L’Ancora: n. 6/7 – giugno/luglio 1970 – pag. n. 1-4
La Casa “Cuore Immacolato di Maria” compie quest’anno dieci anni d’attività.
È una tappa che testimonia il bene grande che dalla Casa ogni anno si irradia.
“Dopo il Concilio la vita della Chiesa presenta fatti ed aspetti, bisogni e doveri, trasformazioni e novità, pericoli e speranze, che certamente voi conoscete e che è bene considerare. Si parla di riforme, di trasformazioni, di “aggiornamenti”, che riempiono gli animi di attese e di sorprese e anche di dubbi e riserve. Noi dobbiamo guardare con attenzione e con fiducia, questo grande fenomeno, scorgendo in esso un elemento generale positivo, quello della vitalità, della vivacità, e, sotto certi riguardi, quello dello Spirito de! Signore, che risveglia e percorre il Suo Corpo Mistico, lo rianima, lo spiritualizza”.
Dobbiamo però certamente camminare con estrema cautela poiché voci quanto mai discordi con il senso della Chiesa e con l’autorità che al Santo Padre ben compete, cercano di insinuarsi, portando talvolta posizioni che hanno l’unico privilegio di minare radicalmente la vita e la struttura stessa della Chiesa da Gesù Cristo stabilita. Per questo motivo l’invito dell’Apostolo “provate tutti gli spiriti e ciò che è buono tenete” oggi è di estrema attualità.
Ma a chi tocca dire ciò che è buono o meno nella vita della Chiesa se non a colui che ha dal Cristo ricevuto mandato di guidare e sostenere i fratelli nella fede? Il primo aspetto dello spirito del Concilio è il fervore. E’ chiaro” (Paolo VI 30-12-1965). Ma il Concilio non è “una specie di uragano travolgente, quasi una rivoluzione, che sovverte idee ed usanze e che permette novità impensate e temerarie” (Paolo VI 29-10-1966). “Il Concilio non è un abbandono delle genuine tradizioni” (Paolo VI ottobre 1966) “La Chiesa ritroverà la sua rinascente giovinezza, non tanto cambiando le sue leggi esteriori, quanto mettendo interiormente il suo spirito in attitudine di obbedienza a Cristo, e perciò di osservare quelle leggi che la Chiesa nell’intento di seguire la via di Cristo prescrive a se stessa: qui sta il segreto del Suo rinnovamento, qui la Sua “metanoia”, qui il Suo esercizio di perfezione” (Ecclesiam Suam, 11, 12).
Il vero rinnovamento è dunque quello che ci porta ad essere quali Cristo ci vuole senza nessuna sovrastruttura in più, o in meno, che con il tempo possa essersi posta o tolta. Togliere sovrastrutture e riempire lacune tocca a chi ha la responsabilità della vita della Chiesa. A noi fedeli tocca vedere i segni dei tempi, approfondire gli orizzonti meravigliosi che la verità di Cristo dischiude in ogni pagina della storia, umilmente presentare quanto può sembrarci giusto, buono ed opportuno e poi tranquillamente rimanere nella risposta che la Gerarchia con il Papa al vertice ci dà.
Agire diversamente è indebita e pericolosa intromissione nella vigna del Signore, con la prospettiva che “Ogni pianta che non avrà piantato il Padre mio sarà sradicata”. “La mentalità umana oggi è meno idonea a cogliere le irradiazioni e le voci” (Paolo VI 11-11-1968) delle realtà divine, per cui oggi più che mai dobbiamo stare in guardia da certe cattedre di errori e false testimonianze che – hanno soltanto il pregio di manifestare una superbia incalcolabile e uno spirito di insubordinazione che si ricollega a quello del “non serviamo” di Lucifero.
Per questa ragione con sapientissima opportunità l’esortazione Apostolica “Signum Magnum” ci pone innanzi le caratteristiche del vero rinnovamento; quelle linee cioè, che devono essere riprese ed integralmente osservate per risalire alle fonti della vita della grazia e della perfezione. Il vero rinnovamento della vita cristiana deve portarci a vivere nella forma più autentica i precetti di Nostro Signor Gesù Cristo nel modo che Lui ha stabilito e che la Chiesa ci raccomanda e continuamente richiama. Il rinnovamento deve dunque avere come base di paragone, un principio di verità a cui ispirarsi, un principio quindi assoluto. E’ vero rinnovamento tutto ciò che ci porta a vivere nella forma più autentica il principio di fede ed ordina le nostre azioni alla verità a cui abbiamo dato noi l’assenso. La stessa parola rinnovamento, che significa “rendere nuovo”, ci spinge alle fonti della rivelazione e della tradizione e ci pone, come creature nate oggi, in seno alla Chiesa per sentire sicurezza e spinta ad intraprese più feconde. La Chiesa, del resto, santa nel Capo, nei mezzi di santificazione e nei membri già in possesso del premio eterno, è nei suoi membri, peregrinanti su questa terra, sempre perfettibile, bisognosa di purificazione e di riparazione, proprio come ha detto Nostro Signor Gesù Cristo, “è impossibile camminare sulle vie del mondo senza impolverarsi i piedi”.
Noi siamo nel mondo, ma non del mondo. Gesù Cristo non ci ha tolto dai pericoli, ma ha pregato per noi, nell’ultima cena, affinché il Padre ci “custodisca dal male” (Jo XVII, 14).
Tutto questo ci dice che noi dobbiamo continuamente controllarci e spronarci per togliere da noi tutto ciò che ci impedisce di essere dei veri e sinceri testimoni del Cristo che sentono all’unisono con Lui. La guida sicura ed infallibile per questo rinnovamento personale ed ecclesiale è il Papa che personalmente ha avuto la promessa del Cristo di un aiuto particolare per sostenere e guidare il gregge a lui affidato.
Responsabili e guide sicure di questo rinnovamento sono altresì i Vescovi uniti col Vicario di Cristo, essendo essi il fondamento della Chiesa. Ascoltare e seguire altre direttive più o meno sicure significa accomodamento personale, magari più facile, ma certamente non altrettanto sicuro per sé e per gli altri.
L.N.
Scrivi un commento