L’Ancora: n. 4 – aprile 1977 – pag. n. 7-8
Mons. Théas, vescovo di Tarbes e Lourdes fino a pochi anni fa, ha chiuso il 3 aprile, domenica delle Palme, la sua lunga e faticosa giornata terrena.
Una rispettosa e fraterna amicizia legava a Lui il centro volontari della Sofferenza ed, in particolare modo, il pellegrinaggio dei Sacerdoti malati a Lourdes.
Soleva chiamare il pellegrinaggio sacerdotale “ il principe dei pellegrinaggi “, volendo così sottolineare la bella e qualificante caratteristica dei partecipanti, mentre alla Grotta non si stancava dl ricordare ai cari confratelli infermi la loro personale soprannaturale posizione privilegiata di “ sacerdoti e vittime “; sovente ricordava pure l’esempio del Suddiacono Gerard per 22 anni immobile sul suo letto, diventato per lui il suo altare.
Anche da Betharram, ove si era ritirato al termine del suo servizio Episcopale a Lourdes, si univa ogni anno al nostro pellegrinaggio, dicendo così, con la sua partecipazione, il suo costante amore di Vescovo.
Mons. Théas fu toccato dalla sofferenza fisica prima, morale poi. Visse il suo calvario su due parallele ben sicure: la totale consacrazione all’Immacolata secondo la dottrina di S. Luigi Grignon de Montfort e il fiducioso abbandono in Dio.
Era sua linea di condotta compiere quanto era in suo dovere e potere, lasciando tutto poi alla divina Provvidenza.
Un fatto, più volte da lui raccontatomi, merita di essere ricordato, quello accaduto allorché fu colpito da un infarto nel 1953. Mons. Théas in tale occasione chiese di essere trasportato alle piscine e di essere immerso nell’acqua miracolosa. Era d’inverno ed il clima era rigido e proprio per quel motivo fu insistentemente dissuaso da alcuni che gli erano vicini.
La ragione però non era ispirata ad argomenti troppo persuasivi per Mons. Théas. Ecco il motivo: “Lei Eccellenza, sta male, e se il momento dell’immersione, al contatto dell’acqua fredda, dovesse morire, squalificherebbe le Piscine di Lourdes!”. Al che Mons. Théas immediatamente con forza rispose: “Io andrò a fare il bagno nell’acqua delle piscine e non morirò perché nell’acqua delle piscine non è mai morto nessuno; se però io dovessi morire nelle piscine, la Vergine santa sarebbe capace di togliersi da tale impiccio”.
Ed andò alle piscine. Il suo cuore si rinfrancò, passò l’anno e le prove del Centenario di Lourdes e concluse la sua giornata terrena a 82 anni, non però per deficienza cardiaca.
Nell’ottobre u.s. Mons. Théas venne a trovarci a Lourdes nella nostra Casa “San Bernardo” e rimase con noi a pranzo.
Fu l’ultimo incontro.
Si interessò molto dell’opera, della Case e delle varie attività. Fu in tale circostanza che volle farci un regali; mi diede i quattro volumi dei Suoi Discorsi sulla Madonna, tenuti durante il Suo Episcopato, dicendomi: “Li faccia pure tradurre e prenda qeullo che può servire ai Volontari della Sofferenza; dono l’edizione italiana a Voi; il ricavato vada a sostegno dell’opera.
Prima di lasciarci benedisse tutta la Comunità; salì sulla sua macchina, che ancora guidava da solo, e si diresse alla Grotta dicendo:
“Vado a salutare la Madonna”.
Furono queste le ultime parole da noi udite dall’anziano Vescovo di Lourdes, che fu per noi amico, fratello, Padre.
Sac. Luigi Novarese
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