partecipanti. Il personale tutto comprende che la partecipazione al pellegrinaggio sacerdotale è una partecipazione del tutto particolare, con esigenze speciali e con quanta buona volontà ed abnegazione si adatta a tutte le necessità affinché i Sacerdoti sofferenti siano a loro perfetto agio ed abbiano a riportare tutti quegli aiuti spirituali che si ripromettono dal pellegrinaggio.
Quest’anno poi ci fu una novità, quasi da tutti passata inosservata: le camerate, nella loro totalità, furono guidate per il settore della pulizia dalle “Silenziose Operaie della Croce” di vita in comune. È la prima volta che esse partecipavano al pellegrinaggio con incarichi specifici e sotto la guida della loro Sorella Maggiore – Sorella Myriam – hanno svolto il loro lavoro in silenzio come loro compete e con vera precisione.
Hanno così potuto, nel decennio dell’apostolato, prendere ufficialmente parte ad una iniziativa del loro apostolato, per cui hanno esse offerto la vita, onde ritornare più animate e confortate per il loro non lieve lavoro che svolgono tutto l’anno per realizzare attorno a sé, tra gli ammalati, con i mezzi proposti dal Centro, le richieste rivolte da Maria Santissima alla piccola Bernardetta ed ai tre pastorelli di Fatima.

Don Novarese