L’Ancora: n. 10/11/12 – dicembre 1968 – pag. n. 1-12

L’intervento della Vergine Santa a Fatima si inserisce nel piano redentivo, operato dal Nostro Signore Gesù Cristo. Maria Santissima “sempre mirabilmente unita al Figlio Suo” continua a cooperare quale Madre della Chiesa, all’opera della Redenzione.

Nel l’atteggiamento di offerente La vediamo al Tempio quando presenta il suo “primogenito”; in atteggiamento di mediatrice tra Dio e gli Apostoli nel Cenacolo in attesa dello Spirito Santo; in atteggiamento di Madre che veglia, provvede, interviene e richiama la vediamo attraverso i secoli.
“Assunta in cielo la Vergine Santa non ha cessato questa funzione di salvezza, ma con la molteplice intercessione continua ad ottenerci la grazia della salute eterna” (Cost. Dog. 62).
E’ proprio in questa molteplice intercessione di cui parla il Concilio noi la vediamo, in tempo ben determinato e cruciale per la vita della Chiesa, intervenire e fortemente richiamare i figli sugli errori dilaganti ad evitare sciagure peggiori per l’umanità intera.

ASPETTO POSITIVO DELLA SOFFERENZA

L’intervento della Madonna, a Fatima, è un intervento di richiamo alla penitenza e la penitenza ha scopo di riparazione e di propiziazione. La sofferenza, con molta psicologia sull’esempio di Gesù, viene da Maria SS.ma considerata essenzialmente nella sua realtà positiva soprannaturale, mezzo che ha uno scopo ed una finalità ben precisa. Gesù ha richiamato a vivere con lui il programma della croce, Maria SS.ma fin dalla sua prima apparizione ai tre pastorelli presentava il dolore nella sua funzione redentiva.
“Volete voi offrirvi al Signore, disposti ad accettare tutte le sofferenze che Egli vorrà inviarvi, in riparazione dei peccati così numerosi che offendono la Sua Divina Maestà? ”.
“Volete voi soffrire per ottenere la conversione dei peccatori, per riparare le bestemmie e tutte le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria? ”.
Maria SS.ma richiama il dovere che tutti gli uomini hanno di portare con Cristo la propria croce. i sofferenti però, proprio a motivo del loro stato dolorante, hanno un posto preciso nella cristiana società, quello di rendere presente nel Corpo Mistico, con la loro sofferenza, il Cristo che, per mezzo loro, continua nel tempo la Sua passione. La Madonna in questo primo intervento richiama la nostra attenzione sullo squilibrio che si verifica nel Corpo Mistico per la mancanza dell’apporto del dolore che ripara e propizia. Per tale motivo Ella domanda ai tre bambini l’accettazione della sofferenza e li invita a compiere sacrifici positivi per ristabilire l’equilibrio sociale soprannaturale. L’esame della richiesta della Madonna rivela un’implicita condanna degli errori del nostro tempo. Ella va alla loro radice e presenta al laicismo ed al materialismo la meditazione della vita di Gesù e della Casa di Nazareth, ed oppone alla. concezione edonistica della vita le realtà soprannaturali ed escatologiche. L’invito della Vergine Santa va molto in profondità ed estensione: si presenta come un richiamo non ad un pietismo inconcludente, ma a dar vita ed animare un programma che può salvare l’umanità: “Se si darà ascolto quanto vi dirò vi sarà la pace”.
Vi sarà la pace perché gli uomini avranno imparato combattere l’egoismo che li separa, prima ancora che tra di loro, da Dio e avranno incominciato ad amarsi e sostenersi quali fratelli, membri di un Corpo solo di cui Cristo è il Capo. L’invito a santificare il dolore e fare sacrifici mira al potenziamento del Calvario. Ma occorre stabilire quale sia il Calvario di Gesù Cristo. Il Calvario è costituito dai patimenti di Gesù Cristo più le mie personali sofferenze di questo particolare momento determinato, più le sofferenze di tutti gli uomini che vengono sopportate ed offerte a Dio in unione a Gesù Cristo.
In tale piano non c’è anima che sia esente da un sei io esame sullo spirito di preghiera e di sacrificio di cui deve essere impegnata e tra queste le prime impegnate sono quelle che hanno una responsabilità vocazionale del dolore… E’ bello vedere la linearità costante delle richieste della Madonna. Dal “fate tutto quello che Egli vi dirà”, a Lourdes e a Fatima, è sempre il richiamo agli insegnamenti di Gesù, richiamo vivo, aderente alle necessità della Redenzione; è la Madre della Chiesa che interviene nella vita dei figli.
E’ sempre lo stesso metro che viene indicato, quello della sostituzione, usato da Cristo e dall’Immacolata in piano associato, per cui con diritto l’invito: “Sacrificatevi per i peccatori”. Sacrificatevi vuol dire fare atti positivi di penitenza in pieno secolo XX in opposizione alla concezione comoda e materialista della Vita.
Sacrificatevi vuoi dire sentire in sé l’ansia apostolica di Cristo, degli Apostoli, dell’intera Chiesa che continuamente genera figli alla vita della grazia nell’ardente desiderio di generarli tutti alla vita di Dio, perché Dio sia in tutti e tutto sia stabilito in Cristo.
Sacrificatevi per i peccatori significa essere puri di cuore perché questi vedranno Dio; lo vedranno anche nel Suo eterno desiderio di amore e di salvezza universale e a Lui si uniranno per fare della propria persona un punto di mediazione con Cristo per congiungere mediante il prezzo del proprio sacrificio Dio e le anime.
“Se si darà ascolto alle mie domande, la Russia si convertirà e si avrà pace. Altrimenti essa diffonderà nel mondo i suoi errori, suscitando guerre e persecuzioni contro la Chiesa; molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno annientate”.

CONDIZIONE NECESSARIA: LA GRAZIA

Non ogni sofferenza è redentiva, ma soltanto quella che è unita, in piano di grazia, a Gesù. L’attenzione psicologica della Madonna è quanto mai fine e delicata quando insiste che sI dica spesso, ma specialmente nel fare qualche sacrificio: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione delle ingiurie commesse contro l’Immacolato Cuore di Maria”.
In questo suggerimento come non vedere la psicologica attenzione della Madonna che con tanta opportunità mira ad educare le anime all’unione abituale ed attuale con Dio? Ma è proprio l’unione con Dio che trasforma e rende meritoria la nostra esistenza.
E’ ancora l’unione con Lui che ci fa vedere come in uno specchio la nostra deformità e ci spinge ad essere perfetti come è perfetto il Padre Celeste.
E’ l’unione attuale con Dio che ci piega a cercare la perfezione totale in ciò che facciamo, conferendo all’azione stessa Una preziosità in più che parte dall’amore e dal sacrificio.
In questo invito all’unione con Dio c’è il richiamo ad abituarci a risolvere i nostri problemi in piano soprannaturale, alla luce degli insegnamenti di Cristo in opposizione invece allo spirito laicista e materialista. In questo invito c’è il consiglio all’allenamento alla carità che svuotasse stessi ed abitua a pensare spesso agli altri soccorrendoli con quanto vi è di più prezioso in noi, la preghiera e la penitenza.

ESSERE NEL MONDO PER SALVARLO

La visione del mondo in rovina ha spinto la carità del Figlio di Dio ad incarnarsi; l’amore delle anime ha spinto il Cristo ad immolarsi sulla croce; la visione della rovina di tante anime che cadono all’inferno ha inclinato le anime dei tre pastorelli a sacrificarsi per i peccatori. Con molta materna saggezza la Madonna assicurò i bambini che loro si sarebbero salvati, ma, mentre parlava con essi, aprì le mani come il sacerdote all’altare e fece loro vedere l’inferno in tutto il suo orrore.
“Se la Vergine non ci avesse assicurato che noi non vi saremmo andati e non ci avesse sostenuti, credo che saremmo morti di spavento”così dice Lucia.
“Avete visto l’inferno dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà la pace”. La psicologia usata dalla Vergine Santa nella presentazione del terna temibile e tanto facilmente scartato da pastorali infondate ci mette di fronte alla psicologia che dobbiamo usare noi nel richiamare verità così pesanti ed ineluttabili. Non è che scartando il tema dell’inferno o evitando strutture ben precise sui novissimi, le anime abbiano serie e durature impostazioni.
Ed è proprio per rompere il terribile silenzio sull’inferno che la Madonna lo fa vedere, implicitamente denunciando tante cattedre di verità, dimentiche dell’intera dottrina che devono annunciare e sostenere in questo richiamo notiamo:
1) come psicologicamente va impostato il dialogo sull’inferno: voi non siete creati per la vostra rovina; all’inferno va soltanto chi vuole andare, come alla sequela di Cristo si pone soltanto chi intende seguirlo.
2) La constatazione che molti ponendo la propria finalità soltanto nelle cose che vedono, posseggono e godono, si rovinano.
3) La responsabilità di tutti coloro che potrebbero o dovrebbero influire sul destino ultimo delle persone e non intervengono, facendo così pienamente il gioco del nemico delle anime nostre.
Il dialogo su questo punto con i sofferenti potrebbe diventare lungo e complesso fino a vedere il peso morale della propria responsabilità per la mancata santificazione del dolore, nel piano della solidarietà sociale soprannaturale. Il richiamo della Vergine Santa nel denunciare le nostre responsabilità acquista una forza che raggiunge quella dei profeti e dei Cristo allorché minaccia che “se non farete penitenza perirete tutti alla stessa maniera” quando dice: “pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro”. Queste parole sono una vera e propria denuncia di responsabilità. Esse significano:
– il piano della redenzione è in sé completo
– avete i mezzi per la vostra salvezza
– è colpa vostra se non vi inserite nel piano redentivo dando il vostro doveroso apporto di preghiera e di penitenza.

QUALI SACRIFICI?

Come non ogni dolore è redentivo, così non ogni penitenza è buona e consigliabile. E la Madonna con il suo intervento nella quarta apparizione modera l’ardore di offerta dei tre pastorelli prescelti e con il suo consiglio mira ad irrobustire la loro volontà nel sacrificio e ad aumentare il merito con la rinnovazione quotidiana dell’offerta. “Il Signore è contento dei vostri sacrifici, ma non ha piacere che dormiate con la corda, portatela soltanto di giorno”. Quanta fine psicologia in questo intervento:
La Madonna non incomincia la sua osservazione ponendo dinnanzi la parte negativa che potrebbe scoraggiare, bensì “il Signore è contento dei vostri sacrifici”. C’è qualcosa dì più perfetto che voi potreste compiere e che potrebbe costituire anche un sacrificio, più meritorio, la moderazione stessa nella penitenza: “non ha piacere che dormiate con la corda”. La prudenza poneva dei limiti precisi.
Rinnovate la vostra offerta ogni mattina, ricominciando ogni giorno il vostro piano di collaborazione, portando la corda soltanto di giorno.

LE NOSTRE RICHIESTE

Quali attenzioni psicologiche della Vergine Santa possiamo cogliere poi dalle diverse risposte date a Lucia per le varie richieste di guarigione presentate a favore di ammalati che si erano raccomandati: “Che si converta, e guarirà durante l’anno”. Il che significa la causa del suo male sono, prima di tutto, i suoi peccati: desista dal commetterne e guarirà. Lucia domanda la guarigione di uno storpio, certo Giovanni Carreira; chiede la conversione di una famiglia di Fatima e di voler quanto prima portare in cielo un ammalato.
“Lo storpio non lo guarirò, nè lo libererò dalla povertà. Reciti piuttosto con la famiglia tutti i giorni la corona; non abbia fretta, io so quando meglio convenga venirlo a prendere”.
Se il dolore non è il peggiore dei mali nemmeno la salute è il migliore dei beni. Il distacco da tutte le cose per la salvezza dell’anima propria, fermamente insegnato da Nostro Signore Gesù Cristo, viene con molta opportunità ed eguale fermezza richiamato da Maria Santissima. La salute è un mezzo. per andare a Dio. A Lucia che domanda di guarire una bambina sordomuta, la Madonna risponde:
“Prima che passi un anno troverà qualcosa di meglio”; mentre per altri ammalati risponde:
“Alcuni li guarirò, altri no, perché il Signore non si fida di loro”.

IL SANTO ROSARIO

Il richiamo alla recita dei Santo Rosario, fatto per ben sei volte a Fatima, ha un’importanza del tutto particolare che non può essere trattata brevemente. Si tratta di polarizzare e fissare tutto l’insegnamento di Gesù e tutto l’esempio che viene a noi dalla cooperazione di Maria Santissima al piano redentivo. Dove potremo imparare a pensare a Nostro Signore ed alla Madonna se non facendo passare dinnanzi alla nostra mente ed al nostro cuore i misteri del Santo Rosario che racchiudono la vita di Gesù e Maria? Si osa discutere il Rosario; si osa, possiamo dire discutere il catechismo che l’esperienza secolare della Chiesa ha posto in mano di innumerevoli generazioni.
Si è perso il gusto della preghiera e si è trovato noioso il Rosario; si è persa l’abitudine alla meditazione e si stanno escogitando metodi nuovi per poter pensare per qualche minuto alla vita di Gesù mentre si fanno scorrere i grani del Rosario. Eppure non c’è devozione tanto richiamata dalla Vergine Santa quanto il Rosario, come non c’è devozione tanto raccomandato dalla Chiesa e combattuta dal diavolo quanto il Rosario. Se togliamo ai nostri ammalati l’esempio paziente e forte di Gesù e di Maria SS.ma durante la prova suprema del Calvario, quale esempio proporremo ad essi? Ci lamentiamo che gli ammalati vivono nell’incomprensione del tesoro enorme che hanno in mano, ma sembriamo industriosi nel considerare metodi che non danno esempi concreti di santificazione del dolore.
Ottimi sono gli esempi delle testimonianze che noi portiamo di ammalati che hanno cristianamente sofferto, ma non dimentichiamo la più grande testimonianza del primo Volontario della Sofferenza, Nostro Signore Gesù Cristo e la sublime testimonianza della Vergine Santa con la fedeltà ai piedi della croce. Bisogna che gli uomini si emendino, che domandino perdono dei loro peccati. Bisogna che tutti gli ammalati del mondo ascoltino il messaggio di Maria Santissima e si pongano al suo servizio per la salvezza dell’umanità.

L. N.