L’Ancora: n. 1 – gennaio 1952 – pag. n. 1-3
Un nuovo anno si schiude dinanzi a noi, anno 1952, quarto del nostro apostolato tra gli infermi.
Nei tre anni trascorsi abbiamo potuto sperimentare che il Signore vuole questo apostolato e che chi fa tutto non sono certamente le nostre poverissime fatiche, bensì la Madonna. Riandando col pensiero al 1949, 1950 e 1951 quanti segni della materna bontà di Maria Santissima e quanti frutti già si sono potuti raccogliere in questo giardino della Madonna.
I « Volontari della Sofferenza » sono circa 5.000 e la tiratura della rivista è appena sufficiente per i numerosi ammalati che la desiderano.
Abbiamo avuto tra di noi anime molto belle, dotate di grande ricchezza spirituale. La prima che silenziosamente è scomparsa, come silenziosamente è vissuta, è stata Nena Marini nel Sanatorio San Filippo di Roma.
Mi ricorderò sempre il mio primo incontro con la Marini, in viaggio per Lourdes, vicini alla mèta. Essa, seduta su un basso seggiolino, stava preparando la sua valigia. Mi avvicino:
– Signorina – le dico – siamo quasi a Lourdes; vuole chiedere al Signore invece della sua guarigione la conversione di un’anima?..
Ed essa, senza scomporsi: Sì
– Badi che non chiederà la sua guarigione nemmeno come grazia seconda.
Beninteso – rispose, continuando a preparare la sua valigia.
La rividi poi al Ramazzini, ove era apostola tra le sorelle di dolore. La rividi ancora al San Filippo, sempre sorridente, lieta dell’offerta che aveva fatto di se stessa per la santificazione dei sacerdoti.
Nella vigilia del trionfo della Madonna, che tanto amava – 31 ottobre 1950 – chiuse gli occhi alla terra e li aprì al Cielo per partecipare con gli Angeli e coi Santi alla grande festa dell’Augusta Regina dell’Universo.
Un’altra anima di ottima elevatura spirituale è stata quella di Pietro Salvi-Alessi. Bimbo di circa 7 anni; volontario della sofferenza, offriva settimanalmente la sua giornata di preghiera e sacrificio per il Centro. Amava le anime; invocando la salvezza delle anime, chiuse la sua giornata terrena. Di Pietro Salvi-Alessi, può essere che tracceremo in seguito il profilo biografico, a comune conforto e ad esempio di tanti.
Ricordiamo anche Giulio Fiorentini ed Elisabetta Bernabei, che grandemente spiccarono in mezzo a tanti sofferenti.
Abbiamo soltanto nominato queste quattro anime, ma quante sorelle e fratelli ci hanno edificati con il loro esempio e con la loro parola! Anime operose e preziose per l’umanità.
Non sembri strano nominare queste anime all’inizio del nuovo anno piuttosto che al termine. Esse infatti stanno ad indicarci quanto il Cuore misericordioso di Gesù benedica e sostenga questo apostolato.
Come la Madonna poi ci viene incontro nelle nostre difficoltà finanziarie per sostenerci!
Anche qui qualche esempio.
Dovevamo pagare nell’ imminenza del pellegrinaggio a Lourdes 303.400 lire all’Unitalsi – 13 agosto u.s. – Non avevamo nemmeno un soldo in cassa. Ci eravamo visti perduti. Non così però la nostra augusta Cassiera, la Madonna, la Quale ci ha fatto pervenire entro quindici giorni, prima del termine suddetto, non solo quanto dovevamo pagare ma anche il denaro per mandare due altri ammalati a Lourdes.
E la stampa della rivista per il mese di ottobre? Eravamo nuovamente senza soldi.
Mi ricordo che il responsabile del Centro disse in tale occasione alla Madonna:
‑ Questa volta ci troviamo veramente male. Che figura facciamo?
E la Madonna, per il giorno in cui il tipografo veniva a consegnare la rivista, faceva trovare la cifra esatta da pagarsi.
Grandi benefattori?
Neanche per idea. Tutte piccole offerte di ammalati, di fratelli sani, di amici, che arrivano proprio al momento opportuno.
Eccovi il rendiconto dell’annata:
Si sono inviati a Lourdes 33 ammalati e 5 a Loreto. Per il loro invio si sono spese lire: 646.900.
Stampa e spedizione della rivista anno 1951: 1.440.000.
Spese di posta L. 147.000.
Spese varie lire 123.929.
Totale delle spese lire 2 milioni 356.900.
Le entrate sono state di lire 2.001.035.
Sono però in corso di attuazione le iniziative dei calendarietti che devono contribuire a sanare il passivo del bilancio.
Gli ammalati che scrivono al centro sono 886. I sacerdoti 112. Vari 143. Totale delle persone in relazione col Centro 1.141.
Iniziative per il 1952.
1) Raddoppiare il numero dei Volontari della Sofferenza per mezzo dell’apostolato dell’ammalato stesso. Questo la parte dell’attività che possono svolgere tutti gli ammalati. E deve essere di grande loro conforto pensare che altre anime acquistano la propria potenzialità in virtù di questo apostolato.
2) Attuare un pellegrinaggio di soli Sacerdoti ammalati a Lourdes. E’ questa un’iniziativa della Lega Sacerdotale Mariana, alla quale fanno capo i Volontari della Sofferenza, e che ha come primo scopo di andare incontro alle necessità dei confratelli ammalati, poveri e vecchi.
Anche per questa iniziativa bisognerà trovare i mezzi, perché, di solito, il sacerdote, specialmente se ammalato, non può disporre di grandi risorse.
Detto pellegrinaggio sarà un miracolo della materna carità della Vergine verso i suoi figli prediletti.
3) Istituire i centri di amici e sostenitori dei sofferenti. E’ un debito di riconoscenza ed un legame di giustizia che il sano ha verso chi soffre. Se tutta la società beneficia del merito delle sofferenze sopportate in grazia di Dio da parte di chi soffre, essa deve fare in modo di dare ai sofferenti quanto hanno bisogno per essere illuminati e sostenuti nella loro vita di immolazione.
A Torino il gruppo “amici degli ammalati” incomincia a vivere.
Tali gruppi potranno prendere anche vita se durante l’anno si faranno delle giornate di raduno di ammalati e di amici degli ammalati.
La strada per attuare in pieno il piano della valorizzazione delle sofferenze, che non è altro che l’attuazione delle richieste formulate dalla Madonna a Lourdes e a Fatima, è lunga e difficile mentre, purtroppo, « molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi é chi preghi e si sacrifichi per esse ».
L. N.
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