Ascoltiamo ciò che San Paolo scrive ai Romani: “Gettiamo via l’opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce” (13, 12). Non ci dispiaccia imporre a noi stessi qualche maggiore vigilanza, qualche astinenza da cose vane o tentatrici, qualche salutare e proficua severità in quelle piccole cose che rendono gli animi atti ad osare, all’occorrenza, cose grandi. Questa è la palestra della Quaresima, a tutti accessibile, all’insegna modesta della quotidiana pratica della abnegazione, alla luce folgorante della grande legge evangelica del morire per vivere, la legge del sacrificio, la legge della Croce.
[L’Ancora, n. 3, marzo 1973]
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