L’Ancora: n. 1 – gennaio 1963 – pag. n. 1-4
Una parola di fondo, per l’impostazione dell’anno che si apre, deve riflettere le linee di attività, che saranno poi seguite durante il suo trascorrere.
Allo scoccare del 1963 mi sono posto in ginocchio dinanzi alla Vergine Santa, e mi sono chiesto quale avrebbe dovuto essere la caratteristica di questa nuova parentesi di tempo che, la bontà del Signore ci ha permesso di incominciare.
Mi è sembrato che il programma si sarebbe potuto presentare sintetizzato in uno slogan vivo e dinamico, tale da far rinverdire diversi settori della nostra attività. Ecco: “ricominciare l’apostolato in tutti i settori con l’entusiasmo dei primi anni“.
Con entusiasmo, con gioia, con forza; ecco le caratteristiche che devono dare un tono al 1963.
Abbiamo tanti motivi per fermamente credere nella forza travolgente del “ nostro apostolato “. La nostra spirituale attività, infatti, mira a far comprendere ai sofferenti ed ai sani la forza della passione di Nostro Signore Gesù Cristo e la necessità della sua fedele e completa attuazione nel tempo, a beneficio di tutti.
Se pensiamo che la soprannaturale attività del sofferente si innesta direttamente nel fine stesso per cui il FIGLIO DI DIO si è incarnato, come non sentirsi compresi dal più grande senso di responsabilità, che ci deve inclinare a comprendere. accettare, e intimamente gioire per tanta elevazione da parte nostra.
Tutta l’attività del Centro nel 1963 deve tendere a maggiormente illuminare i suoi iscritti sulla delicata ed importante posizione che ciascuno ha nel Corpo Mistico di Gesù Cristo. L’ammalato “ deve “ compiere la propria missione di “ continuatore della passione di Nostro Signore Gesù Cristo “, anche se ciò comporta logorio e morte della propria esistenza; il sano, d’altra parte, e deve comprendere che non può limitare la propria attività, dinanzi al sacrificio del proprio fratello a spettatore, oppure a colui che tutto riceve senza nulla dare. Lo scambio di carità ha degli obblighi e delle esigenze precise, stabilite da Nostro Signore Gesù Cristo, e non lasciate alla personale, e magari interessata, interpretazione.
Se, inoltre, pensiamo che il programma del Centro ci unisce intimamente al programma richiamato dalla nostra Madre celeste a Lourdes ed a Fatima, come sarà ancora possibile sentirsi tristi e soli, quando, invece, uniti a Lei offriamo come un giorno Ella, ai piedi della croce, il nostro contributo di “ corredenzione “ per la salvezza di tanti. Se con vero spirito di fede consideriamo queste grandi verità non possiamo essere tristi, la gioia, sia pure lentamente, riaffiorirà dal nostro cuore. Quella gioia, che magari tante volte non si sente perché la croce può anche essere circondata dall’isolamento e dall’incomprensione del Golgota, ma che dà, sia pure sul Calvario, il tranquillo adagiamento dell’anima nella volontà del Padre celeste, anche in un mare di dolori. Sulla certezza della realtà di questa verità, come non mettersi con fiducia nell’azione, proprio come se nulla avessimo fatto finora e la Madonna fermasse il Suo sguardo su ciascuno di noi.
Eppure le possibilità nostre di oggi, sono molto di più di quelle di ieri.
Nulla ci potrà fermare nell’attuazione del nostro programma di conquista di tutte le anime, e di salvezza dei peccatori, di tutti i peccatori, perché la volontà di Dio è appunto questa: che tutti credano in Lui e nel Figlio che ha mandato, Gesù Cristo.
Il Signore ama e sostiene tutto quello che cresce e si sviluppa sulla pietra angolare da lui posta a sostegno di tutto l’edificio della redenzione
Invano il nemico delle anime nostre cerca di impedire l’azione vivificatrice del Figlio di Dio, nulla egli può contro di Lui e contro quelli che con Lui formano una cosa sola. Anche l’impotenza dell’inferno contro i figli di Dio deve aumentare la nostra gioia e la nostra tranquillità. Che cosa temiamo da un cane legato a catena, oppure da un leone che ruggisce e cerca di divorare, ma che non può toccare se non soltanto quelli che si lasciano divorare. Abbiamo quindi una profonda e serena fiducia nelle nostre azioni. Ciascuno di noi non sia “ chiuso in se stesso “. Abbiamo tanto da fare: settori nuovi da conquistare ed affermare, possibilità di allargare gli orizzonti per cui, per non essere dei delusi o per non deludere, dobbiamo andare Incontro ai disegni di Dio con la perenne gioia del “ Magnificat “, consapevoli che se dopo l’Annunciazione viene il calvario, si resta sul calvario con l’animo straziato sì, ma tranquilli, perché perennemente immersi nel pensiero dell’attuazione del la divina volontà Poniamo, quindi, mano alla pianta con forza e dinamicità d’azione. Soltanto mediante una calda e fresca ondata di vita potremo compiere nuovi passi, tanto necessari alle anime ed alla cristiana società. Scuotiamoci, facciamo un serio esame di coscienza e lavoriamo. Il Signore e la Madonna sono con noi e questo sia il motivo basilare della nostra grande fiducia e della nostra profonda ed inalterabile serenità.
L.N.
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