A Torino, oggi, 22 ottobre 2022, il Convegno sulla salute mentale, a cura dell’Ufficio diocesano della Pastorale della Salute.

L’evento, promosso ed organizzato dagli uffici Caritas e Salute in collaborazione con il Tavolo Diocesano Salute Mentale, tratterà quest’anno il tema dei giovani ed il modo in cui vivono ed affrontano il disagio ed il «dolore» della mente.

Scrive Mons. Brunetti, Vescovo di Alba, Delegato Conferenza Episcopale Piemontese per la Pastorale della Salute: “Lo scenario post pandemia si prospetta con molte criticità. Alcune di queste sono certamente inedite, altre si trascinano da tempo e si sono aggravate. Permangono e peggiorano la frammentazione e la precarietà delle relazioni sociali. Gli anziani lamentano una diffusa solitudine, una difficoltà a comunicare ed ottenere attenzioni umane, relazionali ed affettive. Gli adulti sono troppo occupati ed impegnati, tra difficoltà economiche e lavorative, genitori che invecchiano e figli che richiedono attenzioni e spese. I giovani, a volte già i bambini, tendono, causa anche le carenze degli adulti, a cercare rifugio e gratificazione in relazioni ed attività online spesso vissute passivamente e senza il Tempo e l’investimento emotivo che sarebbero invece necessari nella relazione «di persona».

Su tutto, un diffuso ed ormai condiviso modello caratterizzato da una profonda povertà spirituale, che delimita le prospettive esistenziali al tempo terreno, private di riferimenti alla trascendenza, all’eternità, al divino.

Spesso per difetto di Tempo, Attenzione ed Ascolto non si riesce (o non si vuole, sottovalutando) a cogliere i segnali di esordio della sofferenza psichica in una persona a noi cara o comunque che conosciamo, i suoi problemi esistenziali, la carenza di dialogo e relazioni. Il farmaco, per quanto utile in molti casi, viene sempre più considerato il naturale e quasi unico rimedio al disagio ed alla sofferenza, trascurando quindi gli aspetti sociali e relazionali.

È necessario, dunque, rilanciare con forza e concretezza i concetti di Comunità e di Servizio. Nella Comunità, attraverso il Servizio, molte sofferenze e disagi possono trovare consolazione e supporto concreto che si può manifestare anche nella capacità, se necessario, di orientare il sofferente e la sua famiglia verso i Centri di Salute Mentale preposti alla presa in carico.

Il servizio è «in gran parte, avere cura della fragilità. Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo». In questo impegno ognuno è capace di «mettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei più fragili. Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’, e cerca la promozione del fratello. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone» (Papa Francesco, Lettera Enciclica Fratelli Tutti, n.115)”.