L’Ancora: n. 4 – aprile 1951 – pag. n. 1-2
(continuazione e fine)
Noi, sempre come Gesù, premieremo la pia Veronica ed il buon Cireneo che ci vengano incontro con cuore grande per aiutarci, donando loro i nostri tesori, il frutto delle nostre sofferenze.
Mai siamo gettati nel vertice della vita come quando il dolore ci attanaglia, perché, allora, siamo come il Crocefisso, innalzati tra cielo e terra per espiare, propiziare, pacificare.
Perché rattristarci se talvolta il male ci impedisce di aiutare con la stessa nostra presenza i nostri cari, genitori, spose, figli, fratelli, sorelle? Col nostro dolore noi doniamo loro ciò che loro maggiormente ebbero: tesori spirituali, che li faranno grandi di fronte a Dio ed agli uomini. Questi sono i veri tesori, che non patiscono alcuna corruzione e che non si abbandonano con la morte.
La grandezza della Madonna la contempliamo nel suo primo « sì » nella casa di Nazareth, e vediamo come questa grandezza vada sempre più aumentando, in proporzione all’accettazione dei numerosi «sì» che Ella pronuncerà durante la Sua missione di Corredentrice.
Tutta la nostra redenzione sta racchiusa in due « Fiat »: il « Fiat » della Vergine ed il « Fiat » di Gesù nell’orto degli Ulivi. La redenzione quindi della società attraverso i secoli ed il suo benessere civile e morale sta racchiuso nel « Fiat » della redenzione e nel « Fiat » che ciascuno di noi continuamente deve ripetere, sia pure sommessamente, ma con umile e amorosa accettazione.
Anche per te dunque, fratello lettore, che soffri, è aperta la via della grandezza e della conquista, come per Gesù e Maria. Perché non vuoi dire il tuo Sì? Ti costa proprio tanto? Senti che nel pronunciarlo si distacca qualcosa di te stesso? Non temere: domanda aiuto alla più tenera delle creature, la dolce e incantevole Maria. Essa è tua madre, essa ti ha preceduto nell’accettazione. Essa è soltanto misericordia. Non conosce il suo cuore, il rigore della giustizia : è creatura come noi. Maria non è come Gesù l’Uomo-Dio, il quale, sì, è misericordioso, sa però a tempo opportuno severamente richiamare i diritti lesi del Padre Celeste. Con Maria imparerai a mormorare piano le prime volte, più forte dopo, risolutamente in fine, il tuo sì. Ti sarà più facile dire : « Sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra ». Provati a recitare sotto lo sguardo soavemente luminoso e maternamente caro della Vergine Santa, il Padre Nostro ; più col cuore che con le labbra; troverai in esso tesori che mai ti saresti sognato di rilevare Ti accorgerai che non hai alcun motivo per essere triste.
Non perdere dunque tempo: ripeti il tuo « sì ». Il Cielo e la terra l’attendono, poiché noi siamo fatti spettacolo a Dio, agli Angeli ed agli uomini.
Se quelli che ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace, potessero tornare su questa terra, come vedrebbero le cose sotto diverso aspetto. Essi pretenderebbero, quasi direi violentemente, il nostro posto, perché saprebbero che solo la volontà di Dio conta, meglio ancora, che solo l’adesione alla volontà di Dio, anche dolorosa, santifica.
Dì a Dio Padre che tu vuoi ciò che Egli vuole, come Egli lo vuole e fintanto ch’Egli lo vuole. Ripeti a Dio Spirito che tu vuoi essere una sola cosa con lui, per continuare la sua missione salvatrice per tutta l’umanità. Il Signore ti comprenderà e manderà anche a te, come già al Suo Divin Figlio, l’Angelo consolatore che addolcirà le tue pene.
Le grandi pene preannunciano le grandi consolazioni ed i grandi gaudi; sappiamole valutare e attendere fino a che l’ora della bufera sia passata.
I carnefici lasceranno il Calvario, e in loro luogo si approssimeranno a noi le pie donne: la Vergine Madre, sempre fedele, sarà vicino alla « Tua » croce, come a quella del Suo Gesù.
Non angustiarti : sorridi al dolore che avanza, che ti crea d’attorno l’isolamento. In Paradiso vedrai la fecondità delle tue pene.
Per; te non esistono più confini; puoi raggiungere tutte le creature sparse pel mondo e soccorrerle nei loro bisogni col frutto dei tuo lavoro; i meriti della sofferenza costituiscono infatti il frutto del tuo lavoro.
L’ Eterno Padre attende la tua offerta per donare a chi è ignudo ed ha fame. Ed in mezzo a tanta miseria morale e materiale vorrai tu fratello ammalato, che hai le sorti della società in mano, restare neghittoso o incerto ai margini della vita ?
L. N.
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