L’Ancora: n. 5 – giugno 1959 – pag. n. 1-3

I lavori a Re sono fermi.
Questo però non toglie nulla alla gioia profonda che il mese di maggio porta ai nostri cuori, perché dedicato a Maria Santissima.
È vero, siamo poveri, ci mancano i mezzi; la sospensione dei lavori a Re ben dice la nostra povertà ma la Madonna lo sa, lo vede.
Sa la Vergine Immacolata il nostro desiderio di voler corrispondere alle Sue richieste e di voler stabilire nella società quelle promesse che serviranno ad attuare “per sempre” quanto Ella ha domandato a Lourdes ed a Fatima.
Questa consapevolezza da parte di Maria Santissima è per noi argomento di viva gioia e pace profonda.
Vorremmo fare tanto per la Madonna, vorremmo fare di più, sempre: abbiamo dato tutto noi stessi per l’attuazione di quanto Ella ha domandato, altro non abbiamo.
La Madonna è Mamma di tutti, di ciascuno che viene alla vita della grazia, quindi Mamma continuamente protesa verso la vita dei figli in proporzione delle loro esigenze.
La nostra debolezza, il nostro nulla, il riconoscimento del nostro nulla, sono la base ed il segreto per attirarsi la predilezione da parte dell’umilissima Maria, La quale nella considerazione dei benefici che Le aveva Dio elargito non ha dubitato di affermare « et de stercore erigens Pauperem ».
cosa meravigliosa considerare persone, dotate di beni di fortuna, che costruiscono opere grandiose a beneficio della società, ma non è ancor più bello vedere i poveri, gli ammalati, esseri che non possono nemmeno avere la gioia di lavorare, ed avere la propria indipendenza, darsi da fare per costruire una grande casa, ove gli ammalati di domani potranno per sempre apprendere quanto la Madonna ha domandato a Lourdes ed a Fatima?
La nostra povertà ed il desiderio di lavorare unicamente per Maria Santissima, a beneficio della Società sono motivi di fondata speranza, perché il Signore ode sempre il gemito del povero e tiene presso di sé l’anima di buona volontà.
In questo mese di Maggio noi ammalati dobbiamo dimostrare il nostro amore e la nostra riconoscenza a Maria Santissima, attuando ciò che Ella ha domandato.
La Madonna ha bisogno dell’apporto dei sofferenti per la salvezza del mondo e questi glielo negheranno?
Non sentiamo continuamente nel nostro cuore vibrare con profondo dolore le parole di Maria Santissima: « Pregate per i peccatori » « baciate la terra per la conversione dei peccatori » «molte Sono le anime che vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e chi si sacrifichi per esse »?
Siano gli ammalati all’avanguardia per l’attuazione dei problemi che riguardano Maria Santissima e la salvezza del!a società.
Mentre gli uomini cercano di stabilire la pace su basi spesso tanto fragili, contribuiscono i sofferenti alla pace, attuando quanto la Vergine Immacolata ha indicato per il suo conseguimento.
Abbiamo tanti motivi per dimostrare il nostro amore e la nostra riconoscenza a Maria Santissima!
Non accontentiamoci di « dire » di amare Maria Santissima, ma dimostriamo il nostro amore fattivo, proponendoci di compiere un « generoso » e tenace sforzo per Essa.
Se tante anime chiudono il cuore dinanzi alla impellente necessità di terminare la Casa di Re, base di partenza per una intensa valorizzazione del dolore, noi non disperiamo, anzi preghiamo per esse e su di esse invochiamo il beneficio della preghiera e dell’offerta del dolore di tutti i nostri fratelli sofferenti.
Se ciò che abbiamo fatto finora non basta per terminare la Casa della Madonna proponiamo, per amore suo, unicamente per Lei, di raddoppiare la nostra preghiera e la nostra azione con sforzo veramente generoso.
Dimostriamo a Maria Santissima il nostro amore, attuando quanto Ella ha domandato a Lourdes ed a Fatima.
Se la nostra persona dovrà subire nell’attuazione dei propositi e dei programmi l’umiliazione della ripulsa e dell’incomprensione, siamone lieti, profondamente lieti, perché possiamo così rassomigliare a Maria Santissima, la quale nell’attuazione del suo FIAT ebbe il cuore trapassato da una spada dal giorno in cui affannosamente cercava un asilo ove dare alla luce il Suo Gesù, alla profezia del vecchio Simeone ed al Calvario.

L. N.