L’Ancora: n. 8/9/10/11 – agosto/settembre/ottobre/novembre 1957 – pag. n. 7
Ad un mese dal raduno i sentimenti di commozione, che riempiono il nostro cuore, sono ancora così intensi da non permetterci una esauriente descrizione del nostro incontro con il Santo Padre.
Più i giorni passano e più le grandi linee delle nostre giornate si fanno sempre più luminose.
Il raduno — possiamo dirlo con molta semplicità e con infinita gratitudine alla Vergine benedetta — è riuscito in tutta la pienezza del suo programma. Ci sono state difficoltà enormi, la cui soluzione ha impegnato centinaia di persone: dagli Scouts alle brave studentessa di Sant’Angela Merici di Roma, dagli instancabili Fatebenefratelli alle Dame, tutta una gara sublime di carità.
La visione del Pastore Angelico in mezzo agli infermi è stata un raggio di sole nella nostra vita, che ci ha donato nuove energie e nuovo entusiasmo per mete più avanzate.
La Madonna, come sempre, ci ha aiutati tanto.
La Sua invisibile presenza in mezzo a noi era qualcosa che tutti sentivamo.
Nelle Basilica di San Pietro, illuminata a festa, abbiamo avuto la « trasfigurazione del dolore », come Gesù sul Tabor.
E siamo scesi dal Colle Sante, che vide il martirio del Pescatore di Betsaida, col cuore raggiante, pieno di gioia.
La Madonna aveva appagato il nostro ardente desiderio: l’incontro col Vicario del Figlio Suo.
E Pietro ci parlò: una parola proprio per noi, tutta per noi.
C’è tanta forza in noi, ora. Il nostro ideale si è fatto più luminoso, incandescente.
Ogni esitazione sarebbe una delusione per tante anime. Il compito nostro è chiaro: non siamo soli, Cristo è con noi. La nostra vita non è inutile, noi possiamo cooperare alla salvezza del mondo.
L.N.
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