Francesco, a fine udienza generale, dice di aver telefonato alla comunità della Sacra Famiglia, tornata alla normalità dopo la tregua avviata domenica: “Hanno mangiato lenticchie con pollo, una cosa che in questi tempi non erano abituati a fare”. Dal Pontefice nuovo appello contro la guerra che “sempre è una sconfitta”. Poi un pensiero per gli anziani che in Ucraina “vivono la tragedia della guerra” e per la popolazione di Los Angeles piagata dagli incendi: “Il mio cuore è con voi”.

Lenticchie con pollo. In un menù così semplice c’è tutta la felicità di un popolo, quello di Gaza, tornato, dopo i massacri, le violenze, la paura e la fame di questi quasi quindici mesi, ad una parvenza di normalità con la tregua di domenica scorsa. Si fa portavoce il Papa di questa contentezza raccontando, al termine dell’udienza generale di oggi, 22 gennaio, in Aula Paolo VI, dell’ultima telefonata con i parrocchiani della Sacra Famiglia di Gaza, assistiti dal parroco, l’argentino padre Gabriel Romanelli, e dal vice parroco, l’egiziano padre Yusuf Asad.

Ieri ho chiamato – lo faccio tutti i giorni – alla parrocchia di Gaza. Erano contenti, lì dentro ci sono 600 persone tra parrocchia e collegio. E mi hanno detto oggi abbiamo mangiato lenticchie con pollo, eh, una cosa che in questi tempi non erano abituati a fare. Soltanto qualche verdura, qualcosa… Erano contenti

La vicinanza del Papa alla comunità della Sacra Famiglia di Gaza

Le parole del Papa offrono, dunque, uno spaccato della vita di una comunità, a un passo dalle zone dei bombardamenti più intensi, Jabalia, vissuta fino a settantadue ore fa nella precarietà e nel terrore. Specie a dicembre del 2023, quando la parrocchia ha subito un attacco diretto israeliano che ha visto pure la morte di due donne. Tramite il telefono Francesco ha cercato in tutti i modi di farsi vicino a questa comunità, radunata nel complesso parrocchiale, che ha ospitato pure alcuni musulmani. Come ha sempre detto lui stesso e come ha raccontato tante volte padre Romanelli, ogni giorno il telefono è squillato alla Sacra Famiglia, solitamente intorno alle 19. Dall’altra parte, il Papa. “Dall’inizio della guerra ha chiamato ogni giorno per pregare, per dare la sua benedizione, per preoccuparsi uno ad uno delle persone di Gaza ed è diventato, come ha detto il patriarca di Gerusalemme, uno della nostra comunità, un parrocchiano”, ha raccontato il parroco ai media vaticani, riferendo della telefonata nel giorno dell’avvio della tregua nella Striscia accolto da cori e canti.

“Preghiamo per la pace, la guerra sempre una sconfitta”

Sì, la tregua. Quella che però, come hanno detto in tanti, non è sinonimo di pace. All’udienza, infatti, il Papa ha esortato ancora una volta i fedeli di tutto il mondo a non interrompere le preghiere per Gaza come per tutti gli altri luoghi flagellati da conflitti: dall’Ucraina, al Medio Oriente, al Myanmar.

Ma preghiamo per Gaza, per la pace lì, in tante parti del mondo. La guerra sempre è una sconfitta, non dimenticatevi. La guerra è una sconfitta. E chi guadagna? I fabbricanti delle armi! Per favore, preghiamo per la pace

Un pensiero per gli anziani in Ucraina 

Pensando all’Ucraina, come sempre definita “martoriata” da una guerra che da quasi tre anni non ha visto interruzione e che prosegue con attacchi di droni russi e morti e ferimenti di civili, Papa Francesco chiede – sempre in Aula Paolo VI – un pensiero speciale per la popolazione anziana. Lo fa nel saluto ai pellegrini polacchi che in questi giorni esprimono “una particolare gratitudine” alle nonne e ai nonni celebrandone la festa: “Sia un’occasione per costruire e rafforzare una nuova alleanza tra generazioni”, dice.

Per favore, ricordate anche nelle vostre preghiere le persone anziane dell’Ucraina che stanno vivendo la tragedia della guerra.

“Il mio cuore è con Los Angeles”

Non ha voluto far mancare, inoltre, Francesco un appello per la popolazione di Los Angeles, dove i devastanti incendi dei giorni scorsi hanno provocato danni per circa 250 miliardi di dollari, secondo le stime, e ucciso 28 persone. “Voglio che sappiate che il mio cuore è con il popolo di Los Angeles che ha sofferto così tanto a causa degli incendi che hanno devastato interi quartieri e comunità, e non sono finiti”, scandisce il Papa, distaccandosi dal testo scritto.

Nostra Signora di Guadalupe interceda per tutti gli abitanti affinché possano essere testimoni di speranza attraverso la forza della diversità e della creatività per cui sono conosciuti in tutto il mondo.