L’Ancora: n. 5/6/7 – maggio/giugno/luglio 1976 – pag. n. 16-17
Molti sono coloro che per vari motivi non hanno potuto godere visibilmente le gioie e le commozioni, frutto delle solenni celebrazioni avvenute nella Casa «Cuore Immacolato di Maria» dal 24 al 27 marzo u.s.
Tra questi anche una persona tanto cara al nostro cuore ed alla nostra Associazione, Sua Eminenza il Cardinale J.J. Wright, Prefetto della Sacra Congregazione per il Clero.
Sua Eminenza, dopo aver stabilito, con il Padre dell’Associazione, la data ed il programma delle festività da lungo tempo (basta pensare che il Decreto de VenerabIle Capitolo della Basilica Vaticana porta Il suo nome); dopo aver partecIpato con la preghiera alla preparazione per la buona riuscita di quell’avvenimento; dopo essersi preparato, gustando già le intime gioie di una famiglia riunita intorno al Suo protettore per ringraziare e lodare insieme il Signore per quanto ha operato nell’Associazione per mezzo di Maria Santissima… ha dovuto pronunciare un «FIAT» doloroso, che il Signore gli ha chiesto proprio al mattino della Sua partenza per Re.
Una lieve ma fastidiosa indisposizione non gli ha permesso di partire.
Si è subito preoccupato di avvisare e di renderci partecipi del Suo dispiacere. Ha fatto telefonare a Sua Eminenza il Cardinal Palazzini perché fosse così compiacente di sostituirlo.
Ha inviato un telegramma di adesione spirituale onde ripeterci, qualora ce ne fosse bisogno, il suo immenso desiderio di essere con i fortunati a ringraziare la Madre celeste nella Sua Casa.
Gli ammalati ed i Fratelli, le persone invitate hanno subito cercato il Cardinale che tanto «ama la loro Associazione».
Ed avendo saputo la causa della sua assenza, Egli è divenuto uno dei più evidenti motivi della loro preghiera.
Ma l’assenza fisica non ha impedito una presenza spirituale preziosa. La sua sofferenza, il suo «Sì» alla Volontà divina hanno avuto un grande peso sulla bilancia della buona riuscita delle manifestazioni.
Egli ha attirato sulla casa tante benedizioni e noi tutti, con sofferta commozione, abbiamo portato all’altare la sua rinuncia e la sua preghiera, che è diventata una sola cosa con l’offerta degli assenti e dei presenti in modo che salisse presso il Trono dell’ Altissimo per rendere gloria, per ringraziare e per impetrare nuove grazie e benedizioni.
Per questo, in un unico costante e filiale coro ripetiamo a Sua Eminenza il nostro grazie e l’assicurazione della preghiera e dell’offerta di sofferenze per tutte le Sue intenzioni.
La Direzione
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