il nuovo umanesimo raccontato da giovani diversamente abili
Non è ‘veramente’ umanesimo un umanesimo che non sa ripartire dalle ferite e dalle fragilità dell’umano. Non è ‘veramente’ umano l’uomo che non riconosce i propri limiti, le proprie debolezze. Non è ‘veramente’ Chiesa una Chiesa che non sa ripartire da ‘questo’ uomo: ferito, fragile, limitato, debole.
L’umanesimo della fragilità, l’umanesimo dell’umanità periferica non è, non può essere un optional: è la via (sola) che può farci ripartire dall’uomo (vero) e quindi da Gesù Cristo (Dio-uomo, uomo-Dio, che ben conosce le ferite, le fragilità, la debolezza).
Periferie al centro può significare anche questo: rendere questa umanità in grado di essere soggetto di pastorale, soggetto di Chiesa e non solo oggetto.
Il testo presenta un percorso svolto con persone (soggetti “attivi”) con ritardo mentale sulle questioni fondamentali della Traccia del Convegno ecclesiale di Firenze.
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