L’Ancora: n. 6/7 – giugno/luglio 1961 – pag. n. 3-7
Consideriamo con veri concetti soprannaturali e profondità d’intelletto la grandezza e la sublimità del nostro programma e subito l’ammireremo con tutte le nostre forze ed avremo “ il culto “ della sua attuazione.
Il programma che noi attuiamo, e non poteva essere diversamente, è il programma di Gesù, “ luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo “, il Quale ha dato a noi la potestà di “ buttar via le opere delle tenebre “ ed “ essere figli della luce “.
E’ quanto mai basilare il proposito fondamentale di tutta la nostra attività, “ essere morti al peccato, viventi per Iddio “; essere sostenuti dalla Sua grazia, che è la Sua vita, “ per non vivere più per noi soli, ma per Lui “, Che continua in noi la Sua vita, con gli stessi intendimenti, per cui “ Si è annientato “ dal seno purissimo della Vergine fino alla morte di Croce.
Questo è il primo proposito che si presenta a tutti coloro che intendono far parte del movimento della valorizzazione del dolore; proposito che dà il pieno sviluppo della propria personalità umana, perché l’uomo è stato creato per questa grande realtà, Dio!
Solo alla luce di questa basilare verità la vita del sofferente ha il suo scopo e gli schiude possibilità enormi d’azione soprannaturale, non meno reale di quella materiale. Soltanto vivendo “in grazia” di Dio l’ammalato ha la sua funzione caratteristica di “ soggetto di azione “ per un piano soprannaturale; egli non è un menomato di fronte a Dio. Secondo obiettivo per chi entra nella nostra schiera d’azione soprannaturale è di “ prendere la propria croce e seguirLo lungo la strada stretta e ripida “ che conduce al Cielo, mediante la santificazione del lavoro e del dolore, consapevoli che “ non abbiamo qui una dimora permanente, ma ricerchiamo la futura “, ove se saremo rimasti fedeli a questi principi, “realmente“ avremo pace e gioia in eterno. Basterebbero già questi principi per rendere, ad un sofferente, bella la propria immobilità e accettevoli e graditi anche gli strumenti della sofferenza stessa. Ma c’è ancora di più.
Il Cristiano non è un “ a solo “ nella società: terzo obiettivo per chi entra nell’apostolato dei Volontari della Sofferenza, o dei “ Fratelli degli ammalati “ è di “ sentire in sé gli stessi sentimenti che sentiva In Sé Nostro Signor Gesù Cristo “: la stessa sete di anime: lo stesso programma di pace in noi ed attorno a noi, lo stesso proposito di ricerca della centesima pecorella smarrita, lo stesso programma di vita e di morte affinché “ sia che viviamo, sia che moriamo sempre siamo di Dio “.
Una vita impostata in questa forma non è triste o grigia, ma bella, radiosa, piena, ricca di frutti. Oh, realmente il Cristianesimo è la religione della gioia e della libertà, quella libertà che ci affranca dal male e ci dona la libertà dei figli di Dio!
Questo programma che deve essere, del resto, il programma di ogni anima di buona volontà è il medesimo programma presentato e richiamato da Maria SS.ma in tempi a noi recenti, preannunciato da Giovanni il Battista e proclamato da Gesù in tutta la Sua vita.
La Vergine Immacolata, Vergine fedele e silenziosa, non si presenta a Lourdes ed a Fatima con un programma particolare, quasi nuovo ritrovato per il secolo dell’era atomica. Maria Santissima, la “ piena di grazia “, “ Scala di Giacobbe” che poggia sulla terra e tocca il Cielo, non fa altro che ripetere a noi le parole di Gesù che Ella, per prima, ha udito, meditato e “ confrontato in cuor Suo “. Penitenza, Penitenza, Penitenza!
Per attuare un programma di penitenza, ci è stato donato Gesù; per essere unita nel sacrificio disse di “ Sì “ Maria Santissima nell’Annunciazione; per attirare a noi luce e forza per comprendere il programma della passione di Gesù, attuato in Sé e da attuarsi in ciascuno di noi, unì Maria Santissima la Sua preghiera a quella degli Apostoli nel Cenacolo, nell’attesa della discesa dello Spirito Santo, Sposo di Maria Santissima, che ha il compito di farci comprendere ciò che la nostra povera umanità non comprende e non è capace di sopportare.
Alla piccola Bernardetta ed ai tre pastorelli di Fatima la Vergine Immacolata richiama queste verità, perché le anime tutte con rinnovato ardore desistano “dall’offendere Gesù già tanto offeso“ e seguano con amore e slancio il Suo programma, che è programma di vita, di ricostruzione, di gioia piena.
E come non sentire e vedere la bellezza di questo programma quando con vero spirito di fede, nel silenzio delle passioni, lo consideriamo in Gesù, Agnello Immacolato; in Maria, madre nostra dolcissima; negli Apostoli, che con la loro vita hanno reso testimonianza a Gesù, in tutte quelle numerose anime che con tanta semplicità vivono accanto a noi.
Se la Croce di Gesù ci spaventa e ci atterrisce consideriamo che tale croce “ è a noi dovuta “: Gesù è il Mediatore, il nostro Rappresentante; Egli è realmente morto in nostra vece, per cui noi, di fronte all’Eterno Padre, siamo “ risorti e risorti in Cristo “ per non vivere più che per Lui.
Maria Santissima, circondata di luce, bella nel Suo candore Immacolato, si presenta a Lourdes, tracciando su di Sé dinanzi alla povera figlia dei Soubirous, un ampio segno di Croce, tema questo di quanto avrebbe poi confidato alla Sua piccola prescelta e ripetuto ancora poco dopo ai tre pastorelli di Fatima.
Ecco tutto il nostro programma: convincere i sofferenti sulle grandi possibilità soprannaturali che essi hanno, porli a servizio di Maria Santissima. Ed in questo programma noi imitiamo i grandi disegni di Dio, “ il quale volendo riconciliare a Sé il in mondo per mezzo del Suo diletto Figlio “, Lo diede prima a Maria, poiché, a Sua volta, Ella Lo donasse a noi: così che “ se vi è tra noi qualcosa di speranza, di grazia, di salute, comprendiamo che tutto ci è stato dato per mezzo di Maria “.
Desiderando noi andare a Dio, per portare a Lui tutte le anime, seguiamo la strada da Lui percorsa per venire a noi, che è Maria Santissima. E su questa strada, strada dritta e sicura, strada spaziosa e bella, noi troviamo Gesù, Figlio di Maria e Fratello nostro, che per trent’anni fu Suo ubbidientissimo Figlio e che sul Calvario La volle presso di Sé per insegnarci che tutta la nostra vita, come la Sua, tutta deve trascorrere sotto lo sguardo di Maria.
E questo programma nella sua integrità è bello.
L.N.
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