L’Ancora: n. 1/2 – gennaio/febbraio 1957 – pag. n. 1-2
Col cuore pieno di traboccante gioia abbiamo potuto dare inizio a questo anno 1957, decimo del nostro apostolato.
Il Magnificat, l’inno della riconoscenza e della consapevolezza della nostra grande nullità, è sgorgato spontaneo all’inizio di quest’anno, per averci concesso il Signore di iniziare ancora per un altro periodo di tempo l’apostolato della valorizzazione del dolore. Dieci anni di lavoro tra i sofferenti, per riunire tutti gli ammalati del mondo nel vincolo forte della grazia per attuare le richieste della Vergine Santa rivolte a Lourdes ed a Fatima.
E come non ringraziare la Madonna di averci chiamati al Suo servizio, quali strumenti Suoi, per realizzare, nel settore della sofferenza, quanto Ella ha richiesto a Santa Bernardetta ed ai tre Pastorelli di Fatima?
Nessun merito certamente da parte nostra, soltanto l’aiuto e la forza dell’immensa misericordia di Dio.
Riconoscenza quindi alla Vergine Immacolata per averci tenuti presso di Sé in questi 10 anni, riconoscenza dal più profondo del nostro cuore per gli innumerevoli favori di celeste assistenza elargiti a questo Centro.
L’intima nostra riconoscenza non sarebbe bene formulata se non fosse, nello stesso tempo, realizzata in un concreto programma di amore fattivo verso Colei, da cui tutto abbiamo ed abbiamo avuto.
L’anno 1957 segna il decennio del nostro apostolato. Apostolato iniziato nel maggio del 1947, con una sola inferma iscritta, la nostra buona Sorella Myriam, con la finalità: attuiamo tra i sofferenti le richieste della Madonna con un fermo proposito di vivere in grazia, usando quale tattica d’apostolato « l’ammalato per mezzo dell’ammalato ».
Oggi non siamo più soli; migliaia di fratelli e di sorelle sono con noi, con lo stesso intento, attuiamo le richieste della Madonna con un fermo proponimento di vivere in grazia, usando il medesimo mezzo di apostolato « l’ammalato per mezzo dell’ammalato ».
Il primo proposito che deve scaturire dall’animo nostro deve essere quello di sforzarci di piacere in tutto a Maria Santissima. PiacerLe nella grazia, che deve rivestire le anime nostre, piacerLe nel piano di lavoro, per riparare ai tanti peccati che offendono il Cuore di Gesù ed il Suo Cuore Immacolato, per pregare per la conversione dei peccatori, per sostenere mediante la preghiera e il sacrificio, il Papa, i Sacerdoti ed il loro ministero.
Unitamente a questo Programma spirituale, che dobbiamo svolgere in noi ed attorno a noi, pro poniamo a tutti i veri militanti del Centro Volontari della Sofferenza di intensamente lavorare in questo anno per questi altri due obiettivi:
a) trovare i mezzi perché la casa Cuore Immacolato di Maria sia terminata nel 1958 ed inaugurata nell’anno Centenario dell’apparizione dell’Immacolata alla piccola Pastorella dei Pirenei;
b) ottenere la nostra indipendenza economica mediante l’autosufficienza.
Ci riusciremo?
Sì, se tutti noi, fidandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto che ci viene dall’alto, faremo di tutto per raggiungere i tre obiettivi prefissi.
L’anno 1957 deve essere per il Centro l’anno vigilia del grande anno mariano 1958: anno dell’Immacolata, anno in cui noi presenteremo alla Vergine. Santa i frutti concreti della nostra decennale attività. Quale omaggio migliore potremmo noi presentare a Maria Santissima, nel centenario della Sua apparizione a Lourdes, se non offrirLe una organizzazione che si ripromette, mediante la apostolica approvazione, la perenne attuazione di quanto Ella ha domandato in quel lontano 1858?
Possa la Vergine Immacolata vedere tutti i Suoi figli Volontari della Sofferenza protesi in questa finalità, per darle nel 1958 il frutto concreto del loro amore: una Casa con laboratori per ex ammalati rimasti impediti ed i locali per gli Esercizi spirituali per sofferenti. La Madonna è con noi. Ella propizia non potremo venire meno, perché Ella è tutta la ragione della nostra speranza.
L.N.
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