L’Ancora: n. 1/2 – gennaio/febbraio 1977 – pag. n. 1-4
La meditazione del fatto dell’intervento dell’Immacolata nella vita della Chiesa, e dalla Chiesa accolto, ci porta a rispondere con amore ai suo intervento di amore per la salvezza dell’umanità.
Il movente del piano della salvezza è sempre uguale: l’eterna Carità di Dio, lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, ha spinto il Verbo ad offrirsi al Padre per ciascuno di noi, per cui il Cristo, Figlio di Dio e dell’Immacolata, è la sublime realtà che riassume quanto di Lui fu detto nell’Antico Testamento e ci presenta il piano di salvezza invitandoci a seguirlo, portando ciascuno di noi la propria croce, per essere con Lui inseriti nel piano della trasfigurazione della nostra povera esistenza, caparra e sicurezza della nostra futura risurrezione finale.
Ed è ancora il medesimo Spirito, la stessa eterna Carità, che nella Santissima Trinità sollecita l’intervento della Madre della Chiesa affinché le membra redente del Cristo abbiano un salutare richiamo a vivere quanto Lui ci ha insegnato e siano con Lui, nella forza dello Spirito membra vive, convinte, operanti con pazienza metodica, nell’unione vivificante ed operante del medesimo Spirito di vita. Lo Spirito Santo vi guiderà per tutta intera la verità (Gv. XVI, 12).
Questo programma che ci richiama l’insegnamento del Cristo deve essere attuato:
– con azione precisa;
– accettata con vera convinzione;
– frutto di fede che ci anima e che ci spinge ad essere suoi veri testimoni.
1ª tappa
San Luca ci presenta una prima tappa, un piano difensivo e di purificazione attiva: “ Gesù prese a dire, rivolgendosi ai suoi apostoli: “Guardatevi dal lievito dei farisei che non è che ipocrisia””.
Il divin Maestro era stato poco prima a pranzo in casa di un fariseo; durante il banchetto Egli aveva denunciato gli errori degli scribi e dei farisei, indicando con vera chiarezza i loro errori e la loro ipocrisia.
Alla luce ditale denuncia (Lc. 11,37 Ss.; Mt. 23,25 ss.) possiamo individuare quali siano le categorie da cui dobbiamo guardarci:
a) “ coloro che purificano soltanto il di fuori della coppa “(Mt. 26,25) senza preoccuparsi che Dio vede i cuori e che la prima necessità di purificazione parte dall’interno: questi sono i falsi devoti perché “ al di dentro sono ripieni di ingiustizie e di malvolenze “;
b) i falsi giusti, i quali, mentre si dicono osservanti, “ trascurano i punti più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la buona fede”. Una giustizia ispirata alla trascuratezza dei punti basilari della fede e della carità, che non ci porti ad esclamare come Pietro: “ Tu solo hai parole di vita eterna “ o ad escludere l”unità sotto la guida di un solo pastore, non può essere costruttiva, ma va allontanata con mano ferma, convinta e decisa.
La salvezza è nella Chiesa, che, pur bisognosa di continua purificazione, come osserva il Vaticano II, non cessa tuttavia di essere maestra di fede e sacramento di salvezza:
c) i falsi dottori, “ simili a sepolcri imbiancati, che dal di fuori appaiono splendidi, mentre all’interno sono ripieni di ossa di morti e di ogni sorta di immondizie “. “ Legano pesanti fardelli e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non consentono a smuoverli con un dito” (Mt. 23,27), dimentichi che la principale caratteristica dell’evangelizzatore è la propria testimonianza piena dl fede, in coerenza interna ed esterna con il divino messaggio (Paolo VI, documento sull’Evangelizzazione).
S. Giuda nella sua lettera, versicolo 16. chiama i falsi dottori, “nuvolaglia secca in balia dei venti, alberi autunnali senza frutto, morti due volte; marosi selvaggi che schiumano le proprie onte, bolidi erranti ai quali sono riservate per l’eternità le tenebre più cupe “.
In piano di purificazione personale, per inserirci nel programma dell’Immacolata, occorre:
1) comportarci da figli docili, non conformando più la nostra condotta alle passioni di una volta, procurando di essere santi, come Colui che ci ha chiamati alla Santità (cfr. I Pet.1,17).
Così dice ancora S. Pietro nella sua prima Lettera 2,1: “ Rinunciate dunque, ad ogni malizia, ad ogni inganno, alle ipocrisie, alle invidie, e a tutte le maldicenze”, attraverso una lenta, ma metodica purificazione di noi stessi per partecipare attraverso il proprio dolore alla trasfigurazione del Cristo.
2) Una religione pura e senza macchia, davanti a Dio nostro Padre, è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo” (Giac. 1,27).
3) Noi siamo templi vivi dello Spirito Santo: per cui dobbiamo comportarci da figli della luce, camminando seguendo i dettami del divin Redentore senza “ contristare “ lo Spirito che è in noi, nella consapevolezza che: “ nulla è nascosto al Signore, anche i nostri segreti sono davanti al suo sguardo. Facciamo dunque ogni cosa nella consapevolezza che Egli abita in noi perché possiamo essere suo tempio perché Egli in noi sia il nostro Dio “ (S. Ignazio Vescovo di Antiochia e Martire).
Ma non basta!
Abbiamo fatto nostro il programma dell’Immacolata e con la nostra personale attività dobbiamo confutare, con la fermezza dell’Immacolata, tutti gli errori che il suo intervento, quale Madre della Chiesa, ha confutato.
A noi sono noti tali errori, perché illustratici in articoli appositi, quindi è nostro preciso proposito, uniti alla gerarchia di combatterli con vero spirito cristiano, ovunque possiamo arrivare. Il Gruppo d’Avanguardia diventa così un punto di irradiazione nella parrocchia, nella Diocesi, da cui la verità viene testimoniata e difesa.
Diamo in questa maniera il nostro personale apporto, che è proprio quello richiesto dall’Immacolata.
Questa è la prima tappa che dalla lettura del Vangelo vi propongo: un piano di:
– purificazione,
– ristabilimento d’ordine,
– cammino esattamente all’opposto agli errori denunciati dall’Immacolata con il suo intervento nella vita della Chiesa.
Presumere di servire l’Immacolata e non combattere, quale primo passo, ciò che ci allontana dall’identificazione del nostro pensiero col suo pensiero immacolato, è volere edificare senza stabilire le fondamenta, o voler cadere negli errori denunciati dal Cristo ai farisei e ai dottori della legge di cui Lc. cap. Xl, v. 37 Ss.; e Mt. cap. 23, v. 25 ss.
Luigi Novarese (continua)
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