“Uniti nella dignità”
È il tema della 69ª Giornata Mondiale dei malati di lebbra. Il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il Card. Michael Czerny, nel Messaggio per questa giornata, riconosce che “da quando è stata introdotta la terapia multifarmacologica negli anni ’80, i sintomi fisici di questa malattia sono diventati gestibili e hanno dato la speranza di un’eliminazione definitiva della lebbra. Tuttavia, l’incidenza globale rimane alta, e i pazienti hanno spesso complicazioni a lungo termine associate alla malattia”.
Continua citando il report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Si stima che 3-4 milioni di persone vivano con menomazioni o deformità visibili dovute alla lebbra. Poiché sia il “marchio” della lebbra che la disabilità che essa provoca comportano l’esclusione sociale in molte comunità, il numero di persone che sperimentano lo stigma legato alla lebbra è probabilmente ancora maggiore”.
Le persone malate con il morbo di Hansen, dunque, continuano a vivere come emarginati, non solo devono affrontare la realtà fisica della malattia, ma anche ansia, depressione, disagio psicologico, isolamento e pensieri suicidi. Lo stigma e la discriminazione colpiscono l’intera persona, e richiedono la risposta completa degli individui e di una comunità integrata e compassionevole.
Da qui il tema di quest’anno, Uniti nella dignità. “Essere uniti nella dignità significa essere trasformati, vedere le cose in modo diverso e agire di conseguenza. Nessuna pandemia può cambiare la dignità della persona umana né il suo valore inviolabile nella società, perché quando la dignità dell’uomo viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono anche la creatività e l’intraprendenza e la personalità umana può dispiegare le sue molteplici iniziative a favore del bene comune. Questo sarà il risultato finale del nostro essere uniti nella dignità, la fecondità della creatività che permette alle comunità e agli individui di riconoscere il valore di ogni persona, specialmente di coloro che soffrono di malattie e disabilità”.
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