L’Ancora: n. 9 – settembre 1982 – pag. 1-5
Ieri, 3 agosto, noi dell’annuale Pellegrinaggio Sacerdotale, siamo ritornati da Lourdes, contenti del nostro incontro con l’Immacolata, dolenti di doverci separare nelle varie stazioni per rientrare alle nostre case, animati da un intimo desiderio, quello di ritrovarci ancora tutti assieme l’anno entrante 1983 dal 27 luglio al 3 agosto.
Ci eravamo proposti di dare una testimonianza sacerdotale e di richiamare sia pur tacitamente i fedeli al senso della unità e della vita della Chiesa.
Ci siamo sforzati di raggiungere tali importanti obiettivi: abbiamo cercato di testimoniare la nostra unità nelle cerimonie liturgiche, nell’ascolto della parola di Dio, durante i Santi Esercizi, predicati da Sua Eccellenza Mons. Ambrosanio, Ausiliare di Napoli; nel passaggio da una categoria di celebrazione all’altra, recitando tutti assieme il Rosario; unità nella preghiera alle piscine, mentre i sacerdoti partecipanti attendevano il proprio turno; unità nelle soste di riposo sotto la pensilina dinanzi all’Accueil, mentre in spirito di fraternità venivano scambiati fatti ed esperienze di vita.
Il primo senso di unità sacerdotale ce lo ha fatto sentire Sua Ecc.za Mons. Enrico Donze, Vescovo di Lourdes, il quale, illustrando la missione ecclesiale di Lourdes – Fatima – Jasna Gora, ha fatto comprendere la necessità di vivere la propria Consacrazione alla Madonna richiamata dal Papa il 13 maggio u.s. Proprio vivendo questa Consacrazione, che ci porta a vivere in Maria, per mezzo di Maria e con Maria noi potremo realizzare l’unità presbiterale, già realizzata dagli Apostoli nel Cenacolo con Maria in preghiera.
Durante il Pellegrinaggio, mai però si è vista tanta testimonianza sacerdotale viva e profonda come nella solenne benedizione Eucaristica: 86 sacerdoti in carrozzella e in barella assieme ad altri numerosi confratelli sofferenti che seguendo il cerimoniale della processione, lentamente avanzavano, sei a sei, sull’Esplanade, indossando tutti il camice e la stola
Tiravano le carrozzelle dei Sacerdoti impediti l’Eminentissimo Cardinale Oddi, Prefetto della Sacra Congregazione per il Clero, i Vescovi, i Sacerdoti sani, i chierici, i religiosi ed i barellieri.
Sull’Esplanade era plasticamente raffigurata tutta la Chiesa gerarchica: sacerdoti, Vescovi, religiosi, fedeli in cammino, sotto la guida di chi, per mandato del Santo Padre, ha la grande responsabilità del clero di tutto il mondo; la Chiesa è e si dimostrava ancora segno di unità.
Il tema degli Esercizi Spirituali e dell’Ora Mariana, fatta dalla Grotta di Massabielle, trasmessa e ripetuta dalla Radio Vaticana, è stato “Sacerdote e vittima”.
Nelle meditazioni dettate con profonda dottrina i Sacerdoti sofferenti aprivano il cuore alla speranza ed alla più ardente carità, riaffermando la loro donazione costante per la crescita del Regno di Dio.
I Sacerdoti, parte viva nel cuore pulsante della Chiesa, comprendevano che, dal momento della loro chiamata alla vita di crocifissione, diventavano gli strumenti più preziosi a disposizione della Chiesa stessa.
L’inserimento personale nella economia della Redenzione, sia pure crocifiggente, diventava luminoso, sostenuto non soltanto dalla speranza, ma dalla certezza dei benefici frutti della Croce.
Il Sommo ed Eterno Sacerdote salvò il mondo col dolore; i Sacerdoti, il cui sacerdozio si identifica con quello del Cristo, fanno altrettanto.
L’intima e cordiale fraterna unitA di quei giorni manifestatasi tanto nelle solenni cerimonie di categoria – ora penitenziale, ora eucaristica quanto al pranzo all’Accueil, allorché il Cardinale ed i Vescovi sedevano ai diversi tavoli in mezzo ai sacerdoti malati ben dimostra il senso e la vita della Chiesa, animata, sostenuta e protesa nella totale affermazione della carità che sostiene e rende veramente fratelli. I fedeli si fermavano emozionati dinanzi a tale viva testimonianza di sofferente carità che tutti univa in un cuore solo.
All’ora penitenziale i Sacerdoti in carrozzella, assieme ai Vescovi ed al Cardinale Presidente del Pellegrinaggio, ricevevano la confessione dei fedeli e del personale di assistenza nella Basilica di S. Pio X. Era commovente vedere pellegrini e sacerdoti inginocchiarsi per la propria confessione dinanzi ai Vescovi maestri di fede, ed ai Sacerdoti seduti in carrozzella: i sacramenti sono mezzi di grazia e di salvezza per tutti. Il desiderio della Chiesa di poter sempre disporre del ministero del Sacerdote venne però chiaramente espresso dal Cardinale Oddi all’inizio del solenne Pontificale in S.Pio X, ove i Sacerdoti malati, concelebravano con altre centinaia di sacerdoti: “preghiamo perché il Signore ci conceda tante e sante vocazioni sacerdotali”.
Questa è la vera necessità della Chiesa: avere numerosi sacerdoti, messaggeri e realizzatori di pace: pace tra Dio e l’uomo, pace tra i fratelli.
Ci conceda la Vergine Santa di costantemente tendere alla santità, rendendoci testimoni sempre più vivi e credibili della fede che professiamo, accendendo in noi una grande fiducia in Lei e nel Cuore del Suo divin Figlio, facendoci toccare con mano, che sotto la Sua guida diventeremo strumenti suoi efficaci e vere trasparenze del Suo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote.
L.N.
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