L’Ancora: n. 10/11 – ottobre/novembre 1969 – pag. n. 1-3
“La realtà della Chiesa invero non si esaurisce nella sua struttura, nella sua liturgia, nei suoi Sacramenti, nei suoi ordinamenti giuridici. La sua intima essenza, la sorgente prima della stia efficacia santificatrice sono da ricercarsi nella sua mistica unione con Cristo, unione che non possiamo pensare disgiunta da Colei che è la Madre del Verbo Incarnato, e che Gesù Cristo stesso ha voluto tanto intimamente a Se unita per la nostra salvezza.
Cosicché è nella visione della Chiesa che deve inquadrarsi la contemplazione amorosa delle meraviglie che Dio ha operato nella Sua Santa Madre. E la conoscenza della vera dottrina cattolica su Maria costituirà sempre una chiave per la esatta comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa”. Sua Santità Paolo VI, nel presentare al mondo l’esortazione Apostolica “Signum Magnum” va oltre: nella conoscenza approfondita della Missione della Madre della Chiesa e nella filiale imitazione delle sue eccelse virtù sta il vero ed autentico rinnovamento della vita cristiana. E questo perché “alla luce del Santo Vangelo e della tradizione cattolica, appare evidente che la maternità spirituale di Maria Ss.ma trascende lo spazio ed il tempo ed appartiene alla storia universale della Chiesa, poiché Ella è stata ad essa sempre presente con la Sua materna assistenza. Perciò risulta altresì chiaro il senso dell’affermazione, tanto spesso ripetuta: la nostra età può ben dirsi l’era Mariana”. (S.M. 23).
Maria Ss.ma dunque è la chiave per la esatta comprensione della Chiesa e per il suo rinnovamento mediante un filiale e stabile ritorno alle linee assiomatiche stabilite dal Suo Divin Figlio e Redentore nostro, l’umiltà e l’ubbidienza.
La dolorosa realtà di questo ventesimo secolo, svuotato nelle speranze se privo di un radicale ritorno a Cristo, saturo di errori e diviso anche tra tanti figli della Chiesa stessa, è quella di una profonda anemia spirituale. Troppi e profondi mali si sono annidati nelle anime di tanti figli che dovrebbero essere nella propria vita, sincera e trasparente, testimonianza vera della vita del Cristo. E proprio questi mali, gravi e profondi, dicono l’urgente necessità dell’intervento della Madre spirituale, perché interceda presso il trono di Dio, vicino al Suo Divin Figlio ed ottenga grazie di salute e di richiamo per questo mondo travagliato e diviso da innumerevoli ideologie.
Gli errori nostri sono il relativismo, la perdita del senso della morale, dei limiti, di ciò che è lecito, al punto di affermare la mutabilità dei principi fissi ed immutabili, che regolano la vita del cristiano, amorosamente spingendolo ad essere perfetto come è perfetto il Padre celeste.
Gli errori nostri sono l’edonismo, le comodità ricercate e volute come progresso normale e necessario della vita, dimentichi della regola sempre viva ed imperante della penitenza, del “morire quotidianamente” alle proprie passioni per affermare la parte più nobile che è in noi, destinata a vivere perennemente, quella dello spirito.
Non si vuole accettare il precetto della Croce. Si concepisce un cristianesimo diverso da quello presentato da Gesù ed insegnato dalla Chiesa. Si ama ciò che si vede, ciò che si tocca, ciò che appaga i sensi, ed i valori dello spirito vengono invece ignorati, relegati quasi in altro settore, lontano dalle realtà quotidiane, che si tirano fuori in determinate circostanze della vita come uno sfoggio di cose antiche, che si mettono in mostra per rispetto delle usanze. Evidente che distaccandoci dalla sorgente e sottraendoci dal materno influsso della Madre spirituale, la vita di Dio languisce nelle anime; la sensibilità alla reazione si perde ed i valori supremi, che costituiscono le vere ed uniche realtà, perdono il loro valore e si arriva a pensare a rinnovamenti e riforme della stessa vita della Chiesa che lungi dal segnare una seria ripresa spirituale, feriscono ancora di più il Corpo Mistico di Cristo, rendendo presente nei nostri tempi il Cristo mistico flagellato, coronato di spine, coperto di sputi e di ingiurie, perché non si vuol più comprendere il senso vero della Sua parola, che oggi come ieri, suona rinuncia, sottomissione, fiducia, povertà di mezzi, strada ripida, faticosa e stretta, croce perenne, dura, incompresa, non voluta, ma sempre glorificante e beatificante.
Gli errori del nostro tempo sono il razionalismo, il positivismo, il pragmatismo, Il laicismo e l’ateismo. Si mira ad escludere ciò che non si tocca; le realtà dello spirito e della grazia in tali concezioni non hanno alcun posto perché non cadono, dicono essi, sotto l’esperienza dei sensi.
L.N.
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