L’Ancora: n. 2/3 – febbraio/marzo 1980 – pag. 1-5
Sembra strano porre sulle labbra dell’Immacolata parole come queste, “ho bisogno di te”, “voglio servirmi di te”; eppure, quando la Vergine Santa, nella quarta apparizione, si rivolse a Bernardetta Soubirous, ragazza malaticcia, incapace di parlare correttamente il francese e tarda, per di più, a ritenere a memoria anche le elementari risposte del catechismo, invitandola a volersi recare per 15 volte consecutive ad un appuntamento con Lei, implicitamente diceva il ” suo ” desiderio di volersi servire di lei per “una” missione che intendeva affidarle.
E’ proprio il 18 febbraio 1858, durante la quarta apparizione, che la Vergine benedetta, con sommo rispetto, domanda alla Sua prescelta, “ volete voi farmi la grazia di venire qui per quindici giorni consecutivi?”
“ Sì, lo voglio” fu l’immediata risposta della privilegiata fanciulla. Se con attenzione esaminiamo le parole dell’Immacolata, noi scopriamo significati profondi, quanto mai aderenti alle esigenze del tempo che stiamo, vivendo, anno 1980, epoca di violenza nefanda, droga, sessualità volutamente sfacciata e provocante, materialismo pratico e teorico, fattori dissacranti del valori positivi e santi delle tradizioni del nostro Paese. Dall’esame di questa apparizione rileviamo:
1) al razionalismo degli Enciclopedisti ed alle varie deviazioni filosofiche che, dalla seconda metà del 1600 fino alla fine del 1700, si riversavano in Europa preparando un naturale sbocco al materialismo teorico e pratico, la Madonna oppone la profondità viva e trasformante della fede operosa di una povera ragazza che quantunque sprovveduta di quelle doti in cui abitualmente gli uomini confidano, sa discernere le realtà celesti, diventando, a sua volta, strumento di luce e di fede anche per gli altri. L’Immacolata, Madre della Chiesa, per richiamare i Suoi figli alla fede, non si serve della vana sapienza di illusi ed astrusi demolitori delle realtà divine, ma della fedele, semplice e chiara testimonianza di una indotta figlia del popolo. La Vergine Immacolata, immersa nella pienezza della grazia divina, testimonia, attraverso la scelta di Bernardetta, l’infinita sapienza e potenza trinitaria: Dio – come insegna l’Apostolo – non sa che farsene della sapienza e Potenza degli uomini; Egli sceglie ciò che non è per confondere ciò che è.
Alla presunta forza demolitrice del sapienti della terra oppone la fede, grande quanto un grano di senape, della povera figlia del mugnaio di Lourdes, che o per6capace di smuovere le folle alla voce di Dio.
E’ questa la linea del Signore, confrontiamo la storia del popolo eletto, il piano stesso della salvezza; è sempre Dio che guida, sostiene, edifica od abbatte.
Non è così anche nella nostra povera e breve storia del Centro? Quali e dove sono le colonne del nostro apostolato? Esse sono gli ammalati, quelli maggiormente impediti, forse intellettualmente più sprovvisti, ma quanto mai ricchi di fede; immobili magari per il male che li inchioda, resi però operosi e svelti nell’apostolato per l’amore che nutrono verso l’Immacolata, che li responsabilizza nei riguardi del prossimo e li spinge nelle imprese più ardue per 1’estensione dell’apostolato.
Quanto vera è la costante testimonianza che si constata nella vita del Centro, i sapienti, ed oserei anche dire, i sani discutono, mentre gli ammalati, illuminati dalla fede e sorretti dalla Vergine Santa, edificano; e a loro volta sostengono e spingono.
Essi, consapevolmente e liberamente, continuano a testimoniare le scelte e la potenza dell’Immacolata.
Quale la loro preparazione culturale? Quale la foro forza? Come quella di Bernardetta Soubirous e dei pastorelli di Aljustrel: un cuore che ama, crede e spera anche per coloro che non amano, non credono e non sperano.
Bernardetta viveva di fede, di una fede viva, semplice e totale, una fede che, di fronte ai dubbi che le venivano insinuati sulla natura dell’apparizione che essa aveva a Massabielle, le faceva con spontaneità rispondere, “oh, non è uno spirito cattivo, è cosi bella, il diavolo invece, mi dicono, che è brutto”. La bianca Signora, infatti, pregava con Lei, le suggeriva atti penitenziali per la conversione del peccatori; il demonio non insegna tali cose!
Bernardetta affrontava i Suoi problemi guardando verso il Cielo; cosi aveva imparato in Famiglia, ove ogni sera si recitava 11 Santo Rosario; cosi aveva imparato in Chiesa costantemente frequentandola, ma cosi fanno anche la maggior parte del nostri iscritti.
Per quella fanciulla l’Immacolata aveva disegni precisi, intendeva affidarle il proprio messaggio di richiamo filiale a tante anime per impegnarle alla preghiera ed alla penitenza per la salvezza delle altre anime.
Anche ai nostri iscritti ed a quanti rispondono all’invito di Lourdes e di Fatima, la Vergine affida le ansie del Suo cuore materno per la salvezza di tanti fratelli.
All’odio della società ed alle correnti ideologiche di distruzione fa riscontro l’intervento del Cuore della Madre che mira a bloccare il corso del male richiamando le menti di tutti alla considerazione delle realtà ineluttabili del Cielo. A noi, come avvenne per Bernardetta e per i pastorelli di Fatima, tocca diventare, nelle mani della Vergine Santa, strumenti di amore e di pace.
L’odio non si vince forse con l’amore? I peccati e le varie violenze non si riparano con l’offerta del proprio sacrificio?
Proprio per queste ragioni il positivo intervento della Madre della Chiesa diventa urgente, personale e pressante.
2) La Madonna, per la salvezza della società, desidera cooperazione, ma non la chiede ai vari filosofi demolitori ed ottenebristi del secolo scorso e del nostro, bensì alla chiara e semplice Bernardetta di ieri e di oggi, che continua la sua presenza operativa attraverso tanti sofferenti dal cuore pieno di altruismo e di carità, sentimenti che li spingono a prendere il peso gli uni degli altri.
La Vergine Immacolata però, rivolgendosi alla Bernardetta – e così poi a Fatima con i tre cuginetti – vuole accertarsi di poter fare affidamento sulla sua fedeltà all’impegno che stava per affidarle, e le chiede perciò una precisa e formale adesione.
E’ vero che lungo la strada le avrebbe poi insegnato 1’esercizio di quanto stava per affidarle, ma intanto voleva accertarsi di poter contare su di lei.
Per questa ragione la domanda: “volete voi farmi la grazia di venire
qui per 15 giorni consecutivi?”.
L’immediata ed affermativa risposta della fanciulla allieta la Vergine Santa, che le sorride e con il capo le fa un inchino di compiacimento in segno di assenso.
Da quel “Si” di Bernardetta ha inizio la storia di Lourdes.
La linea seguita dall’Immacolata, nel rivolgersi alla Sua piccola confidente, ricalcava la metodologia dell’Eterno Padre, da Lei sperimentalmente vissuta nel giorno dell’Annunciazione.
L’Arcangelo non Le aveva richiesto un assenso formale al piano trinitario, stabilito fin dall’eternità? Così, infatti, si manifestava il rispetto verso la creatura, sovranamente padrona – per divina disposizione – della propria libertà.
Medesimo tratto la Vergine Santa usava verso la Sua piccola confidente e usa verso ciascuno di noi nel momento in cui il Suo desiderio viene a nostra conoscenza. Il “Sì” della Bernardetta si incontrava con il “Sì” della Vergine Santa, come si incontrerà pure quello dei pastorelli di Fatima e di tutti i ” Volontari della Sofferenza ” e “Fratelli degli Ammalati” che, uniti con la Vergine Madre, vogliono cooperare con il divin Salvatore alla salvezza del mondo.
E’ un “Sì” che sta alla base di qualsiasi intrapresa, umana o divina; un impegno di accettazione del piano che viene presentato; un’adesione di cooperazione che parte dal più profondo del cuore e viene portata alle sue ultime conseguenze.
Così e stato per Maria SS.ma, così per Bernardetta, così pure per noi; così sempre per tutti i livelli.
Vuoi? E’ l’eterno interrogativo che si ripete in ogni circostanza, denso di responsabilità per sé e per gli altri.
Anche gli uomini, del resto, prima di qualsiasi scambio d’amore o d’azione, chiedono sempre quell’assenso che dice rispetto dell’altro e desiderio di risposta.
Soltanto il dissenso, l’anarchia, l’instabilità, il distacco dalla verità, rifiutano impegni precisi; ma questo avviene per timore degli impegni chiarificanti che ne derivano e che dovrebbero – per debito di sincera coerenza – imporsi prima di ogni cosa su tutta l’impostazione della propria esistenza.
Sono rifiuti determinati dal proprio comodo, motivati magari da molti argomenti che, in fondo, dicono sempre la stessa cosa: si rifiuta la luce per timore di essere illuminati; s! rifiutano precisi impegni di testimonianza perché coinvolgono tutta 1’esistenza. Ed allora si preferisce restare ai margini, dare suggerimenti – non si sa poi di quale valore -; fare qualche intervento non richiesto e dalla Direzione non voluto, che finisce col creare confusione e ritardo di cammino.
Per i programmi sanguinari, di opposizione, di divertimento, con facilità e senza discussione si dà e ripetutamente si rinnova il proprio assenso, negando e calpestando i valori più elementari della vita dell’uomo totale; per l’indifferentismo od il male tutto va bene.
Si diventa invece difficili quando si propongono e si esigono impegni precisi, ordinati, sperimentali, validi e dalla Chiesa approvati: eppure gli impegni di preghiera e di penitenza sono proprio quegli impegni che riguardano tutte le classi sociali e che vanno osservati, vissuti ed accettati alla luce del richiamo dell’Immacolata, dell’insegnamento della Chiesa, della attenta considerazione dell’attuale basso livello della società e delle esigenze delle anime.
Rimanere indecisi, o scettici, significa voler seguire le proprie ideologie. Volere poi restare ai margini dell’apostolato e, nello stesso tempo, dire di volersi occupare di esso senza assumerne gli impegni derivanti, significa non voler comprendere tutto l’ampio magistero della Chiesa a noi ed a tutti i fedeli donato, da Pio XII fino ai nostri giorni.
Soltanto dalla croce del divin Salvatore l’uomo riacquista le sue dimensioni – umane e soprannaturali -. Dal momento in cui la Croce si è inserita nella storia dell’umanità, l’uomo acquista luce, valore e possibilità sconosciute e dalla Croce incomincia la testimonianza della carità, la civiltà dell’amore. Il sacrificio del Cristo va però continuato e completato dalla nostra partecipazione. Questo esige il piano della salvezza, questo vuole la Chiesa, questo richiama la Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima, questo vuole il Centro Volontari della Sofferenza.
Sac. Luigi Novarese (continua)
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