Un itinerario pasquale per i sofferenti

Il nuovo millennio si è inaugurato con la nuova forma di preghiera: la Via Lucis. Essa è lo sbocco naturale della Via Crucis, è catechesi itinerante composta da 14 stazioni che vanno dal Sepolcro vuoto all’evento di Pentecoste, primo dono del Risorto.

La Via Lucis si sta rivelando un sussidio salutare per i sofferenti.
Essa suscita tanta gioia facendo vedere a colui che è sotto la croce, che ogni venerdì santo ha uno sbocco nella Pasqua della Resurrezione. Il sofferente, questa pasqua, la assapora non soltanto quando pensa alla vita futura in pienezza che riceverà alla fine della corsa, ma anche al momento della carne crocifissa. La certezza, infatti, che ogni stilla di dolore è una stella d’amore, che ogni sofferenza offerta è feconda, fa risuonare nel cuore le campane della Pasqua.

Riconoscersi fecondi anche nei momenti più duri, procura tanta gioia. Quando il sofferente riscopre la fecondità del suo dolore, allora può dire con Paolo: «Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione» (2Cor 7,4). Chi si sente vacillare sotto gli ulivi del Getsemani, sa che sta vivendo un tempo di preparazione alla grande alba della Pasqua.