L’Ancora: n. 1 – gennaio 1979 – pag. n. 1-4

L’anno nuovo si apre con una direttiva precisa e quanto mai costruttiva, data da Giovanni Paolo II, circa “la grande verità sull’uomo”.
La direttiva del Pontefice sta nell’invito a voler accettare la verità e le conseguenze che il Natale porta nell’umanità: Gesù porta il fermento della vita divina che trasforma, completa ed eleva l’uomo. Ecco la grande verità.
L’uomo tende essenzialmente a Dio!
“In questo mistero del Natale – dice il Papa – si trova la forza dell’umanità, la forza che si irradia su tutto ciò che è umano. Non rendete difficile questa irradiazione; non la distruggete. Tutto ciò che è umano cresce da questa forza; senza di essa deperisce; senza di essa va in rovina”.
Applichiamo tale invito alla categoria dei sofferenti, a cui il Papa anche espressamente si rivolge in questa circostanza e, in sincerità di animo, chiediamoci a che vale la vita di un ammalato chiuso in se stesso, privo della forza della verità trasfigurante e complementare che il Natale ci ha portato?
Collaborare alla crescita dell’uomo totale, alla sua formazione, al suo inserimento sociale è rispondere all’appello dei Papa, è cogliere il valore dell’annuncio di pace che Gesù ci ha portato.
Il senso della pace donataci dal Cristo è prima di tutto donazione all’uomo della possibilità di vivere una vita piena, una vita di grazia che completa la vita presente, che la ristabilizza nelle sue primitive dimensioni, perdute col peccato. É la partecipazione alla vita divina: il Padre ha riconciliato a Sè l’umanità nel sacrificio del Suo divin Figlio.
Senza tale dimensione divina, la vita dell’uomo è mutilata, è inferma di gravissima malattia che la porta all’eterna morte.
Chi non afferra l’estrema importanza costruttiva ditale verità vuoi dire che vive in superficialità, incurante di comprendere lo scopo per cui vive e dimostra inoltre l’egoismo di cui è ripieno con grave incuria verso i fratelli, a cui è naturalmente legato.
– o vivendo assieme la dinamica della carità che Gesù ci ha dato,
– o lasciandoli ai margini della vita se privi della conoscenza ditale verità
Nel mistero del Natale “si trova la forza dell’umanità. La forza che irradia su tutto ciò che è umano”.
Favoriamo questa irradiazione con l’entusiasmo e la dedizione cui la Vergine Santa ha donato il Cristo, luce e vita del mondo.
Meditiamo in cuor nostro il desiderio del Cuore di Cristo e della Sua divina Madre che tale verità trasformante e complementare della vita dell’uomo sia conosciuta e vissuta.
Più ci interiorizzeremo, pienamente vivendo le nuove dimensioni umane, poste a nostra disposizione dal Cristo, più eleviamo la nostra statura personale e più aiutiamo i fratelli, rendendo loro un servizio di primo ordine.
Non lasciamoci materializzare subendo gli effetti di un costante martellamento materialista e chiudendoci in noi stessi senza tenere in prima e profonda considerazione quanto Gesù Bambino ci ha donato.
Il consumismo, ossia le enormi spese fatte nel Santo Natale, non facciano passare in secondo piano il dono profondo e rivoluzionante i destini dell’uomo che Gesù ci ha offerto.
Non permettiamo che l’oppio del materialismo, del benessere cercato a dismisura e del sensualismo oscurino i valori trascendentali della vita dell’uomo redento.
Usciamo dal nostro isolamento; guardiamoci attorno e sentiamoci responsabili della vita dei fratelli.
Viviamo il desiderio dell’Immacolata manifestato nel Natale e diamoLe la gioia di incontrare, specialmente in questo periodo natalizio, un figlio, magari da Lei lontano affinché lo ricongiunga col Suo Gesù.
Non comprendiamo che edificando il Corpo Mistico di Cristo, completiamo anche noi stessi?
Noi abbiamo l’intima esigenza di unire il più gran numero possibile di anime al Capo del Corpo Mistico, perché il Corpo Mistico, che è la Chiesa, sia completo nel numero e nella qualità dei suoi membri.
Perché non facciamo allora un proposito?
Per l’ 11 febbraio, festività della Madonna di Lourdes offriamole un nuovo iscritto al Centro, o un “Volontario”, o un “Fratello degli ammalati”.
Il mondo va salvato e questa salvezza va attuata da chi soffre, venendo la salvezza dalla completezza della Croce, quella del Cristo unita alla nostra personale sofferenza.
Caratteristica del nostro apostolato è l’azione svolta da chi soffre. E’ l’attività dell’ammalato; la conquista di chi soffre per mezzo di chi vive nel dolore.
Non siamo tanto soli da non poter ripetere attorno a noi le richieste rivolte dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima.
Non possiamo sentirci paghi della nostra adesione.
Non possiamo avvistarci alla nostra Madre spirituale col disinteressamento verso i fratelli lontani.
Non diciamo che l’apostolato è difficile e costoso. Per chi ama esso non è né difficile, né costoso, ma proprio perché grandemente impegnativo va attuato quale prova del nostro attaccamento e del nostro amore.
Smembriamo i gruppi di avanguardia e decisamente poniamoci in attività.
Sia gioia di tutti e di ciascuno presentare al più presto alla Vergine Santa un nuovo iscritto, su cui Ella possa contare.
Questo vi augura di cuore assieme a Sorella Myriam il sottoscritto.

Sac. Luigi Novarese