L’Ancora: n. 1 – gennaio 1964 – pag. n. 28-29
L’8 dicembre 1963, al mattino, dopo la S. Comunione accanto alla mamma, Maria Teresa aveva emesso i tre voti, castità, povertà ed obbedienza ed aveva cosi appagato la sua più ardente aspirazione, far parte della famiglia dei “Silenziosi Operai della Croce”.
Avrebbe voluto essere a Re, per l’8 dicembre e prepararsi con la Comunità al grande passo, che avrebbe dato una svolta decisiva alla sua vita.
Era rimasta a Re, durante la scorsa estate, dal mese di agosto a quello di ottobre, lavorando per gli ammalati, vivendo con la comunità, desiderosa di farne parte al più presto.
— Ma perché non mi accetta subito la Comunità? Ormai la salute va meglio, diceva con insistenza al Padre dell’Associazione. Era suo vivo desiderio poter entrare in vita comune. A Re si pregava per tale intenzione; Maria Teresa lo sapeva ed anche lei pregava la Madonna che la volesse benevolmente annoverare tra coloro che spendono la propria esistenza per attuare le materne Sue richieste rivolte a Lourdes ed a Fatima.
Il 14 dicembre scriveva alla Sorella Maggiore:
“Con questa mia lettera vorrei poterLe esprimere tutta la mia gioia per avere anch’io potuto l’8 dicembre entrare a far parte della grande famiglia dei “Silenziosi Operai della Croce”.
« Più ci penso e più sono contenta, “Gesù è tutto mio, per sempre, per l’eternità”, ma è meraviglioso, anche se per i miei meriti non sono degna”.
Voleva studiare la Regola, conoscerne lo spirito, per meglio dedicarsi all’apostolato.
L’offerta che ha fatto di se stessa al Signore per il Pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa è una naturale conseguenza dello statuto dei “Silenziosi Operai della Croce”, sostenere con la preghiera e le sofferenze le intenzioni di Sua Santità.
Ecco perché Maria Teresa alla vigilia della morte, nell’intervallo tra una crisi e l’altra, dopo aver raccomandato alla mamma di andarsi a riposare, le disse:
«Non ti preoccupare se soffro: il Papa ha chiesto preghiere e sofferenze per il suo viaggio in Palestina ed io ho offerto la mia vita per lui. E’ logico quindi che il Signore mi chieda quello che Gli ho donato”.
Il Signore l’ha presa in parola; il 4 gennaio verso il mezzogiorno, mentre il Papa atterrava con l’aereo in Terrasanta, e Maria Teresa lasciava terra per il cielo. Questa Il 21 gennaio ebbi la grande gioia di essere ricevuto in privata udienza col Santo Padre. Parlando dell’amore degli ammalati verso il Vicario di Cristo, Gli dicevo:
“E’ naturale, Padre Santo che gli ammalati siano protesi verso la Sua persona. Quando Pietro era in carcere tutta la cristianità pregava, e adesso quando Pietro è particolarmente impegnato nella sua pastorale attività tutti gli ammalati continuano ad essere in preghiera per sostenerLa”. E gli narrai la offerta di Maria Teresa. Il Papa ascoltò nella più grande commozione l’episodio, e sottolineò: “ gli eventi storici hanno i loro successi! Ma attorno a noi sono la preghiera e la sofferenza che preparano la strada”. Maria Teresa non ha potuto venire ad abitare a Re e dedicare la sua vita ai sofferenti.
In Paradiso accanto alla Madonna prega per le Sorelle e i Fratelli d’ideale, per tutto l’apostolato. E’ la grande famiglia del Centro che dalla terra passa al cielo e continua lassù, non più nella sofferenza, ma nella preghiera, il proprio ideale.
L.N.
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