L’Ancora: n. 9/10 – settembre/ottobre 1953 – pag. n. 1

Una bella pagina di squisita carità cristiana è stata la settimana del secondo pellegrinaggio di Sacerdoti infermi a Lourdes : 31 luglio 6 agosto u.s.
I Sacerdoti partecipanti erano 390, di cui 209 ammalati, 30 erano in barella, altri in carrozzelle.
Sette Ecc.mi Vescovi guidavano il pellegrinaggio. Presidente del convegno, S. E. Mons. Carlo Allorio, Vescovo di Pavia. Erano pure presenti 350 fedeli, parenti ed amici dei Sacerdoti partecipanti.
S. E. Monsignor Luigi Boccadoro, Vescovo di Montefiascone, ha preso parte con 40 sacerdoti della propria diocesi, da lui condotti a Lourdes in pellegrinaggio di preghiera e di penitenza, col proposito di aiutare i Confratelli doloranti.
Commoventissima è stata la partenza da Roma.
Alle ore 8,25 precise gli alto-parlanti, collocati in ogni singolo scompartimento e fuori del bagagliaio, cessavano di trasmettere il canto dell’Ave. Gli Eccellentissimi Vescovi, quello di Avellino, di Civitacastellana, di Modigliana, di Montefiascone, nonché S.E. Mons. Tani ed il Rev.mo P. Roschini scendono dal treno e, unitamente ai Rev.mi Cappellani Capi, P. Caresana e P. Mondrone, benedicono il convoglio dei Sacerdoti infermi che sta per partire. Subito dopo la benedizione, calmo e sicuro riprende il canto dell’ Ave, le cui note commuovono partenti e restanti, mentre il treno prende il via per Lourdes.
Il Sindaco di Roma, l’Ill.mo Ing. Rebecchini, viene a portare il saluto dell’ Alma Città ai cari Sacerdoti ammalati. Con lui vi sono pure molti fedeli che donano grandi mazzi di fiori per la Madonna, fiori custoditi con cura fino a Lourdes.

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Grazie al perfettissimo impianto d’alto-parlanti, è stato possibile proporre a tutti i partecipanti una serie di istruzioni spirituali, sia nell’andata che nel ritorno, tenute dal Rev.mo P. Mondrone S. I. della Civiltà Cattolica.
Come erano contenti i Confratelli ammalati di poter ascoltare dal proprio scompartimento le belle parole del caro P. Mondrone, essi, che da anni non partecipavano più a convegni sacerdotali e vivevano nell’isolamento. La recita del Rosario e la trasmissione di alcuni brani di musica sacra tenevano raccolti gli animi dei pellegrini e li sollevavano.
Lungo il percorso, nelle città di residenza Vescovile, gli Ecc.mi Presuli, con amore, venivano al treno, salutando e benedicendo. A Genova il convoglio si formava al completo: 16 vagoni!
In quella stazione salivano S. E. Mons. Allorio, Presidente del pellegrinaggio, e S. E. Mons. Raspini, Vescovo di Oppido Mamertina.
L ‘Eminentissimo Cardinale di Milano, che con tanto sapiente pastorale amore si era interessato del pellegrinaggio dei Sacerdoti, anche quest’anno non e stato assente.
A Milano infatti, egli paternamente riceveva il gruppo del Sanaclero di Arco e benediceva i cari partenti.

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Come descrivere l’entusiastica manifestazione di fede del popolo ligure della riviera di ponente?
Bisognerebbe nominare tutte le Parrocchie, tutti i rispettivi zelanti Parroci.
Non è possibile narrare gli innumerevoli piccoli fatti, indice di un profondo amore dei fedeli verso il Sacerdozio cattolico. La manifestazione della popolazione da Savona a Ventimiglia è stata una esplosione di fede e di carità.
La Madonna doveva certamente sorridere di materno compiacimento per tanta soave e viva carità attorno ai Suoi figli prediletti, i quali si affacciavano al finestrino del treno e, contenti, sorridevano a tutti.
Vi erano delle mamme che alzavano i bimbi vicino al finestrino perché i Sacerdoti infermi li benedicessero; bimbi che consegnavano delle letterine per la Madonna, accompagnandole con mazzi di fiori più grandi di loro. .
Non parliamo poi della manifestazione della polazione di San Remo, fatta a S. E. Mons. Luigi Boccadoro, suo antico Parroco.
Un Sacerdote infermo della Liguria, impossibilitato a partecipare al pellegrinaggio, così scriveva :
« Mentre il treno dei cari Confratelli passerà a poca distanza dalla mia camera di dolore, mando alla stazione tre bei mazzi di fiori. Uno sia per la Madonna. Il secondo per Santa Bernardetta. Il terzo sia deposto sulla tomba di Don Luigi Scaglione, nostro Confratello, deceduto l’anno scorso durante il nostro pellegrinaggio ».
Nel passaggio del treno attraverso la costa ligure di ponente si è vissuta la carità in atto, quella carità che non è soltanto pane e che fa tanto bene a chi la fa e a chi la riceve.

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Alla stazione di Toulouse si ebbe la gradita sorpresa di sentirci salutare dalla Radio locale in lingua italiana. Era i1 Cappellano Capo degli operai italiani, colà emigrati, che portava il saluto dei fratelli italiani, nonchè quello dll’Em.mo Cardinale Giulio Saliège e dell’Ecc.mo Arcivescovo Coadiutore. II Console italiano, residente a Toulouse, venne lui pure alla stazione con la sua gentile Signora a porgere ossequio ai Sacerdoti infermi.
Immediatamente la Radio del treno rispondeva al saluto dei fratelli in terra di Francia, ricordando ai cari operai, che la Madonna sarebbe stata il punto di incontro di tanti cuori separati e che la preghiera avrebbe abbreviato ogni distanza.

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A Lourdes si è giunti alle ore 16 perfettamente in orario, come stabilito.
Giunti all’ Asile si ebbe la gradita sorpresa di vederci attesi dall’Ecc.mo Vescovo di Lourdes, S. E. Mons. Pietro Theas.
Non solo S. E. ha voluto vedere i nostri Sacerdoti e rivolgere ad essi la sua calda parola di apostolo mariano, ma volle pure accompagnarli, egli Vescovo sofferente, con Sacerdoti sofferenti, alla Grotta santa per il saluto alla Madonna.
La presentazione degli infermi alla Vergine Santa, anche quest’anno, è stata molto suggestiva.
Precedevano i sacerdoti barellati, accompagnati dai nostri Eccellentissimi Vescovi; seguivano i Sacerdoti in carrozzella; venivano dietro gli altri Sacerdoti, tutti con tanti fiori.
Nel fiore era simbolicamente racchiusa l’offerta di chi aveva donato e di chi presentava.
S. E. Mons. Allorio ha parlato alla Grotta come sa parlare un Vescovo in simili circostanze. Parole calde, sentite, che ci portavano vicino vicino alla Madonna. Eravamo tutti commossi. Nessuno mostrava i segni della stanchezza del viaggio. Tutti erano contenti.
Eravamo finalmente là, ai piedi della Grotta.
La Madonna aveva operato il grande miracolo di farci attuare il secondo pellegrinaggio di soli Sacerdoti infermi. Ci pareva impossibile. Le difficoltà erano scomparse. Regnava nei nostri cuori la più grande serenità: la gioia dei figli che finalmente si trovavano a casa, vicino alla propria Madre.

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Il giorno 2 agosto, nella basilica del Rosario, l’Ecc.mo Vescovo di Montefiascone procedeva all’ordinazione di due suddiaconi, uno cinese, l’altro della Sicilia.
S. E. Mons. Boccadoro, con parole molto elevate, ha ricordato a tutti i Sacerdoti presenti gli obblighi e l’osservanza dei sacri impegni assunti nel suddiaconato. E’ stata quella la giornata della revisione degli impegni sacerdotali. La nostra vita a Lourdes non poteva incominciare diversamente. « Per Mariam ad Iesum ». Fin dal primo giorno quindi della nostra presenza in quel bel Santuario bisognava rendere viva in noi la presenza del Frutto benedetto del seno della Vergine Immacolata.
Alla sera S. E. Mons. Roberto Massimiliani, riuniva tutto il personale, parlando loro delle esigenze della carità, che impone sacrificio, rinuncia, abnegazione, serenità, tutto per la maggior riuscita del pellegrinaggio e per coadiuvare all’opera della grazia che lavorava nel cuore di tutti.

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3 agosto. Giornata di preghiera per il Santo Padre. Ora di adorazione all’altare di Santa Bernardetta.
Il Santo Padre con cuore sensibilmente paterno ha voluto essere presente anche quest’anno con i suoi Sacerdoti ammalati. Non solo ha fatto pervenire una Corona da lui benedetta a tutti gli ammalati partecipanti ed ha largamente aiutato il pellegrinaggio, ma ha pure inviato la Sua Augusta Paterna Benedizione. S. E. Mons. Giovanni Battista Montini, Pro Segretario di Stato e di Sua Santità, in questi termini, trasmetteva l’ambita Benedizione del Vicario di Cristo :
« Con paterno cuore e con le più ardenti suppliche alla Vergine Immacolata Augusto Pontefice accompagna alla mistica Grotta di Lourdes i suoi diletti figli sacerdoti, imploranti grazia ed auspicando per essi frutti di salute e di santità invia di cuore ai cari infermi e loro assistenti il contorto di una particolare Benedizione Apostolica ». I Sacerdoti infermi da Lourdes rispondevano al Papa, offrendo preghiere ed inviando un altro telegramma, con cui Gli dicevano il loro attaccamento sacerdotale e Gli offrivano le proprie sofferenze per il trionfo della Chiesa.
La Madonna però quel giorno ci serbava ancora una dolce sorpresa.
I Sacerdoti di tutte le nazionalità presenti a Lourdes, avevano fatto presente che, in segno di sacerdotale solidarietà con i nostri infermi, desideravano partecipare alla nostra ora di adorazione.
Per ovviare allora alla difficoltà della lingua, il Rev.mo P. Gabriele Roschini O.S.M. ha tenuto l’ora di adorazione in latino, lingua universale della Chiesa.
Alla sera, S. E. Mons. Raspini, nella Basilica del Rosario, ha commentato per i fedeli, parenti ed amici dei Sacerdoti, il Santo Rosario.

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4 agosto: giornata mariana.
Avevamo iniziato la nostra vita a Lourdes vicino alla Madonna, l’u1timo giorno completo della nostra permanenza in quel bel Santuario dovevamo passarlo particolarmente vicino a Lei. Era la giornata del nostro rendiconto alla Madre celeste.
Alla Grotta si è recitato il Santo Rosario, commentato dai Rev.mi Assistenti spirituali e da S. E. Mons. Massimiliano Massimiliani. Con quanto calore disse l’Ecc.mo Presu1e, nella meditazione della flagellazione di Gesù alla colonna: « ripariamo con la nostra sofferenza alle tante impurità del mondo! ». Sembrava che la Madonna ancora una volta, dalla Sua Grotta prescelta, ripetesse per bocca dei Suoi Vescovi: « Penitenza. Penitenza. Penitenza ».

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Per delicata disposizione dell’Ill.mo e Rev.mo Mons. Luigi Ricaud, Rettore del Santuario di Lourdes, la Benedizione Eucaristica agli infermi è stata impartita in quei giorni dai nostri Ecc.mi Vescovi, tra cui S. E. Mons. Antonio Tani e S. E. Mons. Gioachino Pedicini.
Non è retorica se diciamo che ci manca la parola per convenientemente ringraziare le Autorità Ecclesiastiche di Lourdes e le buone Suore di Nevers.
Il Vescovo di Lourdes ci vuole bene. Gradisce la nostra presenza nella sua Diocesi, vicino alla Madonna. Non lascia sfuggire da minima occasione per dimostrarci il suo affetto. Egli incoraggia e benedice i nostri progetti di fare del nostro pellegrinaggio sacerdotale un Pellegrinaggio ritiro spirituale, vicino all’Immacolata.
Faremo l’anno entrante il pellegrinaggio internazionale dei Sacerdoti infermi, in occasione del centenario della definizione dogmatica dell’ Immacolata? Non lo sappiamo ancora. Comunque il Vescovo di Lourdes apre le sue braccia a tutti i Sa-cerdoti infermi, consapevole che tra tutti gli ammalati, questi sono i più preziosi nel corpo mistico di Cristo ed i più cari al Cuore Immacolato di Maria.
Monsignor Ricaud e Canonico Laribère : nomi che sentiamo a Lourdes durante la nostra permanenza. Persone queste, che vediamo passarci accanto con dolce sorriso, segno della loro solidarietà di azione per la maggior riuscita del nostro pellegrinaggio. Peccato che non tutti li possano conoscere di persona per sperimentare, come sperimentiamo noi, la loro grande, cordiale ed inesauribile carità.
Quanto hanno fatto per noi questi degnissimi Sacerdoti, che vegliano vicino alla Madonna col gradito compito, ma quanto mai gravoso, di disciplinare le folle nel loro passaggio dinanzi a Maria.
Sappiano essi che noi li ricordiamo con riconoscente e fraterno affetto e che i Sacerdoti d’Italia, consapevoli del loro arduo ministero, pregheranno perché la Madonna li sorregga nel loro delicato ed importante apostolato.
E le buone Suore di Nevers ?
Ogni elogio è superfluo. Hanno servito i Sacerdoti con l’amore della Maddalena e la premura di Marta.
La Superiora, Madre Bernardetta, ha un gran cuore. Vede e prevede; tutto risolve in antecedenza.
Ogni cosa avviene all’Asile con normale ordine, con la massima naturalezza, mentre invece è frutto di meditazione e di carità che dona senza badare al sacrificio.
I Sacerdoti infermi che anche quest’anno hanno sperimentato la carità delle Suore dell’ Asile ricordino sempre al Signore le intenzioni di queste buone Sorelle, affinché siano esse sempre contente.

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Le Sante Messe dei Sacerdoti infermi, quest’anno, sono state celebrate nella Cappella dell’ Asile.
L’ottimo Padre Benedettino, Cappellano di turno, coadiuvato da caritatevoli barellieri francesi, ci aveva fatto trovare lunghissimi altari lungo le tre pareti della Cappella. Quaranta Sacerdoti alla volta potevano così celebrare il Santo Sacrificio.
L ‘Hospitalité inoltre aveva provveduto delle carrozzelle nuovo tipo, mediante le quali i movimenti in cappella venivano facilitati. L’organizzazione tecnica del pellegrinaggio quest’anno, a detta di tutti, è stata superiore all’anno scorso. Non poteva essere diversamente. Si è cercato di togliere tutti quei piccoli inconvenienti, inevitabili in un primo pellegrinaggio del genere.
Il Comm. Paolo Vaccarino, primo Fratello degli Ammalati, si è veramente molto adoperato per la realizzazione di questo pellegrinaggio. A lui si devono la costruzione degli impianti radio in tutti gli scompartimenti e l’attrezzatura nuova, tecnicamente perfetta, studiata fin nei minimi particolari. Altre novità tecniche, specifiche e necessarie per un pellegrinaggio di Sacerdoti, sono già fin d’ora allo studio degli esperti, sotto la guida del carissimo Comm. Vaccarino.
Il personale di assistenza ha lavorato molto e bene.
Tutte le Dame si sono tanto prodigate. Tutte hanno gareggiato in carità, dalle sorelle della Sardegna a quelle di Roma, Montefiascone, Novara, Pisa, Torino, Biella.
Il corpo Medico, nella guida del carissimo Dottor Bussi di Milano, è stato sempre all’altezza della propria missione.
I Fatebenefratelli poi, sono stati di una grande e solerte carità. Sono ancora fissi dinanzi alla nostra mente i volti sorridenti di tanti buoni religiosi, che con vera abnegazione, compivano silenziosamente il proprio servizio, senza badare a nessuna fatica.
I Fatebenefratelli delle province italiane hanno compiuto con vera lode il proprio servizio. I Sacerdoti infermi sono stati tanto contenti di loro.

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I giorni a Lourdes trascorrono troppo velocemente. Viene l’ora della partenza e sembra incredibile di dover partire.
Ancora poco tempo prima della partenza si vedono sacerdoti andare e venire alla Grotta. Salutano la Madonna e vanno via, ritornando ancora dopo due minuti a rivolgerLe ancora un saluto.
Il carissimo P. Caresana, osservando questi confratelli diceva: « É inutile, non possono distaccarsi dalla Madonna! ».
Il saluto alla Madonna viene rivolto dall’Ecc.mo Presidente del pellegrinaggio, Mons. Carlo Allorio.
« Ha parlato tanto bene. Ha interpretato tutti i nostri desideri », commentano parecchi sacerdoti.
Ma il veneratissimo Mons. Allorio non sapeva di essere stato profeta alla Grotta, quando, a nome di tutti, ha rivolto la sua bella invocazione alla Madonna, da lui composta. ( Sua Eccellenza aveva chiesto alla Madonna che ci accompagnasse con i Suoi segni. Ed i segni vennero ed abbondanti.)
Nel viaggio di ritorno, gli Assistenti spirituali, P. Caresana e P. Mondrone, avevano preso posto nello scompartimento di trasmissione, quando, come in un baleno circolarono delle voci :
– Un sacerdote che prima era in barella, ora sta bene.
I medici esaminano immediatamente il caso. E’ vero. Don Gagliardone di Oneglia, il quale da sette mesi non camminava per grave difetto cardiaco, ora stava bene. Da solo scese dal treno, portandosi la sua valigia.
E’ questa una prima carezza della Madonna al nostro pellegrinaggio.
Si commentava ancora l’avvenimento, quando un’altra voce circola insistente :
– Un altro Sacerdote è guarito!
Il Dr. Bussi e gli altri medici esaminano immediatamente il nuovo caso.
E’ vero anche questa volta. Don Vincenzo Ferrara di Avellino stava bene. I Medici dissero espressamente : « il versamento pleurico constatato ancora ieri è scomparso. Il polmone sta riprendendo la sua normale posizione ».
E’ la seconda carezza della Madonna ai nostri cari Sacerdoti infermi.
Stavamo parlando di questi due fatti prodigiosi che mi si avvicina il Rev.mo P. Perna, redentorista, il quale mi consegna una busta. Era la storia della sua guarigione avvenuta a Lourdes l’anno scorso durante il nostro pellegrinaggio, unitamente all’in-cartamento del Bureau de Constatation, che stava esaminando il miracolo. Si trattava di una osteoartrosi lombo sacrale.
Altra carezza della Madonna.
Miracoli ? Non osiamo dirli, fintanto che gli accertamenti medici non siano stati scrupolosamente espletati. Indizi molto probabili di sicuri miracoli, senz’altro, sì.
Ci riserviamo di ampiamente documentare, qui, su Ancora, anche con fotografie, i miracoli avvenuti, non appena i medici avranno terminato il loro compito.
Noi intanto ringraziamo la Madonna con tanto amore e tanta commozione. E’ Lei, che ci ha guidati. E’ Lei che ci ha condotti al Suo Santuario e ci ha ricondotti alle case nostre, senza il più piccolo incidente, senza subire il minimo ritardo.
La Vergine Immacolata ci ha elargito tante grazie spirituali, che, data la loro natura, saranno sempre inedite in questo mondo, ma che in Paradiso vedremo, per esaltare sempre di più l’incommensurabile misericordia della nostra augusta Regina e Madre dolcissima.
Ritorneremo a Lourdes nel 1954. Ritorneremo tutti gli anni, fintanto che la Madonna lo vorrà.
Ci studieremo di fare sempre meglio, perché un pellegrinaggio di Sacerdoti infermi è un pellegrinaggio quanto mai singolare e delicato.
Un pellegrinaggio di Sacerdoti infermi è un forte richiamo per tutti i sofferenti e per la stessa umanità.
La Società ha bisogno di molti Sacerdoti, siano essi sani o indifferentemente ammalati. Il Sacerdote ammalato può ancora esercitare il suo apostolato tra le anime.
Immettere le anime consacrate nell’apostolato, diretto all’attuazione dei messaggi rivolti a Lourdes e a Fatima dalla Madonna è il nostro compito e costituirà sempre la finalità di questi sacerdotali convegni.
La Madonna ci benedica. La Madonna ci sorregga. La Madonna ai rinfranchi col Suo materno sorriso. La Madonna ci tenga sempre tutti uniti, in terra e in cielo, così -sempre – sia.

Don Luigi Novarese