L’Ancora: n. 10/11/12 – ottobre/novembre/dicembre 1967 – pag. n. 3-9

Partendo dalla realtà soprannaturale che Maria SS.ma è Madre della Chiesa, madre quindi della grande famiglia umana, è compito nostro nell’analizzare il Suo personale intervento avvenuto a Fatima dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 di cercare di cogliere il significato interiore e sociale di tutto il Suo Messaggio.

L’intervento della Madonna che stiamo per considerare non è isolato ma si inserisce in tutta quell’azione materna che Lei attraverso i secoli svolge per richiamare, in particolari momenti, i Suoi figli a vivere il piano di grazia cui sono stati chiamati con la Redenzione.
A Lourdes la Madonna ha implicitamente denunciato gli errori del tempo: laicismo e razionalismo, additandone i rimedi; a Fatima ha chiamato gli errori per nome, manifestandone anche le dolorose conseguenze.
L’uomo, attraverso gli errori del laicismo e del razionalismo è giunto a negare e combattere Dio; la Vergine Santa, in opposizione a ciò, a Fatima, insiste con materna fermezza affinché riannodi con il Padre celeste, mediante la preghiera, i suoi rapporti di figlio redento e viva la sua vita di grazia cooperando attraverso la croce alla propria ed altrui salvezza.
Il significato interiore di Fatima è quindi un materno e fermo richiamo della Madonna all’umanità affinché non si lasci ingannare dai falsi miraggi della vita, ma vedendo i destini eterni cui inesorabilmente essa va incontro, viva la vita soprannaturale alla quale è stata chiamata, arricchendosi di meriti attraverso la Croce, cooperando inoltre col Cristo alla salvezza dei fratelli.

Significato della richiesta di penitenza

« Mentre vien meno il senso religioso tra gli uomini del nostro tempo, privando la fede del suo naturale fondamento con opinioni esegetiche e teologiche nuove, spesso motivate da audacia, mettendo in dubbio o deformando il senso oggettivo di verità autorevolmente insegnate dalla Chiesa col pretesto di adattare il senso religioso alla mentalità del mondo moderno » (Paolo VI – Discorso Fede), Maria Ss.ma, a Fatima fermamente richiama la genuina verità del Vangelo e le tremende sanzioni per coloro che la respingono.
La Vergine Santa insiste con materna fermezza sulla richiesta di penitenza che significa « convertitevi e credete al Vangelo », ribadisce il significato e l’importanza di questo precetto divino, approfondendo il legame che lo unisce a Cristo ed alla sua azione salvifica (Poenitemini).
Il concetto di penitenza nelle apparizioni della Madonna ha un duplice significato: CONVERSIONE DEI COSTUMI E RIPARAZIONE DEI PECCATI COMMESSI.
I Santi Padri chiamano la penitenza un certo laborioso battesimo per purificare quanto il peccato ha contaminato (Poenitentiam agere). La Madonna a Fatima richiamando il dovere della penitenza invita a correggere una strada non percorsa bene e ad espiare altresì il male fatto; sia sufficiente tenere presenti le risposte date ai diversi ammalati che domandavano la guarigione.
Si ha la penitenza generale che tocca tutte le classi sociali, lavoro e dolore, e si ha la penitenza positiva che determinate anime di buona volontà compiono nell’interesse di tutti.
SUA SANTITÀ’ PAPA GIOVANNI XXIII di f. m. nel discorso ai « Volontari della Sofferenza » commentando l’invito alla penitenza rivolto a Lourdes dall’Immacolata, dice: « Che cosa voleva dire la Madonna con le parole “penitenza, “penitenza”, “penitenza” se non la santificazione del lavoro e del dolore? Il lavoro ed il dolore sono le prime penitenze imposte da Dio all’umanità caduta nel peccato; orbene come il peccato attira l’ira di Dio, così la santificazione del lavoro e del dolore attira la misericordia di Dio sul genere umano ».
PAOLO VI, continuando lo stesso concetto afferma: « Cristo chiama il dolore ad uscire dalla sua disperata inutilità ed a diventare fonte positiva di bene » ed aggiunge « il dolore santificato dalla grazia è sacro e degno di culto ».
Unitamente alla santificazione di questa prima penitenza, che tocca tutte le classi sociali, la Madonna a Fatima, come del resto anche a Lourdes, insiste sulla penitenza volontaria: « Volete voi soffrire per ottenere la conversione dei peccatori? Sacrificatevi per i peccatori! ».
E’ bello inoltre ricordare il delicato richiamo che l’Angelo fa ai tre prescelti dall’Immacolata nel primo pomeriggio di fine luglio 1916, mentre stavano giocando, durante l’ora del riposo.
« Che fate? Pregate molto, offrite continuamente al Signore preghiere e sacrifici ». Invito questo ad essere instancabili nell’opera di riparazione, come è instancabile l’uomo nemico che continuamente semina zizzania.
Quanto mai significativa è l’azione moderatrice della Madonna verso i tre bambini che, spinti dal desiderio di fare sacrifici per la conversione dei peccatori, si erano posti alla vita una corda strettamente legata, portandola giorno e notte.
« Il Signore è contento dei vostri sacrifici, ma non ha piacere che dormiate con la corda. Portatela solo durante il giorno ».
Non dispensa la Madonna dai sacrifici positivi, anche eroici, ma vuole soltanto un sano equilibrio nel compierli per non danneggiare l’organismo.
Nella quinta apparizione a Lucia che prega per la salute di alcuni ammalati, la Madonna, con materna chiarezza risponde: « Alcuni li guarirò, altri no, perché il Signore non si fida di loro ». Il che oltre a far parallelo col monito di Gesù fatto al paralitico di Betsaida, dice chiaramente che il male più grande non è la malattia del corpo, ma il peccato che uccide l’anima ed il corpo. Uguali concetti ribadisce, sottolineando che la malattia e la povertà non sono mali da temere, allorché Lucia domanda la guarigione di uno storpio e le chiede di voler portare quanto prima un ammalato al Cielo.
« Lo storpio non lo guarirò né lo libererò dalla povertà, reciti piuttosto tutti i giorni con la famiglia la corona, non abbia fretta. Io so quando meglio conviene venirlo a prendere ».
La manifestazione dell’inferno non è soltanto il richiamo di una realtà di cui troppo poco si parla nelle nostre Chiese, ma un pressante e fortissimo invito alla responsabilità di tutti perché molte anime non abbiano a perdersi.
In tale circostanza infatti la Vergine Santa denuncia la responsabilità dei cattivi e dei buoni:
« Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro ».
Questa affermazione comporta l’esame di due parti opposte: Dio che salva gratuitamente, Dio che vuole la cooperazione della creatura: la grazia di Dio che si presenta a prezzo del sacrificio, la grazia di Dio che resta inefficace per l’incuria delle anime.
Se noi facessimo l’inverso del richiamo della Vergine Santa potremmo esprimerci in questo modo: « Molte, molte anime vanno in Paradiso perché c’è chi si sacrifica e prega per loro ».

Nostre possibilità

Da tale affermazione da parte di Maria SS.ma sgorgano conclusioni importantissime, vive ed attuali per la Chiesa del nostro tempo. A LOURDES ABBIAMO IL RICHIAMO DEL CORPO MISTICO. Nella denuncia fatta dalla Madonna delle responsabilità degli uomini evidenti appaiono le seguenti conclusioni:

1) La solidarietà degli uomini redenti nei vincolo della grazia o in atto o in potenza;
2) La responsabilità reciproca dei membri del Corpo Mistico di Cristo, essendo essi vicendevolmente legati e tenuti a sostenersi.
3) La possibilità di vincere gli errori moderni circolanti, qualora tutti i redenti comprendano la forza e la potenza della preghiera e dei sacrificio.
4) La possibilità, come dice SS. Paolo VI, di cambiare i destini della storia, se utilizzassimo tutto l’umano dolore che espia e ristabilisce l’equilibrio rotto col peccato.

Con la visione dell’inferno e la denuncia della responsabilità la Madonna si rivolge in forma indeterminata a tutto il Corpo Mistico; uguale invito ripete prima di concludere il ciclo delle apparizioni: « Che non si offenda più Nostro Signore che è già troppo offeso ».
In tali parole c’è un duplice riflesso, uno positivo ed uno negativo.
Il « non offendere più Nostro Signore » equivale al « siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » e non deturpate la figura di Dio in voi.
Nelle parole « è già troppo offeso » c’è l’invito a prendere coscienza della situazione grave che si sta creando nella società in conseguenza dei tanti peccati che si commettono, per cui molte nazioni scompariranno ed il Papa avrà molto da piangere.
Avendo così rivisto in breve l’appello penitenziale della Vergine Santa nel richiamo di Fatima, sia questo richiamo a nuovamente riprendere il nostro apostolato con maggior impegno personale.
La Madonna vuole al suo servizio persone che non solo a parole dicono di amarla, ma veramente attuano il suo preciso programma di vita.
L’anno nuovo cui andiamo incontro, trovi tutti maggiormente disposti con una carica di entusiasmo, sempre rinnovata.
Le difficoltà che incontreremo per l’attuazione del programma della Madonna come per il passato, noi riusciremo a superarle se tutti assieme lavoreremo con fede, pregheremo con costanza ci sacrificheremo con amore.

L.N.