L’Ancora: n. 11 – novembre 1951 – pag. n. 1-2
1° novembre 1951, primo anniversario della solenne definizione dogmatica dell’Assunzione corporea di Maria SS.ma in Cielo. Ad un anno di distanza da questa quanto mai attesa definizione comprendiamo anche meglio quanto essa sia stata opportuna. Era, ed è, infatti estremamente necessario richiamare l’umanità al suo unico fine, che possa interessarla, Dio. Bisognava e bisogna additare a tante menti ottenebrate la meta, il Cielo.
Questa finalità e questa meta, oggi più che mai, Maria Santissima addita alle moltitudini.
E’ difatti, come dice il Santo Padre nel Suo radio messaggio in occasione del Congresso di Fatima, «la Regina degli Angeli, che uscendo nelle sue immagini taumaturgiche dai più celebri santuari della cristianità, e specialmente da codesto Santuario di Fatima, ‑ dove il cielo Ci concesse di coronarla «Regina Mundi» ‑ percorre in visita giubilare tutti i suoi domini. E al suo passaggio nell’America, come pure nell’Europa, nell’Africa, nell’India, nell’Indonesia e nell’Australia piovono le benedizioni del cielo, si moltiplicano le meraviglie della grazia a tal punto che appena possiamo credere a quello che vedono gli occhi. Non sono solo i figli della Chiesa ubbidienti e buoni che raddoppiano il fervore; sono dei figli prodighi che vinti dalla nostalgia delle carezze materne, tornano alla casa del Padre; e sono anche tanti che, avvolti nelle tenebre dell’errore, in paesi dove appena appena incomincia a splendere la luce del Vangelo, quasi in gara con i fedeli di Cristo (quale meraviglia!) attendono la sua visita, e l’accolgono e l’acclamano con entusiasmo, la venerano e la invocano e da lei ottengono grandi grazie. Sotto lo sguardo materno della celeste Pellegrina non vi sono antagonismi di nazionalità o di razza che possano dividere, non c’è diversità di frontiere che separino, non c’è contrasto di interessi che indispettiscano; tutti per alcuni momenti si sentono felici di vedersi fratelli ».
L’altro insegnamento che scaturisce dalla definizione di questa verità è che la materia, elemento necessario con l’anima per la costituzione della nostra personalità, sarà un giorno assunta in cielo nella nostra finale resurrezione, come già avvenne per Cristo nostro Signore e per Maria Vergine, sua e nostra dolcissima Madre. Il nostro stesso corpo, purificato nel suo terreno dissolvimento nel seno della terra, germoglierà un giorno, come il chicco di grano sotterrato, e sarà ammesso a gioire della vera vita senza più subire alcuna corruzione.
Non siamo quindi noi dei numeri, che possono essere spostati a piacimento delle creature come non esistessero finalità ben superiori alla vita che noi ora vediamo; come non siamo unicamente materia destinata a dissolversi al termine dell’esistenza.
E noi siamo certi di non essere delusi, siamo sicuri di non soccombere in questa lotta che il potere delle tenebre continuamente scaglia contro di noi, perché siamo innestati al Cristo, il Figlio del Dio vivente, e siamo validamente sorretti da Colei, che è la più bella creazione della Santissima Trinità e che è altresì l’orgoglio di tutto il genere umano.
Parli la Vergine Assunta al cuore di tutti i suoi figli sofferenti e li renda spiritualmente sapienti e filialmente docili ai suoi consigli per essere come lei degni di cooperare al compimento della passione del Cristo ed essere così un giorno assunti con lei in Paradiso nel gaudio eterno di Dio, nella gioia di tutti i Santi e di tutte le anime giuste, che ci hanno preceduti nel segno della fede e nel vincolo della carità.
L. N.
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