Dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera il Portogallo diventa il quinto paese europeo a legalizzare l’eutanasia e il nono al mondo con Colombia, Canada, Uruguay e cinque Stati degli Usa.
Dopo tre anni di discussione, e nonostante tante voci contrarie, l’Assemblea della Repubblica oggi ha approvato a larga maggioranza (136 a favore, 78 contro e 4 astensioni) quella che si chiamerà “Legge per la morte medicalmente assistita”.
I rappresentanti della Federazione portoghese per la vita evidenziano la “scelta scioccante di decidere sulla morte mentre i portoghesi lottano per la vita”.
L’eutanasia ora è dunque legale. Chi vi si sottopone deve essere maggiore di 18 anni e trovarsi in “una situazione di estrema sofferenza”, “durevole e insopportabile”, “senza speranza di cura”, “afflitto da una malattia mortale, “senza speranza prevedibile e miglioramento clinico”.
Sarà lui stesso a manifestare questo desiderio “consapevolmente e espressamente, dimostrando una volontà attuale, libera, seria e illuminata”. Dovrà essere lucido, in grado di intendere e di volere, “capace di comprendere appieno il significato e la portata della richiesta”. Dovrà farlo per cinque volte. Insomma, essere davvero convincente.
L’eutanasia potrà avvenire ovunque nel paese, in un luogo adatto e con l’assistenza adeguata. Il paziente ha la possibilità di esprimere il desiderio di morire presso il suo domicilio ma questo sempre se il medico garantisca che abbia “condizioni di comfort e di sicurezza clinica”.
Il Presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, appena confermato domenica scorsa, ha ora tre possibilità: promulgare, porre il veto o trasmettere la legge alla Corte Costituzionale.
Ne attendiamo la decisione nella preghiera, mentre accogliamo le parole del Papa pronunciate oggi ai rappresentanti dell’Ufficio Catechistico Nazionale: “È il tempo di comunità che dialoghino senza paura con chi ha idee diverse. È il tempo di comunità che, come il Buon Samaritano, sappiano farsi prossime a chi è ferito dalla vita, per fasciarne le piaghe con compassione. Non dimenticatevi questa parola: compassione!” (Papa Francesco, 30 gennaio 2021)
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