Fra i segni della presenza dell’Immacolata nell’attività associativa ce ne fu uno un po’ strano, per la verità, ma pur sempre provviden­ziale: nell’Anno Mariano 1954 si manifesta nella persona di Mons. Novarese uno strano malessere: stanchezza di cuore e spossatezza come se dovesse cadere per terra da un momento all’altro. Iniziò esatta­mente l’8 dicembre 1953 e finì esattamente l’8 dicembre 1954. Lo strano fenomeno, che lo fece molto soffrire, lo tenne per un anno lonta­no dall’Ufficio proprio in un momento nel quale era necessaria la sua presenza a Re per l’avvio della Comunità, dei lavori della Casa e dell’organizzazione dell’apostolato che aveva bisogno di una chiara impostazione: “L’Immacolata ‑ diceva ‑ ha i suoi modi per attuare i suoi progetti”.

Tutto egli sapeva vedere in chiave di provvidenza sempre con una chiara visione del futuro sviluppo dell’Opera. Anche la moltiplicazione della pasta avvenuta a Re l’8 settembre 1962 era un segno con cui la Madonna dimostrava che con pochi mezzi si potevano fare grandi cose. Il lavoro era veramente tanto: trasmissione radiofonica settimanale, la stampa mensile de “L’Ancora”, tanta corrispondenza con gli ammalati, i lavori della Casa di Re, il Pellegrinaggio annuale a Lourdes, le Udienze del Santo Padre, raduni degli ammalati di Roma… più il normale quotidiano lavoro d’Ufficio.

Ogni sabato sera Mons. Novarese partiva in treno per Re (tut­ta la notte) per vedere l’andamento dei lavori e della comunità e ripartiva la domenica sera per essere la mattina seguente in Ufficio.

 

[Fonte: Summarium super dubio Causa di Beatificazione Mons. Luigi Novarese]