Una nuova cultura della salute nasce proprio dalla consapevolezza non solo del benessere corporale, ma anche di quello spirituale. È l’uomo che è posto al centro nella sua unitotalità psicofisicospirituale.
Quando è compromessa una parte dell’uomo con la malattia è tutta la persona con tutte le sue facoltà ad esserne coinvolta. Dunque salute non sta ad indicare solo sanità fisica o spirituale, ma il bene totale della persona umana.
La malattia, non è soltanto un “rumore degli organi” come qualcuno ha scritto; è anche un rumore di pensieri che si accavallano e mi tormentano.
Non sono utile a nessuno, non sono in grado di lavorare, temo di essere di peso agli altri, mi rifiuto di farmi servire, di farmi aiutare. In questa situazione vedo compromesso il mio avvenire. Si affacciano alla finestra della mia vita: solitudine, irritabilità, delusione, sfiducia, senso di vuoto. Se infatti il dolore e la malattia sono sempre faticosi da vivere, lo diventano doppiamente quando non se ne conosce il senso. Ecco la necessità di avviare una nuova cultura della salute.
Una nuova cultura della salute dove tutti gli agenti sanitari prenderanno a cuore non una parte dell’uomo staccata dal tutto, ma l’uomo in tutte le sue dimensioni.
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