L’Ancora: n. 11 – novembre 1956 – pag. n. 2-3

L’accorato ed autorevole appello del Vicario di Cristo ci trova tutti pronti e solidali nel dare anche noi il nostro apporto.
La malattia non ci toglie la possibilità dì essere anche noi utili per la ricostruzione morale della società.
Il dolore ha un solo perché: la fede.
Il modo di rendere utile il dolore non soltanto a noi ma anche per gli altri è unico: la Grazia, ossia non essere in stato di peccato mortale.
La nostra Madre Celeste, Maria Santissima, a Lourdes ed a Fatima ha insistentemente domandato: « Penitenza, Penitenza, Penitenza ».
La prima penitenza imposta da Dio alla società è duplice: lavoro e dolore. Allo scopo di impedire la punizione del mondo per i suoi tanti delitti, la Madonna a Fatima ha espressamente detto: « Se si darà ascolto alle mie domande, la Russia si convertirà e si avrà pace. Altrimenti una Propaganda empia diffonderà nel mondo i suoi errori, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa; molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno annientate “.
Innanzi a sì precise parole della Regina del cielo e della terra, non rimane altro che noi volontariamente deponiamo nelle mani di Maria Santissima il nostro dolore per dare anche noi il nostro contributo.
Noi abbiamo un preciso dovere: continuare a completare la ‘Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il dolore, come tale, è brutto e detestabile, è conseguenza del peccato, Il dolore, vissuto in grazia, da elemento passivo diventa mezzo di attività; attività spirituale, ma reale come quella in piano materiale.
Cari amici, la società oggi ha bisogno di noi, di voi, fratelli sofferenti, che vedo qui innanzi all’altare, in questa cappella della radio vaticana, nella vostra immobilità.
Il mondo senza Dio non può dare la pace. La pace è dono di Gesù, Figlio di Dio. A voi attirare da Dio, per mezzo di Maria Santissima, le grazie necessarie per una giusta pace.
Non ritiratevi; non vivete con superficialità la vostra giornata di solitudine e di dolore; ne avreste rimorso, in questo caso sareste dei disertori.
Nel dolore fiorisce la vita, sulla sofferenza vissuta in grazia fiorisce la pace.
La catena di offerta di preghiere e di dolore secondo le auguste intenzioni del Santo Padre ha, in questo momento, inizio.
Questa catena consiste:
1) impegnarsi a vivere senza peccato mortale nell’anima ed arruolare molti ammalati in solenne impegno di vivere in grazia e di offrire le preghiere per la pace del mondo, secondo i desideri stessi della Madonna manifestati a Lourdes ed a Fatima;
2) far sentire al Santo Padre che noi gli siamo filialmente vicini e che il nostro cuore pulsa all’unisono con il Suo, invocando e pregando per una giusta e duratura pace;
3) tutti coloro che intendono schierarsi sotto il vessillo dell’Immacolata e pregare ed offrire il proprio dolore secondo le intenzioni del Santo Padre scrivano a « Quarto d’Ora della Serenità» Radio Vaticana – Città Vaticano. Oppure a « Sorella Radio» – RAI – Via del Babuino 9 – ROMA.
Tutte le lettere rilegate in volumi saranno presentate poi a Sua Santità. E Voi, cari ascoltatori, Volontari della Sofferenza che in numero di 30.000 siete all’Avanguardia della valorizzazione del dolore in tutta l’Italia, oggi è per voi in modo particolare la chiamata della Madonna.
Santificate il vostro ambiente. Siate lievito di grazia, siate strumenti operanti nelle mani di Maria Santissima.

L.N.