L’Ancora: n. 1 – gennaio 1980 – pag. n. 1-5
Il titolo potrebbe sembrare pretenzioso o, al massimo, limitato a stimolare la preghiera e l’offerta del singolo iscritto al Centro Volontari della Sofferenza o ai Fratelli degli Ammalati.
In realtà non è cosi. Esso mira a vivere, in intensità di animo ed in fervore di testimonianza, il brano evangelico di S. Luca, (Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!,) (12,49) e anche l’altro testo evangelico che riferisce la medesima ansia, Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me) (Gv. 12,32).
Questi brani evangelici ci dicono l’anelito del Cuore di Gesù di portare anime al Padre, e ci dicono pure lo spirito dell’immacolata che silenziosamente maturava ed aderiva nel proprio spirito al medesimo ideale del Cuore del Suo divin Figlio, “portare anime al Padre “.
Uguale intenso materno desiderio ha dimostrato la Vergine Santa a Fatima, allorchè denunciando le responsabilità per lo stato attuale del vasto deviamento in cui vivono tanti uomini, ha sottolineato ai tre pastorelli, molte, molte sono le anime che vanno all’inferno perchè non c’è chi preghi e chi si sacrifichi per loro,, (IV apparizione).
E’ chiaro ed evidente che il Centro Volontari della Sofferenza, nella sua istituzione ed impostazione, è un movimento di apostolato; di vita di grazia, quindi, di impegno personale di testimonianza e di azione apostolica alle dipendenze della Gerarchia.
Il Centro Volontari della Sofferenza non può, quindi, essere assimilato con i vari movimenti assistenziali e ricreativi per gli ammalati, oppure con movimenti di ammalati per rivendicazioni sindacali e cosi via. Il Centro va incontro a tutta la persona dell’ammalato, anima e corpo, nell’intento di valorizzarla ed inserirla in piano ecclesiale e sociale. La base, pertanto, di tutte queste attività non è soltanto un miglioramento del singolo in piano spirituale e sociale, in se stesso certamente buono, bensì un impegno a svolgere apostolato.
L’ammalato, o il Fratello degli ammalati, vive la brama intensa del Cuore di Cristo e del Cuore dell’Immacolata di propagandare il proprio ideale attorno a sè, convincendo con la propria gioiosa e convinta testimonianza, il fratello di dolore, affinchè egli pure, a sua volta, con sentita convinzione, si Ponga al servizio di Maria Santissima per la salvezza del fratelli.
Il Centro, adunque, mira a tenere gli iscritti in spirituale fermento di conquista; il Centro non vuole circoscrivere il lavoro ai soli iscritti, ma mira a stimolare ed a responsabilizzare ogni aderente al movimento perchè sia un apostolo attorno a sè per conquistare altri fratelli al medesimo ideale soprannaturale.
Non è questo lo spirito che deve unire e spingere all’azione I Gruppi d’avanguardia?
La solidarietà quindi, va vista con gli occhi del Cuore di Cristo e con l’amore del Cuore Immacolato di Maria Santissima.
L’iscritto che non viva questo ideale di conquista è nel Centro, ma non vive lo spirito del Centro. L’iscritto che si limita a pregare per conto proprio e ad offrire le sofferenze senza curarsi, qualora possa, dei fratelli che ha attorno a sè, è in contrasto con il desiderio dell’Immacolata e con il proposito basilare animatore di questo apostolato.
Qual’è l’attuale situazione?
Tracciare un preciso diagramma dello stato attuale del Centro, globalmente considerato in se stesso o nelle varie Diocesi, è impossibile, perché non si potrebbe avere una linea veramente giusta. Ci sono “Zone” ed anche alcuni “Centri Diocesani” ove gli aderenti, con la propria
Direzione in testa, sono maggiormente preoccupati di conseguire realizzazioni sociali, ricreative, estive, anche formative con incontri di preghiera e di adorazione, ma per nulla preoccupati dell’impegno apostolico di fermentare con spirito soprannaturale il mondo del dolore.
In tali “Zone” e “Centri Diocesani” ci si preoccupa degli stati di cassa per iniziative particolari, sociali, ricreative, di studio, anche di incontri spirituali, magari chiamati Esercizi spirituali (fatti a modo loro), più che di realizzare le medesime iniziative in piano regionale e nazionale in comunione con gli altri fratelli di ideale, in una visione d’insieme per meglio andare incontro agli aderenti degli altri centri viciniori.
Ciò che ci interessa
Fatte queste poche indicazioni, dirette ad illuminare e richiamare quelli che camminano in tale senso, ciò che interessa alla vita del Centro e l’affermazione e la realizzazione di tutti i mezzi di apostolato presenti ed approvati col Breve Apostolico “Valde Probandae “del 1960.
É chiaro che ogni Centro Diocesano può maturare in sede propria, nella linea pastorale del proprio Ordinario, qualche particolare punto del Breve Apostolico, secondo le necessità locali.
É, però, altrettanto chiaro che alla base di ogni iniziativa deve essere ben preciso l’impegno:
a) di vita personale di grazia per essere spiritualmente operanti e di vita di apostolato per la conquista del fratelli, per far fermentare la società a Cristo, come in numerosi passi ci insegna il Vaticano II, a sostegno delle Chiese locali e, in definitiva, di tutta la Chiesa;
b) di informazione di quanto si svolge al Centro Nazionale per un necessario coordinamento responsabile dell’attività apostolica. Separare le varie attività dall’impegno specifico di apostolato e di coordinamento nazionale, è un vanificare l’impegno apostolico del Centro, le attese della Santa Sede e dei vari insegnamenti dei Pontefici e dei Vescovi.
Il Papa ed i Vescovi hanno bisogno di anime che vivano la vita di grazia e, che in tale stato, si propongano di essere strumenti docili della vita della Chiesa per 1’estensione del Regno di Dio.
Preoccuparsi soltanto dell’iniziativa “A o B”, tenendo per di più all’oscuro la Direzione Generale, non dice tutto l’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza, ma è una arbitraria affermazione di esso, contraria all’impegno ecclesiale ed al desiderio stesso di coloro che hanno dato vita al movimento.
La Madonna attende un particolare apporto da ciascuno di noi, secondo le precise forme statutarie che sono:
1) offerta personale
– per la riparazione dei peccati che si commettono;
– per la conversione del peccatori;
– Per sostenere il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti ed il loro sacro ministero;
2) azione apostolica alle dipendenze della Gerarchia per la “conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato,,, come ci ha sottolineato Pio XII fin dall’inizio della nostra attività Se mancano le tre suddette caratteristiche nello svolgimento dell’apostolato, non esiste il Centro Volontari della Sofferenza, o di esso se ne fa una presenza unilaterale, arbitraria, fuori della sua fisionomia.
Oggi la Chiesa va sostenuta da anime che vivano questo impegno e siano strumenti fedeli nelle mani del Papa e del Vescovi per portare il più gran numero possibile di altre anime all’unico ovile, che è la Chiesa. Inutile, quindi, qualsiasi altra preoccupazione se alla base non c’è questo spirito, sostenuto dalla preghiera e dalla sofferenza. L’anno nuovo veda ciascuno di noi impegnato nella revisione del proprio programma in piano personale e Diocesano, affinché il Centro riacquisti ovunque la sua dinamicità, arruolando il più grande numero possibile di anime che volontariamente e con gioia si pongano al servizio di Maria Santissima.
La Madonna ci sostenga in questo proposito e faccia di ciascuno di noi uno strumento operante nelle Sue candide mani.
Sac. Luigi Novarese
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